Vigili armati, Futuro in comune
presenta ricorso a Mattarella

CIVITANOVA - Indirizzato al Presidente della Repubblica dalla lista dell'ex sindaco Corvatta tramite l'avvocato Angelo Gattafoni: «Tre i vizi riscontrati»

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Da sinistra Nicola Lelli, Cristiana Cecchetti, Tommaso Corvatta e l’avvocato Angelo Gattafoni

 

di Laura Boccanera 

Armamento dei vigili, la lista Futuro in comune presenta un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Chiedono l’annullamento della delibera 522 del 27 dicembre 2018 con la quale l’amministrazione propone l’armamento dei vigili urbani per un investimento di 73mila euro. A proporre ricorso sono l’ex sindaco Tommaso Claudio Corvatta, l’ex assessore Cristiana Cecchetti, Nicola Lelli e Ivan Rosati. Nel ricorso si pone l’attenzione su tre vizi di procedura per i quali i ricorrenti chiedono il giudizio del Consiglio di stato. «Eravamo e siamo contrari all’armamento dei vigili – ha detto Cristiana Cecchetti – e siamo convinti che non può in alcun modo facilitare il loro compito, anzi può mettere maggiormente a rischio operatori e cittadini coinvolti. La delibera è stata costruita e verificata in modo insolito. La Cammertoni ha scritto la delibera e l’ha anche verificata e vidimata col parere di regolarità, è un modo incongruo di procedere».

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Foto d’archivio

La lista, anzichè ricorrere al Tar, come di solito avviene in casi simili, ha utilizzato uno strumento giuridico poco utilizzato e alternativo al tribunale amministrativo, come il ricorso straordinario al Capo dello Stato, come spiega l’avvocato Angelo Gattafoni: «E’ un ricorso straordinario che può proporre il cittadino e segue un iter diverso rispetto ai ricorsi al tribunale amministrativo. E’ più veloce e meno costoso. Va depositato in comune e questo deve inviare il tutto al Ministero competente che farà le sue osservazioni e lo invia al Consiglio di Stato che esprime un parere obbligatorio e vincolante. E la decisione non è appellabile».

Tre i vizi che la lista di minoranza riscontra nella delibera che prevede l’acquisto di 33 Glock, oltre alla formazione e alla creazione di una armeria all’interno della caserma della polizia municipale: «Anzitutto c’è un problema procedurale – continua l’avvocato Gattafoni – perché tutti i regolamenti che impattano coi servizi essenziali, e la sicurezza è tra questi, sono competenza del consiglio comunale e non della giunta. Inoltre c’è un conflitto interno che si configura anche come abuso di potere. Chi redige la delibera è il comandante Cammertoni, ma è anche colei che dà la regolarità tecnica, fa il controllore e il controllato. Oltretutto è un funzionario, non un dirigente come invece lo è la Palazzetti che però era assente e non firma la delibera. E infine anomalie anche per quanto concerne la procedura per la visita psicoattitudinale che deve essere eseguita da un ufficio specifico e invece nella delibera si fa il nome e cognome di un professionista».

 

 



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