L’ultimo gesto d’amore di Francesco:
donati gli organi

TOLENTINO - La famiglia di Francesco Rea ha scelto di dare una nuova possibilità a pazienti in attesa di trapianto. L'espianto è stato eseguito all'ospedale di Macerata. La direttrice Storti: «Ringraziamo i famigliari per averci dato un segno di speranza in questo difficile momento»

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Francesca Rea

 

Gesto d’amore dei familiari di Francesco Rea, 45enne di Tolentino morto sabato dopo alcuni giorni di agonia: sono stati donati gli organi. L’intervento è stato effettuato all’ospedale di Macerata. «La famiglia del 45enne deceduto per ischemia post anossica – dice Nadia Storti, direttrice generale dell’Asur – ha deciso di donare gli organi rendendo concreta la speranza di una nuova vita per pazienti in lista di attesa per trapianto. Il prelievo, eseguito nel nostro nosocomio, è iniziato alle 4,30 con l’arrivo della équipe chirurgica dall’Ospedale di Torrette di Ancona che, assieme all’équipe oculistica e al personale del blocco operatorio di Macerata, ha eseguito il complesso intervento che ha permesso la donazione di fegato, reni e delle cornee». La direttrice ricostruisce quindi la vicenda di Rea, che lascia una moglie e una figlia. «Il paziente – continua – si era sentito il 3 novembre. E’ stato assistito dall’equipe del Lancisi di Ancona e quindi da quella della Rianimazione dell’ospedale di Macerata. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi e purtroppo nella mattina del 14 novembre si evidenziavano i segni della morte cerebrale. Si è convocato quindi da parte della direzione sanitaria il collegio medico per l’accertamento della realtà della morte. L’operazione coinvolgeva diversi professionisti, chirurghi, medici, biologi, tecnici di neurofisiopatologia, infermieri, inservienti e autisti ma anche il laboratorio Analisi e Trasfusionale, il servizio di Anatomia patologica, i reparti di Anestesia e Rianimazione, Chirurgia, Dermatologia, Nefrologia, Neurologia, Radiologia, la Direzione Medica Ospedaliera, il 118 e il personale del blocco operatorio. Dagli eventi più dolorosi – conclude Nadia Storti – nascono i gesti di amore più profondi e preziosi e per questo ringraziamo i famigliari per averci dato un segno di speranza in questo difficile momento».

 

Accusa un malore, muore a 45 anni dopo alcuni giorni di agonia



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