Foto d’archivio
Condannato per una maxi evasione, le proprietà di un imprenditore passano ai Comuni. Il nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Macerata, a seguito di verifica fiscale eseguita alcuni anni fa nei confronti di una società di capitali, aveva denunciato un imprenditore che, in qualità di amministratore unico della società, accusato appunto di reati tributari. A seguito dell’indagine, il gip aveva poi disposto il sequestrato preventivo, anche per equivalente, di beni per 500mila euro. In particolare, erano stati sequestrati diverse unità immobiliari a Civitanova, nonché quattro immobili San Vito di Cadore, nel cuore delle Dolomiti bellunesi, su cui l’imprenditore aveva l’usufrutto. Ora che la sentenza del tribunale di Macerata è diventata esecutiva, i beni sequestrati sono stati confiscati e sono stati acquisiti di diritto al patrimonio dei Comuni interessati.
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Dato che la sentenza è diventata esecutiva, è importante che la comunità venga a conoscenza del nome del condannato per la maxi evasione.
È inutile pubblicare notizie certe nell’anonimato. È ora che i cittadini vengano a conoscenza del marcio che li circonda.
L’articolo parla di un cittadino che viene accusato di reati tributari. Mi par di capire, che tali reati riguardino tributi imposti e non pagati su beni immobili tipo fabbricati di proprietà privata. L’articolo parla di “USUFRUTTO,” ma non dice se l’usufrutto è stato riscosso davvero e non denunciato al fisco, o pure se non è stato riscosso un bel nulla come ad esempio avviene in molti casi su l’imposta dell’usufrutto riservato dai padri nelle donazioni dei figli. Io credo che se si tratta del primo caso, si tratta di un reddito vero e proprio che forma capacità contributiva, per cui deve rispondere all’art. 53 della “COSTITUZIONE ITALIANA,” Ma se il reddito vero non esiste perché è solo virtuale, allora, la pubblica amministrazione del fisco, credo sia tenuta a rispettare l’art, 42 della Cost, che dice quali sono le imposte che si possono applicare sulla proprietà privata, che certamente non sono quelle incostituzionali prive di senso logico sfornate dai nostri parlamentari per il loro uso e consumo.
Che succederebbe se l’imprenditore ricorresse in appello e lo vincesse?