Massimo Lorusso
di Laura Boccanera
Turista disabile prenota in un B&B di Civitanova, ma una volta arrivato scopre che l’accesso alla depandance non è accessibile alla carrozzina. Così chiede il rimborso della caparra, la proprietaria glielo nega e intervengono anche i carabinieri. Si è trasformata in un’odissea la vacanza di Massimo Lorusso, milanese, disabile, costretto sulla sedia a rotelle. A raccontarla è lo stesso Lorusso. «Desideravo trascorrere 15 giorni di vacanza a Civitanova con mia moglie, dal 15 al 30 giugno – spiega l’uomo – e così abbiamo deciso di cercare un hotel o Bed and Breakfast a ridosso del mare. Abbiamo provato, quindi, a telefonare alla proprietaria di una struttura. Ovviamente, prima di chiamare, abbiamo letto che era classificato su Booking e TripAdvisor dai proprietari come accessibile alle persone con disabilità». La coppia arriva a Civitanova e, conoscendo bene le difficoltà dovute alle barriere architettoniche che troppo spesso si trovano nelle città, ci arriva con una pedana mobile acquistata in precedenza. «Il 15 giugno, arrivati davanti all’hotel troviamo il primo gradino invalicabile che darebbe accesso alla hall – continua Lorusso – Per nulla scoraggiati, utilizziamo la nostra pedana acquistata in precedenza, ed entriamo all’interno della hall. Per arrivare alla camera dobbiamo entrare prima in un giardino, dove c’è proprio questa dependance che abbiamo affittato per 15 giorni. Anche lì, per avere accesso al giardino, c’è un altro gradino. Mettiamo prontamente la pedana. Quando ci troviamo, invece, davanti all’entrata della dependance, dove avremmo dovuto alloggiare, ci troviamo bloccati. L’accesso è bloccato da grossi massi e rocce d’arredo che ostruiscono il passaggio. A quel punto ho chiesto gentilmente alla proprietaria di restituirmi i 250 euro di caparra anticipati mesi prima con regolare bonifico». La proprietaria però si è rifiutata di restituire la caparra e il giorno successivo Lorusso e la moglie sono andati dai carabinieri e insieme ai militari sono tornati nel B&B. «La proprietaria alla presenza dei carabinieri, decide in un primo momento di restituirmi i soldi dandomi appuntamento per le 17,30 – spiega Lorusso – ma poco prima dell’appuntamento mi invia un messaggio su WhatsApp dicendomi che era fuori zona e che sarei dovuto tornare da lei il giorno seguente. La mattina dopo però lo stesso copione, mi scrive che non vuole più ricevermi. Eppure il bonifico di caparra l’avevo fatto il 21 novembre e lei mi aveva garantito che la struttura era accessibile. Mi aveva anche mandato delle foto, evitando accuratamente quelle dell’ingresso. Oltre il disagio, la beffa. Abbiamo dovuto prenotare all’ultimo momento per non rimanere in mezzo a una strada in un altro hotel che ci è costato il doppio del prezzo e siamo stati costretti a ridurre di una settimana perché ormai non c’è posto. La mia speranza è che questa signora si metta una mano sulla coscienza perché qui siamo davanti a una chiara violazione dei diritti civili e umani».
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Di certa gente nomi e cognomi a caratteri cubitali!!!!
Visto che i B&B sono privati non credo che si sia in presenza di una violazione di diritti, che ci sia un illecito, ma solo tanta insensibilità verso i disabili.
E poi i diritti civili sono, ovviamente, diritti umani.
Signor Massimo, bisogna fare i nomi e denunciare queste persone, per il rispetto di altri che fanno il proprio lavoro e gestiscono le proprie attività con grande professionalità.
Spero che per Lei si possa risolvere questo imprevisto e godersi una buona vacanza.
Sig. Iacobini,
le risulta che dichiarazioni fallaci all’atto di una compravendita o di un contratto non prevedano risoluzioni finanche onerose degli stessi?
Se fosse così, i nostri tribunali sarebbero deserti! E invece…
Per Davoli. Se per un B&B è prescritta per legge la dotazione di scivoli e quant’altro per i disabili al B&B che ne è privo non dovrebbe data la licenza di operare. Quindi la domanda diventa: chi ha dato la licenza a quel B&B?
Davoli, ti sei spiegato benissimo e penso che tutti abbiano capito.
La cosa giusta da fare è contattare tale sig. Lorusso per sapere di quale attività si sta parlando nello specifico. Forse non è legale diffondere nomi in un giornale online, ma lo è certamente farlo facendo passaparola tra persone, anche per il bene di eventuali altri potenziali clienti truffati.