di Luca Patrassi
Il rettore di Unimc Francesco Adornato, alcuni giorni fa, ha rilanciato il tema della presenza dell’Ateneo in città abbinato alle migliaia di studenti fuorisede. Una questione non scontata ai tempi del Coronavirus visti gli effetti prodotti, lezioni e studenti che si tengono a distanza dalla città che rischia ulteriori lunghi mesi di solitudine con effetti tutti da verificare.
L’ipotesi di una didattica online fino alla fine dell’anno corrente non entusiasma nessuno, anche se in molti finora hanno preferito non affrontare l’argomento, anche ai vertici delle istituzioni. A prendere posizione è l’assessore e candidato sindaco del centrosinistra Narciso Ricotta: «La fase post Covid19 che dobbiamo affrontare ci pone di fronte a diverse incognite: una di queste sarà la modalità di ripresa delle attività dell’Università. L’aspettativa è che in autunno gli studenti ritornino in città per seguire le lezioni. Ci si rende conto delle difficoltà che potrà incontrare l’Università in relazione agli spazi necessari per il rispetto delle norme sanitarie, le incertezze circa la possibilità di spostamenti fuori regione, le scelte che faranno gli altri atenei. Si pensa però che occorra fare tutto il possibile per evitare un autunno con lezioni on line: questo sarebbe dannoso per la città che perderebbe la presenza di numerosi studenti che occupano tanti appartamenti e ravvivano le attività di tanti esercizi commerciali; si ritiene, inoltre, che non gioverebbe nemmeno all’Università che tra i suoi punti di forza ha, certamente, anche il fatto di essere un campus universitario dentro la città e di avere la possibilità di rapporti diretti tra professori e studenti. L’insegnamento da remoto farebbe venir meno questo vantaggio per Macerata e potrebbe favorire atenei di maggiori dimensioni».
Analisi condivisa, quanto alle possibili strategie l’assessore Ricotta osserva: «Occorre uno sforzo di tutti per superare le difficoltà: dalla riorganizzazione del trasporto pubblico in funzione del distanziamento all’accoglienza. L’Erdis, l’ente regionale per lo studio, dovrebbe intanto mettere a bando i posti letto a disposizione per il prossimo autunno e bisognerà favorire una sede di incontro tra i proprietari degli immobili ed i sindacati degli inquilini, i rappresentanti delle associazioni studentesche per affrontare il tema dei canoni mensili da pagare per i mesi in cui gli studenti non hanno potuto usufruire degli alloggi per la sospensione delle lezioni in presenza: ad esempio si potrebbe riconoscere agli studenti un bonus da usufruire l’anno prossimo, incentivando così il loro ritorno ed assicurando ai proprietari di poter affittare gli appartamenti pure l’anno venturo».
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Concordo sulla preoccupazione espressa dall’amico Narciso. Bisognerebbe rinsaldare il vincolo con l’ateneo, cogliendo la palla al balzo da questa crisi che stiamo vivendo, per studiare forme di collaborazione reciproche, atte ad ottenere il risultato del ritorno di docenti e studenti.
Pensate anche a rinsaldare i rapporti con le industrie del territorio, proprio in quest’ottica: l’opportunità di stage presso di esse, unitamente alla promessa (o quasi) di assunzione, possono fare da deterrente.