«Ospedale senza disinfettanti,
sono più organizzati i parrucchieri»

MACERATA - La protesta di Antonietta Boarelli: «Non c'è traccia del liquido per le mani, ho cercato ovunque. Le regole valgono solo per i privati?»

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L’ospedale di Macerata

 

di Marco Ribechi

«C’è più attenzione alle regole dal parrucchiere che all’ospedale di Macerata». E’ la conclusione a cui è arrivata la signora Antonietta Boarelli, pensionata di 62 anni, dopo una mattinata trascorsa al nosocomio cittadino. Le disavventure sono iniziate verso le 11 durante un’operazione semplicissima, la prenotazione di una risonanza magnetica che era stata rimandata a causa dell’emergenza Covid. A far arrabbiare e spaventare Boarelli è stata l’assoluta mancanza di disinfettante nei corridoi della struttura. «Trovo incredibile che proprio nell’ospedale non ci sia traccia dei disinfettanti – spiega agitata Boarelli – come è possibile? Vado al supermercato e mi fanno mille controlli, con mascherine, guanti, disinfettante. Si parla in continuazione delle norme di sicurezza, si rischia la multa ovunque e poi proprio all’ospedale, il luogo più a rischio, queste misure non sono rispettate? Valgono per il privato ma non per il pubblico?».

La signora Boarelli è stata costretta a recarsi all’ospedale di persona poiché al telefono era impossibile prenotare la visita di cui ha necessità. «Dovevo farla a marzo ma ovviamente l’ho rimandata – spiega la donna – Intanto devo dire che se funzionasse il centralino tante persone come me potrebbero risparmiarsi un giro nell’ospedale e starsene tranquille a casa, senza vivere quest’ansia e riducendo il rischio contagi. Appena arrivata la prima cosa che ho notato è che si entra e si esce dalla stessa porta, quando invece, almeno da quello che ho capito, dovrebbero essere vie separate. Una volta dentro ho subito pensato di disinfettarmi poiché vivo il virus con paura. Però niente, non c’era traccia di disinfettante. Ho attraversato vari corridoi con molte persone in attesa fino ad arrivare a radiologia, del disinfettante non c’era traccia. Dalla meraviglia sono passata alla rabbia, ho persino chiesto a una operatrice e mi ha detto che non lo avrei trovato da nessuna parte».

Ma le disavventura erano destinate a non finire poiché la signora ha poi scoperto che il suo viaggio era stato fatto a vuoto. «Solo tre giorni fa mi avevano detto che potevo prenotare dopo il 18 – prosegue Boarelli – ma la regola sembra valere solo per quelle a pagamento, per le altre dopo il 31 maggio. L’ho scoperto oggi durante il mio viaggio a vuoto. Quindi sono andata in ospedale, per niente. Ne avrei fatto volentieri a meno ma al telefono non rispondono. Anche in questo caso non capisco perché, mentre i ristoranti si sono dovuti organizzare ad esempio con il servizio a domicilio, i lavoratori con lo smart working, per una semplicissima prenotazione che potrebbe essere fatta agevolmente al telefono, senza esporre i cittadini a eventuali contagi, bisogna invece aggirarsi per l’ospedale per giunta senza l’ausilio dei disinfettanti. A questo punto mi chiedo perché ai negozi sono richieste le misure di sicurezza e all’ospedale no?».



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