di Gabriele Censi
Ultimo giorno per i produttori locali nello storico Mercato delle Erbe di Macerata a via Armaroli, ai contadini è stato annunciato il trasferimento. I locali saranno trasformati in uno spazio polifunzionale. Preoccupazione questa mattina tra gli agricoltori ma anche tra gli acquirenti per la perdita di un presidio in centro per prodotti a chilometro zero.
«L’ex mattatoio in via Panfilo sarebbe la nostra destinazione ma i locali non sono ancora pronti, nel frattempo cosa facciamo?» Si interroga Rosanna Gattari, una delle ultime contadine rimaste, ormai sono quattro o cinque i banchi occupati, quando solo fino ad un anno fa era tutto pieno. Tra questi Silvana Fratini, si fa aiutare dal figlio laureato in Giurisprudenza che ha preferito il campo all’avvocatura: «Sono qui da più di quaranta anni – racconta – Se vogliamo riportare i giovani alla terra non è questo il modo, c’è chi non ha mai visto una gallina e non sa più riconoscere un prodotto buono da una schifezza». Sconforto tra i clienti abituali: «Speriamo che gli diano un posto facilmente raggiungibile – dice Clara Del Gobbo, fioraia del centro – quando non ci saranno più loro avremo solo prodotti artefatti». «E’ ferale per noi del centro – aggiunge Patrizia Sabatucci – non c’è più un negozio di frutta e verdura».
Una scelta che si contrappone ad una politica sul settore che trova riscontro diffuso. Sul sito turistico della Regione Marche il luogo è considerato un’attrazione con una pagina dedicata: «Il Mercato delle Erbe è un’occasione per fare una spesa diversa: si avrà l’occasione di conoscere direttamente gli artefici della tradizione e la tipicità di prodotti locali, gli agricoltori e gli artigiani del cibo presenti, parlare con loro per capire come e dove nasce il loro prodotto. Comprare al Mercato delle Erbe significa non solo tutelare la biodiversità alimentare, fatta di sapori tipici e saperi tradizionali ma anche promuovere una cultura del cibo di qualità equamente remunerato ai produttori e venduto a un prezzo accessibile».
Non sembra della stessa idea il sindaco Romano Carancini che lo scorso luglio ha annunciato il progetto esecutivo finanziato con fondi Fesr e Fse della Regione Marche nell’ambito del progetto Iti (Investimenti Territoriali Integrati urbani) “In-Nova Macerata”, per un importo complessivo di 500.000 euro. «La nuova anima del vecchio Mercato delle Erbe sarà aperta, pubblica, leggera, solidale e giovane. Ora corriamo per prendercela» aveva commentato il primo cittadino. Il progetto si innesta sul lay-out esistente della struttura, dividendola in tre ambienti principali: spazio polivalente di accoglienza, area collettiva co-working e una sala conferenze di 90 posti, per incontri e convegni.
Una scelta contrastata dalla consigliera comunale Carla Messi del M5s che stamattina ha raccolto le proteste degli esercenti: «Serve naturalmente la ristrutturazione della struttura, un’ottima cosa ma non con la visione dell’amministrazione che prevede la “rifunzionalizzazione” e la stravolge. Abbiamo visitato realtà simili e pensiamo sì di dare spazio ai giovani ma con sempre l’agricoltura al centro, la parte sottostante potrebbe essere riservata al parcheggio dei clienti del mercato che vengono da fuori. Un polo dell’agricoltura di qualità dell’intero hinterland per far rinascere il rapporto tra campagna e città. Andiamo oltre la vuota struttura, fanno bei contenitori, ne avremmo anche altri, ma poi l’esperienza ci dice che rimangono vuoti. Bisogna perseguire la finalità di far rivivere il centro, ma le scuole vanno in periferia, non possiamo togliere altri servizi. Il mercato, che c’è in tutte le città, è essenziale anche perchè altrimenti si incentiva la spesa al supermercato che penalizza i produttori locali»
Del Mercato delle Erbe si parlerà anche nell’odierna conferenza dei capigruppo grazie ad un’interrogazione di Andrea Marchiori, consigliere della Lega: «La decisione non è stata adeguatamente comunicata ai venditori ed alla cittadinanza – scrive – così da creare ulteriore danno alla commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli locali con il rischio concreto di far definitivamente cessare un mercato storico della città». Marchiori chiede di riservare comunque uno spazio destinato alla vendita dei prodotti ortofrutticoli nei medesimi locali o in spazi attigui e in alternativa, quali spazi l’amministrazione ha pensato di destinare al mercato». Infine il consigliere leghista chiede informazione alla cittadinanza e norme per regolare gli ambulanti con controlli di qualità.
