Chiara, la contestatrice insultata:
«A Camerino non ho più nulla,
Salvini strumentalizza la Calabria»

IL CASO - La 38enne racconta le ragioni che l'hanno spinta a replicare al leader della Lega a Reggio Calabria. «Il terremoto ha reso la vita della mia famiglia un inferno. Io rappresento una generazione precaria, il sud mi ha permesso di avere una parvenza di casa e lavoro. Quando Salvini si è definito il salvatore della Calabria, la stessa che la Lega Nord voleva cancellare, non sono riuscita a non prendere la parola»

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Chiara Mosciatti insultata dai leghisti al termine del comizio (Video di NoidiCalabria)

 

di Francesca Marsili

«Quando Salvini si è definito il salvatore della Calabria, quella Calabria che la Lega Nord voleva cancellare, non sono riuscita a non prendere la parola. Il sud mi ha dato l’opportunità di lavorare come artista. Nella mia città, Camerino, non ho più nulla». Chiara Mosciatti, 38 anni, racconta a Cronache Maceratesi l’episodio che giovedì ha scatenato un dibattito nazionale dopo che i supporter di Salvini l’hanno accerchiata, strattonata e aggredita verbalmente al termine del comizio del loro leader, solamente perché la giovane è intervenuta per replicare a una dichiarazione di Salvini.

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Chiara Mosciatti giovedì sera a Reggio Calabria

Le hanno rivolto epiteti come “cocainomane”,”cessa”, “vatti a fare una pera”. «Sono un’artista e una terremotata e mi sento una migrante – racconta Mosciatti, che ha dovuto vivere a lungo all’estero per lavorare -. Sono arrivata al sud lo scorso aprile perché il sud mi ha fornito l’opportunità di lavorare come artista. Riace ha accolto il mio progetto e mi ha dato la possibilità di pagarmi un appartamento. Nella mia cittadina, a Camerino, non ho più nulla. La mia famiglia ora vive in una mansarda di 50 metri quadrati e quando torno nella mia città dove non ho possibilità di lavorare devo cercarmi un posto dove dormire perché in casa non entriamo e non sappiamo neppure dove trascorrere il Natale».

chiara-mosciatti-1-325x182La camerte, seduta in platea, ha ascoltato per 50 minuti in silenzio Matteo Salvini, arrivato nella città calabrese per una tappa del suo tour elettorale. Quando è intervenuta dal pubblico per contestare quello che Salvini stava dicendo è stata violentemente apostrofata da diversi uomini e donne, che non le hanno risparmiato urla e insulti di ogni genere. I supporter felpati hanno cercato in ogni modo di far uscire Chiara, la quale, senza scomporsi, ha lasciato la sala senza rispondere e ricoperta di insulti. E’ intervenuta anche la polizia. Fuori, sui gradini del Palazzo, la giovane di Camerino ha spiegato il motivo che l’ha mossa verso la contestazione. «Quelli come Salvini a noi giovani ci hanno mandato via perché hanno trinciato la cultura. Noi parliamo quattro lingue, Salvini non parla nemmeno l’italiano», ha detto giovedì sera una volta scortata fuori dal palazzo dove si teneva il comizio.

«Mi sento in colpa che non sto lavorando nelle Marche – aggiunge oggi Mosciatti -, il terremoto ha reso la vita dei miei genitori un inferno. Io rappresento una generazione precaria, la Calabria mi ha permesso di avere una parvenza di casa e lavoro. Ecco perché non accetto che venga strumentalizzata». Da due giorni Mosciatti ha ricevuto «tanta la solidarietà da ogni parte e attraverso ogni mezzo, soprattutto da un gruppo del movimento delle Sardine che mi hanno che mi ha aiutata ad identificare i miei aggressori. Sono stata contattata da un avvocato che mi ha fornito il supporto e spiegato la mia posizione. Ho ancora bisogno di riflettere su come agire e se adire alle vie legali», conclude la ragazza.



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