Sistino Tamagnini
L’infermiere sindacalista può tornare al lavoro. E’ quanto hanno stabilito i giudici del tribunale di Macerata, che hanno ordinato il reintegro di Sistino Tamagnini, dopo il licenziamento di un anno e mezzo fa. All’infermiere del 118 e sindacalista della Cisl, la commissione disciplina dell’Area Vasta 3 aveva contestato otto permessi presi nell’estate del 2017: secondo l’accusa non c’era stata alcuna riunione sindacale, e Tamagnini avrebbe falsificato i moduli di autorizzazione per assentarsi dal lavoro. Da qui la decisione del direttore Alessandro Maccioni del licenziamento in tronco. Tamagnini, tramite l’avvocato Diomede Pantaleoni, aveva impugnato con un ricorso d’urgenza il provvedimento, ma il giudice del lavoro l’aveva respinto. E così si era arrivati al collegio del tribunale di Macerata, presieduto da Gianfranco Coccioli, ieri la sentenza. I giudici hanno disposto il reintegro, l’indennizzo e il pagamento di tutti i contributi, perché le riunioni c’erano state e Tamagnini aveva partecipato con l’autorizzazione della Cisl, dunque non c’erano stati comportamenti tali da giustificare un licenziamento.
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Altro esempio di dirigenti incapaci che scaricheranno i costi economici della loro incapacità, sui contribuenti.
Succede molto spesso nella PA. Non faccio esempi altrimenti ne risulterebbe un libro voluminoso.
Però, lasciatemi dire che i molti casi nella PA, di dipendenti che timbrato il cartellino pur risultando assenti, non vede mai un dirigente cacciato a pedate nel fondoschiena.
Ah, si, un dirigente non può controllare tutti i dipendenti. Ha da fare! Ha da fare? Sicuramente, ha da fare!