di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)
A Civitanova ci sono i resti di 70 tombe di epoca romana. Però quasi nessuno lo sa. E non si sa perché quelle tombe non sono esposte in un museo, in una sede istituzionale o in uno spazio privato. Non sono nemmeno fruibili all’aperto, al pubblico. Da oltre 40 anni sono ammassate nell’area del depuratore. E ora che incombono i lavori in quella sede, quei resti, anziché essere un patrimonio da valorizzare, sono ruderi ingombranti, fastidiosi per i quali va trovata una soluzione. Bene, si dirà, verranno valorizzati in un percorso museale.
No, saranno rimessi dove sono sbucati. Sottoterra. E il Comune spende pure 7mila euro per interrarli e farli sparire. Almeno così c’è scritto in una delibera di giunta, la 222 del 9 luglio 2020 che testuale, scrive: «Si ritiene pertanto opportuno spostare gli stessi in un’area adiacente al depuratore comunale, sempre di proprietà del Comune, e interrarli al fine di preservarne lo stato di conservazione, in attesa di un futuro collocamento in un’area o stabile consono». Che viene da pensare: se in 40 anni che erano a disposizione nessuna amministrazione ha sentito l’esigenza di valorizzarli, chi mai lo farà una volta che scompariranno di nuovo alla vista? E’ il paradosso di una Italia che trabocca di reperti archeologici e che anziché valorizzarlo, li considera un disturbo.
E’ successo così anche nel 1974 quando durante i lavori per la realizzazione del sottopasso di via Buozzi emersero dal sottosuolo le tombe romane. I pezzi più preziosi come monete e monili furono acquisiti dal museo archeologico delle Marche, ma i resti delle tombe rimasero a Civitanova, buttati nell’area del depuratore. Il progetto era quello della realizzazione di un percorso museale nell’area dove attualmente sorge la zona Cecchetti. Museo mai realizzato così come il sottopasso che era previsto nella convenzione come opera pubblica da realizzare a carico del privato.
E con buona pace dell’Archeoclub che ha tentato in varie occasioni di sollecitare un intervento. Una scelta che appare incomprensibile e che stride e grida vendetta. In realtà, cercando di capirci qualcosa è emerso che ad essere sbagliata è la delibera: «quattro mesi fa ci siamo incontrati con la Sovrintendenza e il Comune – spiega Roberto Giannoni dell’Archeoclub -. L’accordo era di sotterrare una parte e preservare un blocco più pregiato di circa 3 metri per 3 da collocare nella zona Cecchetti, vicino al tornio». Dopo una verifica col segretario comunale effettuata dall’Archeoclub pare che la delibera sia sbagliata nel contenuto e contenga un enorme refuso e che verrà ritirata e riscritta da capo. I 7mila euro stanziati dal Comune sarebbero per lo spostamento di una delle tombe, mentre a pagare l’interramento della restante parte dei resti sarà Atac. Ma in una città in cui si spendono 135mila euro per un evento temporaneo dedicato ai motori, appare francamente surreale che per 40 anni non si sia trovato un euro per la ricostruzione del passato in un percorso degno di questo nome.
A Citanò la cultura spadroneggia...
Quando sete finito con quesse dopo sottorre pure lo tornio de CECCHETTI che sta aspetta' una sistemazione. Importante che cominciate con promozioni ELETTORALI.
A lo porto è importante lo divertimento fra, che ce freca de la cultura..
Le antichità bloccano lo sviluppo? Atene ha "qualche" antichità sotto il terreno, e "qualche" lavoro da fare sopra e sotto. Piuttosto che distruggere tutto o fermare i lavori hanno conciliato il tutto, e trasformato le stazioni della metro in musei. Idem Perugia con la scala mobile di Rocca Paolina. E se Ancona non è un modello da seguire, in passato hanno però saputo inglobare le tombe romane nelle nuove costruzioni.
Se è vero che spendono tanti soldi x un evento di motori non capisco perchè non li spendono x una sistemazione di questi reperti archeologici di grande valore e sarebbe arricchire di molto la città!
