Per molti civitanovesi l’anno, al ritorno dalle festività, è iniziato in fila davanti agli uffici di via Cecchetti. Sono arrivati infatti a destinazione a cavallo fra il 2019 e il 2020 gli avvisi di accertamento della Civitas per la riscossione delle cartelle della Tasi, spedite in tutta fretta prima della scadenza del 31 dicembre, soglia oltre la quale il credito maturato dal Comune nei confronti dei debitori sarebbe caduto in prescrizione. Le vicende che hanno portato alle tensioni all’interno dell’azienda, che si occupa delle riscossioni per il Comune, traggono origine proprio da questi accertamenti. Gli screzi fra personale e dirigenti nascono per le mancate risposte sulla scadenza, sollecitate dagli uffici, ma solo nell’ultimo mese recepite, con il dubbio su chi dovesse fare gli invii, se Civitas o Comune. Alla fine per velocizzare tutto e consentire nei tempi di spedire gli accertamenti il Comune ha stanziato 40mila euro per esternalizzare il lavoro per il quale gli uffici già un anno fa avevano chiesto lumi. In totale sono stati spediti 1.844 avvisi e questa mattina gli uffici della Civitas erano già pieni di diversi cittadini in fila per avere spiegazioni. «Gli accertamenti, fatte le opportune verifiche, si sono rilevati però corretti – ha commentato l’assessore al bilancio Roberta Belletti – una trentina di persone si sono presentate, è vero, ma molta è anche la confusione fra Imu e Tasi, visto che quest’ultima è stata introdotta proprio nel 2014 e prima mai avevamo emesso gli accertamenti». L’importo complessivo è di 373mila euro comprensivi di tributo e delle maggiorazioni relative a sanzioni e mora. Solo l’imposta pesa per 243.945 euro, per una spesa media a famiglia di circa 200-250 euro ogni cartella.
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Meno male che da quest’anno la TASI non c’è più per nessun Comune d’Italia: https://www.studiocataldi.it/articoli/36905-tasi-eliminata.asp