Ospedale unico: ok alla variante,
ipotesi esproprio per il terreno

MACERATA - Maggioranza e opposizione spaccate in un Consiglio comunale dai toni pre elettorali. I voti di 17 consiglieri di centrosinistra assicurano l'approvazione della delibera, prima "pietra tecnica" per la realizzazione della struttura che sarà collegata alla città da una bretella già finanziata e, in futuro, tramite ferrovia. Alta tensione tra il sindaco Carancini e Anna Menghi che ha accusato la politica regionale

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Romano Carancini e Paola Casoni

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

Con la variante urbanistica dell’area della Pieve viene posta la prima “pietra tecnica” per il nuovo ospedale unico che sorgerà a Macerata. Ma la strada è ancora lunga. Di certo c’è che nemmeno su questa delibera, definita dall’assessora Paola Casoni «la variante urbanistica più importante dell’ultimo quinquennio», maggioranza e opposizione hanno trovato una quadra. Su 23 consiglieri presenti alla votazione delle 21,30 la delibera incassa i 17 voti favorevoli della maggioranza mentre dall’altro lato 3 gli astenuti e 3 i contrari.

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Romina Pergolesi, Elena Leonardi e Sandro Zaffiri

A segnare l’importanza del passaggio ma anche un clima sempre più pre elettorale in vista delle urne del 2020, è stata la presenza nel pubblico dell’assise di ben tre consiglieri regionali: Sandro Zaffiri della Lega (che ha anche interloquito con il sindaco gridandogli «Stiamo attenti a Macerata»), Romina Pergolesi del Movimento 5 stelle ed Elena Leonardi di Fratelli d’Italia.

La delibera di oggi, ha spiegato Casoni, porta dentro tre atti distinti e conseguenti: l’adozione della variante provvisoria che delimita anche alcuni confini geografici e urbanistici, l’avvio della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) in sede provinciale e la variazione della classificazione acustica di tutta la zona. Che viene portata a un livello tale da “disinnescare” possibili insediamenti industriali futuri nella vicina zona della Carrareccia ormai, a delibera esecutiva, non più industriale. E poi c’è un’altra questione, che però dovrà risolvere la Regione: il privato che possiede un pezzo del terreno ha chiesto un prezzo più alto. Motivo per cui si potrebbe procedere con l’esproprio.

Acceso il dibattito in aula, che si è aperto però con un minuto di silenzio per Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso con 11 coltellate a Roma. E poi, prima della variante, con il voto favorevole a una variazione “in extremis” per inserire a bilancio le spese inaspettate per i danni del maltempo di due settimane fa. E si è interrotto per 15 minuti, su richiesta di Deborah Pantana, per permettere a lei di invitare i presenti a un piccolo festeggiamento nei locali al piano terra dato che oggi era il suo compleanno.

ConsiglioComunale_Ospedale_FF-14-325x217Alcuni dati sull’ospedale: l’area scelta è di 23 ettari «ma abbiamo abbassato la volumetria a 450mila metri cubi per evitare speculazioni edilizie – spiega Casoni -. Mentre l’altenzza massima è stata portata a 27 metri per fare maggiori possibilità progettuali». (Sei piani, in pratica ma su cui già c’è il no dell’Udc, ha assicurato all’ingresso dell’assise Ivano Tacconi). Previsti anche parcheggi, spazi per ospitare altre strutture (come la tanto discussa scuola di Scienze infermieristiche che l’anno scorso aveva rischiato il trasferimento), una piazzola per l’eliambulanza, barriere antirumore coperte da vegetazione. Da un punto di vista geologico e ambientale «non ci sono criticità – assicura l’assessora -. Ci si arriverà con la bretella da poco finanziata, che verrà realizzata in contemporanea e anche, in futuro, tramite ferrovia». Anche la strada tra la zona “industriale” e l’ospedale «passa da extraurbana a urbana – specifica Casoni -, con tanto di marciapiede».

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Anna Menghi

Tra Anna Menghi dell’omonimo comitato e il sindaco Romano Carancini alta tensione. Menghi ha additato la politica regionale in tema sanità, trascinando nel discorso anche il primo cittadino: «Il territorio si sta rivoltando da tutte le parti contro il governatore Ceriscioli per gli ospedali unici. Tranne Macerata dove evidentemente ha trovato terreno fertile – ha detto Menghi -. Nella programmazione sanitaria Macerata non compariva e quando ci fu la prima riunione dicevamo anche con Carancini che l’ospedale di Fermo non aveva senso. Ora in teoria si fa. E di colpo appare quello di Macerata. Mi dite – ha aggiunto -, perché dobbiamo pagare 25mila euro al mese per i locali non idonei di Piediripa per gli uffici amministrativi dell’Area vasta? E il Cras che facciamo lo regaliamo all’università?»

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Romano Carancini

Carancini ha accusato la consigliera «di voler arretrare la città» invitando i consiglieri a lasciar perdere le sue «schiocchezze». Il sindaco ha chiesto sulla variante «che sia un passaggio di tutto il Consiglio comunale, perché è storico per la città. Non ci facciamo abbagliare dalla propaganda in questo momento. Questa è un delibera di tutti. Se qui si votasse no significa che Macerata non vuole l’ospedale di primo livello. Questa scelta inoltre non è della città di Macerata, è del territorio. Ed è la vittoria di tutti i sindaci». Sugli uffici di Area vasta ha concordato con Menghi: «Gli uffici amministrativi devono tornare in città. E ci sono le possibilità per poterlo fare». Soddisfatti sia Tacconi che ha tenuto a ricordare che il percorso per l’ospedale provinciale ha preso il via anche su insistenza – a colpi di ordine del giorno – del gruppo Udc e Marco Menchi (La città di Tutti), che legge nel nuovo ospedale anche una possibilità enorme di sviluppo per la “sua” Sforzacosta.

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Andrea Boccia, Roberto Cherubini e Carla Messi

Meno entusiasti i 5stelle (Roberto Cherubini, Carla Messi e Andrea Boccia), con quest’ultimo che ha sollevato diverse criticità sul progetto, compreso il fatto che così verrà cancellata la possibilità, in futuro, di un tratto ferroviario più a valle. Andrea Marchiori (Gruppo misto ma da oggi ufficializzato nella Lega), ha annunciato l’astensione giustificandola così: «Se vogliamo essere capoluogo di provincia dobbiamo tenere in conto anche le perplessità degli altri Comuni. Dobbiamo avere una sensibilità maggiore e non essere opportunisti. Pensando anche alle strutture di San Severino, Recanati e Civitanova. Non credo che il nostro territorio si presti ad avere un unico ospedale provinciale».
Paola Ottaviani del Pd, una delle ultime a intervenire, ha puntualizzato: «Dobbiamo essere contenti che l’ospedale porti con sé il potenziamento della ferrovia, che deve diventare metropolitana di superficie. Così non sarà un problema avere fermate in più a Macerata ma un’opportunità. E per quanto riguarda l’ospedale nel quartiere Santa Lucia ci saranno varie possibilità: dall’Ircr che deve essere potenziato ad esempio. Oppure il tribunale».

 

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Ivano Tacconi

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