Pesciaroli!!
Nn si puo' fare nulla per evitatlo e magari valorizzarli..sono la storia di cluana...la nostra citta'
Come a numana nei recenti lavori della piazza, trovati reperti Romani, hanno preferito risotterrare tutto!
Il turismo non si fa solo con la movida. Non essere capaci di valorizzare queste cose è ormai definibile come "tipico marchigiano"
È già tanto che non sono state utilizzate come scogli.
Mamma mia quanta ignoranza.....solo a lo porto
E poi parliamo di turismo? Mi sembra che la cultura non abbia molti estimatori
Prova tangibile di amministrazioni comunali sottosviluppate che per decenni hanno approvato cementificazioni, centri commerciali a iosa, obbrobri urbanistici ma non sono state in grado di dare una sistemazione a qualche importantissimo reperto archeologico.
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Barbari, di nuovo, ma s’era capito…
curdura no coltura…
Basta ricordare che all’epoca della scoperta, la sovrintendenza fece bloccare i cantieri operativi in quell’area per mesi, con non poche conseguenze ai danni delle imprese edili appaltatrici.
Poi tutto va nel dimenticatoio e dopo 45 anni si pensa di utilizzare e spendere migliaia di euro dei cittadini per riposizionare i reperti sotto terra.
Queste cose ci devono far riflettere.
Cito da Wikipedia: “…Il Museo Nazionale ha sempre svolto un attivo ruolo nel contrastare il fenomeno della vendita illegale all’estero di reperti che, come in tutta Italia, purtroppo è presente anche nelle Marche. Esemplare in questo senso fu il recupero dei Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola: nel 1946, nonostante i disagi derivati dai bombardamenti che avevano semidistrutto la sede del Museo, l’unico dipendente ancora in servizio si recò sul luogo del ritrovamento e prese possesso dei frammenti di bronzo dorato che erano appena stati scavati, mentre il proprietario del terreno si era recato urgentemente a Roma; sospettando che il viaggio improvviso fosse dovuto all’intenzione di contattare il mercato antiquario clandestino, il dipendente sequestrò i reperti nel nome dello Stato e fece in modo di farsi consegnare altri frammenti precedentemente occultati. Fu così che fu possibile, dal 1959, esporre al pubblico il celebre gruppo statuario[9][10]…”.
Detto ciò, possibile che il museo non abbia uno spazio, un magazzino ove collocare, magari uno sopra l’altro e in attesa di catalogazione, quei resti?
Che ce fa delle tombe Romane a Citano’? Roba vecchia!
Un po’ come i mosaici che, ogni tanto, si trovavano nei campi coltivati… vestigia di un’epoca passata dove, tra i filari e gli aranceti, vi era qualche bella villa patrizia.
Avveniva la scoperta e poi tutto si fermava e in quella zona non si poteva più coltivare, ne il mosaico veniva in qualche modo valorizzato…
…. Adesso se si scopre un pezzo di mosaico, un anfora, una tomba non si dice più nulla, si passa con l’aratro e via..
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In altre nazioni, dove i ricordi del passato (pochi) fungono da volano per il tirismo, basta 4 sassi, un frammento di terme, due tombe romane e via ci si costruisce attorno un complesso (bar, museo, gadget, ecc) per catturare interesse, turisti e soldi…
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E che in Italia di reperti del passaro ne abbiamo troppi e non ci sono i fondi per valorizzarli.
Solo da noi la cultura e la storia NON paga…
“Il vecchio che avanza”!Si!Tanto da risepellirlo!
Tanto ormai nessuno portava più dei fiori…
Per Pavoni. Né fiori, né opere di bene. Solo turismo, nel senso che le tomba si ‘turano’ di nuovo sotto terra, come fece d’altronde a Roma Mussolini presso i cd. ‘Fori Imperiali’ costruendo sopra parte di essi l’omonima via.
Peraltro, Iacobini, il Vangelo di Matteo suggerirebbe ai morti di seppellire i morti, non le tombe… sembrerebbe un eccesso di zelo…