Foto d’archivio
Per oltre cinque anni ha continuato ad incassare le pensioni della madre morta, denunciata una donna e sequestrati beni per oltre 100mila euro. L’operazione è stata messa a segno dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Macerata, a seguito di un’articolata attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Vincenzo Carusi. La donna, di mezza età risiede in un comune dell’entroterra Maceratese. La madre morì agli inizi del 2013 a 83 anni, ma la figlia ha continuato ad incassare dall’Inps le tre pensioni della madre: di vecchiaia, di reversibilità e di accompagnamento per invalidi civili. Le indagini infatti hanno permesso di accertare che l’atto di morte dell’anziana era stato regolarmente e tempestivamente trascritto nei registri anagrafici del Comune, ma la relativa comunicazione era giunta al ministero dell’Interno solamente nel mese di settembre 2018. In questo lunghissimo periodo, la donna non avrebbe segnalato all’Inps la questione, continuando a ricevere sul conto corrente cointestato con la madre gli accrediti delle pensioni. Da qui la contestazione del reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche a danno dello Stato. Su richiesta del pm, il gip del tribunale di Macerata ha emesso un decreto di sequestro preventivo per 107mila euro. Così, visto che le fiamme gialle non hanno trovato disponibilità nei conti dell’indagata, hanno apposto i sigilli a due suoi immobili.
L'ufficio anagrafe del comune ha impiegato 5 anni per trasmettere il decesso al Ministero degli interni, una bella multa anche a loro sarebbe più che doverosa.
Un genio
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Se vede che su la Commune ciaia un saccu dafà, se scordati, tanto paga Pantalò…ne assumesse llatri cuscì lu caffè ello vanti guadanbia de più…
Se la procedura di comunicazione del decesso fra UFFICIO ANAGRAFE COMUNE , INPS od altro ente previdenziale pagatore e BANCA ricevente l’accredito della pensione viene rispettata, quest’ultima provvede a bloccare il conto corrente del beneficiario per la pratica di successione proprio per evitare indebite riscossioni, pertanto la responsabilità è anche di chi ha ritardato l’informativa.
È morta mamma??
Io non sapevo nemmeno che stava male!
A Recanati non sarebbe stato possibile commettere questo reato. Già nel 2010 il medico che accertava un decesso ne dava comunicazione all’anagrafe, la quale ne dava a sua volta comunicazione ad altri uffici comunali e all’INPS, il quale bloccava gli accrediti della pensione e faceva i conguagli.
non penso che a recanati le cose funzionino diversamente, qui si tratta semplicemente di un enorme vuoto burocratico che la beneficiaria non ha ” volutamente ” segnalato..pero la responsabile non è certamente solo lei
Per Marinozzi. La stessa corresponsabilità si ha nel caso dei ‘falsi invalidi’. Responsabili sono sia il cittadino che dichiara il falso che la commissione medica che lo avalla.
ai furbetti del cartellino, vedi vigile urbano che timbra in mutande la legge non ha avuto la stessa determinazione… perché?
Ora proverò anche io ad andare a lavorare in mutande, marcare il cartellino, e ritornare a dormire, oramai un precedente è già stato creato, assolveranno anche a mee !! O noo ?? Se no, perché ??