Riqualificazione ex mattatoio, approvato il progetto: «Esalterà il talento dei giovani»
Che vergogna.....ma rendiamo conto di chi governa questa città ????
Tra un po' ci rimango solo io in centro...stoico
mi viene da pensare che la maggior parte delle persone che danno contro all’amministrazione (per carità, non impeccabile) è la stessa che poi compra frutta e verdura nei centri commerciali
Immagino che tutti quelli che commentano siano clienti assidui del mercato delle erbe e degli agricoltori locali
Che peccato......
Lo scempio più totale. Speriamo di essere alle battute finali di queste scelte scellerate
Macerata Macerata ogni passu na cagata ... così cantavano anni fa ... quattro contadì che si atteggiano a signorotti, ma co l'ogne sempre sporche de terra ...
Tutta questa cultura speriamo non ci si metta sullo stomaco!!!! Bah che scelte scellerate!
Sempre peggio! Mah!
Tranquilli ha i mesi contati è l'ultimo mandato poi........
Roba da matti.
Tanto per cambiare, dal Sindaco viene presa una decisione a dir poco discutibile. In tutta Italia negli ultimi anni si è diffusa la disponibilità di spazi disponibili agli agricoltori per poter vendere i propri prodotti, vista la crescente attenzione verso il km. zero, la filiera corta, i prodotti bio, ecc. e qua invece che si fa??? si decide di ristrutturare uno spazio storico per farci, tra le altre cose, una sala conferenze di 90 posti?????? ma quali sono 'ste conferenze che si farebbero e che adesso non hanno un luogo adatto dove essere tenute?? l'Università ha ampi e sufficienti spazi, mentre i partiti politici usano tranquillamente l'Hotel Claudiani, anche perchè non mi pare proprio che ci siano tutte 'ste masse di persone interessate a sentire i politici locali. Quindi, quando mai si utilizzerebbe 'sta sala conferenze??? e per quanto riguarda la sala per il coworking, credo che se proprio uno la voleva fare, troppi ce ne sono di locali da utilizzare (vedi ex Upim). Si profila l'ennesimo utilizzo di soldi pubblici per qualcosa che si poteva evitare o, quanto meno, gestire in modo più attento alle reali necessità dei cittadini.
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…in compenso, però, pare che l’altro mercato delle erbe, nel centro, quelle che fanno ancor meglio alla salute, si, di chi le vende, sia ancora…centrale e prospero!! gv
Un ulteriore colpo al Centro Storico, senza più un esercizio commerciale di frutta e verdura.
Fine di una tradizione ultracentenaria del mercato delle verdure in città.
In cambio una sala polifunzionale per 90 posti, ma il Centro è già pieno di sale convegni!
Centro polifunzionale, termine che dice tutto e niente, tipico del PD!
Stessa destinazione dell’ex capannone Rossini via cincinelli e dell’ex mattatoio spazio polivalente di accoglienza, un’area collettiva co-working e una sala conferenze ,aree multiuso ,ristoro e aggregazione meglio non trovarsi impreparati all’invasione!!
Ma come riescono a partorire certe idee???
Fanno la rievocazione storica a Piazza Mazzini e poi distruggono le vere tradizioni rimaste.
A pensare che nella amministrazione ci sono persone di dichiarata cultura, o no??
Ormai gli ex-comunisti e gli ex-democristiani di Sinistra hanno di questi sbalzi umorali. Sono sballati. Sono d’accordo con Carla Messi dei 5 Stelle e con le sue tesi. C’è solo un antidoto allo sfascio: mandare a casa questi improvvisatori.
Carancini non si smentisce mai e vuole lasciare un segno che possa dimostrare l’incapacità di far crescere una città!
Per nostra fortuna Carancini stà già preparando i suoi bagagli e non lo rimpiangeremo!
Per Pasquarè.
Certo ch’è ‘na bella lotta:
meglio lui, meglio Ricotta?
per Aldo Iacobini
NOOOOOOOOOOOOOOOO
NESSUNO DEI DUE SE VOGLIAMO RINASCERE
Dal 1993, per il Sindaco, si è sempre votato per il “meno peggio”…
Mi sembra evidente che, negli ultimi tempi, la scelta si sia ancora più dequalificata.
Alle utlime 2 elezioni si è scelto tra il nulla e il niente.
Non oso immaginare quelle dell’anno prossimo…