Chiude dopo 51 anni,
il barbiere Moretti non riaprirà

MACERATA - Ultimo giorno di attività per il negozio di via Barilatti. In mezzo secolo effettuati più di 80mila tagli. Nelle parole del titolare la storia di tutto un quartiere: «Una volta qui solo campagna poi tanti bambini e giovani famiglie. Mi mancheranno i miei clienti»

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Elio Moretti

di Marco Ribechi

Dopo oltre 50 anni di attività a Macerata chiude storica barberia. Questa mattina Elio Moretti ha impugnato per l’ultima volta forbici e pettine, due strumenti che ormai erano quasi il prolungamento del suo corpo, dopo 51 anni passati ad acconciare intere generazioni di maceratesi. Forse più di 80mila i tagli effettuati durante la sua attività, 80mila volte i suoi clienti sono ritornati a casa con il sorriso perché più belli, curati e ordinati. Quando Moretti ha aperto il suo negozio in via Barilatti 6, il 10 febbraio 1968, il quartiere Manzoni praticamente ancora non esisteva ma già nell’aria si respirava lo sviluppo, sociale e urbanistico, che in pochi anni avrebbe trasformato una zona di campagna in uno dei quartieri più vitali e popolati della città. «Quando ho aperto c’era solo via Barilatti – spiega Elio Moretti – e di questa via c’era solo il palazzo di fronte al mio, il resto era pura campagna. C’erano la villa di Lanciani e quella di Tombesi in cui terminava la strada. Non esistevano via Capuzi e via Batà, tutto si perdeva nella campagna. Ricordo che al posto della chiesa Santa Madre di Dio c’era la casa di un contadino, tale Pelagagge, che si ergeva su una collinetta poi spianata per urbanizzare».

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Un Moretti alle prime armi

Di tutto il quartiere forse Elio Moretti costituisce la memoria storica più importante, anche grazie alla confidenza che notoriamente si instaura tra il barbiere e i suoi clienti di cui, a volte, diventa quasi un confidente. «Proprio ieri è venuto a farmi visita, per l’ultimo taglio, uno dei miei clienti più longevi – spiega Moretti – il signor Balducci che se non sbaglio si è servito da me fin dai primi giorni di attività». Altri clienti hanno tagliato i capelli per la prima volta proprio “Da Elio” quando erano bambini, ma oggi sono uomini adulti con figli e, a volte, anche nipoti. «Negli anni ’70 il quartiere era pieno di ragazzi, giocavano in mezzo alla strada perché le strade erano senza uscita e quindi il traffico molto ridotto – continua il barbiere – nei muretti qui di fronte ce n’erano a decine. Quei bambini oggi hanno 45 o 50 anni ma io li ricordo uno a uno». Soprattutto con i bambini Moretti era solito sfoderare il suo carattere mite e ironico, inventando prodotti attraenti come l’acqua del sindaco, o il profumo della luna, per affascinare con immagini magiche i suoi piccoli clienti. «Ho fatto il mio apprendistato da barbiere Gildo Romanelli che si trovava al quartiere Santa Lucia – racconta Moretti – poi, appena finito il militare nel 1967, ho iniziato a cercare un locale per la mia attività in proprio. All’epoca vivevo in via Maffeo Pantaleoni, poi in via Pace, in via Brigata Macerata e infine in via Medaglie d’oro, dove risiedo tutt’oggi con mia moglie Giuliana».

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Moretti intento a fare la barba a un suo cliente

Originario però del quartiere Vergini, Moretti ricorda bene la città come era “prima”: «Mi sono spostato in questo quartiere perché all’epoca si sapeva che avrebbe avuto un grande sviluppo – continua l’uomo – con me c’era il fruttivendolo, la macelleria, il bar, la merceria e dopo il genere alimentari (leggi l’articolo). Ci sono stati anni che c’era una vitalità veramente coinvolgente, tanti servizi, giovani famiglie, desiderio di svilupparsi in armonia. Oggi invece è finito tutto, sono rimasto solo io e da domani non riaprirò più. Il commercio è questo, non si può fare niente, non chiudo per mancanza di clienti, anzi. Però sono passati tanti anni e voglio riposarmi, mi dispiace solo di non essere riuscito a trovare un giovane interessato a questa attività».

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Il ritrovo dei bambini per l’Epifania davanti al bar da Piero e Teresa

Degli anni d’oro Moretti ricorda soprattutto la vicinanza che c’era tra i negozianti e i clienti: «La cosa che mi mancherà di più sarà proprio il rapporto con i miei clienti e tutti gli abitanti della zona – dice Moretti – mi ricordo ad esempio che per l’epifania con i negozianti raccoglievamo dei soldi e compravamo dei piccoli regali per i bambini. Il punto di ritrovo era di fronte al bar di Piero, Luciano Emiliozzi si travestiva da Babbo Natale e distribuivamo questi pensierini. Era una dimensione sociale di comunità molto bella. Tutte le famiglie avevano due o tre figli, oggi invece i figli se ne sono andati e sono rimasti solo i genitori anziani, spesso anche soli. Il quartiere non è così popolato come prima. Ho addirittura alcuni clienti che si sono fatti fotografare al primo taglio e possiedono ancora la prima ciocca di capelli tagliata, una volta si usava fare così».  Con la chiusura del barbiere Elio il quartiere perde un’altra pietra miliare della sua storia. Nessuno però potrà mai dimenticare l’immagine di quest’uomo mite, a bordo della sua motoretta rossa sempre parcheggiata di fronte alla vetrina, intento a scherzare, parlare della sua Inter e chiacchierare con gli altri commercianti. «Anche se appendo le forbici al chiodo due clienti non li perderò mai – conclude Moretti – i miei due figli, Alessandro e Daniele continueranno a farsi i capelli da me». A loro si sono uniti negli ultimi anni anche i nipotini Mattia e Francesca, quest’ultima nata da appena un anno.

 

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Moretti in sella alla sua mitica motoretta rossa

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Elio Moretti con sua moglie Giuliana

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Moretti ritratto in un quadro di Cristallini

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Le case in costruzione e, in primo piano, Alessandro Moretti con un amico

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