di Laura Boccanera
«La sentenza del Tar non ci soddisfa, ricorreremo al Consiglio di stato, proporrò io un progetto per la Ceccotti: diventi il Central park della città». Gabriele Frontoni, uno dei proprietari del comparto Ceccotti interviene dopo la sentenza del tribunale amministrativo che ha dipanato la matassa sull’affare Ceccotti, l’enorme incompiuta che da 40 anni blocca lo sviluppo e la riqualificazione della zona dietro la stazione ferroviaria di Civitanova e propone anche una soluzione di grande appeal e avanguardistica, con cubatura limitata e servizi. Recentemente il Tar si è espresso sia sull’esposto presentato dalla società Prica Immobiliare contro il Comune, accogliendo l’istanza che grava sull’ente con un maxi risarcimento, sia sull’esproprio perpetrato dal Comune stesso nei confronti della famiglia Frontoni. Ma Gabriele Frontoni, promotore di una serie di esposti (nel 2016 per richiedere il risarcimento del danno derivante dall’esproprio e un secondo nel 2018) rende noto che ricorrerà al Consiglio di stato pur apprezzando alcuni passaggi della sentenza. «La sentenza del Tar Marche ci regala la soddisfazione di accertare il diritto alla retrocessione della proprietà di cui la mia famiglia era stata scippata e che reclamiamo dal lontano 2011 – afferma Frontoni -. La sentenza, a nostro avviso, è contaminata da connotazioni “politiche” volte a salvare le casse del Comune e non ci soddisfa pienamente, pertanto stiamo già predisponendo il ricorso al Consiglio di Stato perché vengano accolte tutte le nostre pretese e chiudere finalmente il capitolo relativo alla giustizia amministrativa. A quel punto resteremo vigili sui profili della penale responsabilità riguardo ai diversi esposti presentati per vari reati perpetrati dai personaggi che si sono avvicendati negli anni». Ma Frontoni non tralascia di fare una serie di considerazioni politiche in capo alle amministrazioni che negli anni dal 1997 al 2017 si sono succedute e verso le quali anche la sentenza del Tar ha mostrato una certa “insofferenza” per le scelte fatte e poi puntualmente, ai cambi di amministrazione, ritrattate.
«La principale ed innegabile responsabilità di questa vicenda è ascrivibile esclusivamente ai dirigenti, consulenti e funzionari del comune di Civitanova e alle ondivaghe strategie difensive che hanno prodotto più parcelle che risultati ed hanno avuto la principale funzione di appiattirsi sulle richieste delle società private. Sarebbe opportuno che il Sindaco come prima reazione sostituisca innanzitutto i dirigenti e funzionari responsabili degli ultimi venti anni della vicenda, hanno fallito su tutta la linea costando al comune oltre mezzo milione di euro e un cambio di rotta apprezzabile sarebbe quello di avvicendare chi ha determinato un tale disastro amministrativo e contabile. La responsabilità politica delle amministrazioni è culturale. Fino ad un anno fa si sono succeduti buoni medici ma pessimi sindaci che non hanno mai avuto una reale visione della Ceccotti appoggiandosi o a costosi pareri tecnico legali o a palazzinari senza scrupoli». Frontoni tra la proposta che fu di Mobili di un comparto a forte speculazione edilizia e quella di Corvatta/Polci con un progetto più orientato al pubblico, ma nei fatti svantaggioso per i privati propone una terza via: «la mia idea del comparto è quella di azzerare la nuova volumetria e capacità edificatoria. Salvare il costruito come la fornace, i miei capannoni e quello della Depositi e Vendite e progettare intorno un polmone verde della città accanto al centro. Sto preparando una proposta aperta a suggerimenti pubblici, una sorta di public project a costo zero perché la Ceccotti sia il polmone verde della città, un percorso vita, giochi per bambini, chioschi bar, ristorante e piccoli negozi locali. La vera natura dell’area è quella di diventare una sorta di Central Park sostenibile in pieno centro dove famiglie, bambini e ragazzi possano godere di aria pulita, benessere e prodotti sani a km zero, area smart, ecosostenibile, sicura e pulita con sistemi di video sorveglianza avanzati, biciclette elettriche, fitness e Wellness, centro culturale e per famiglie. Ciò sarebbe possibile se il Comune tornasse ad occuparsi di interesse pubblico più che di piani di attuazione e business plan privati. Dopo anni di stupri finanziari, urbanistici, fiduciarie francesi, fallimenti, tossici, è ora che quell’area trovi pace restituendo dignità ai legittimi proprietari e ai civitanovesi».
Pasticcio Area Ceccotti, ricorsi accolti dal Tar: i ritardi rischiano di costare milioni
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Tipo Central Park ex Cecchetti?
La vicenda di cui è stata vittima (uso appositamente il termine vittima) la Famiglia Frontoni è veramente vergognosa a mio parere. Faccio i miei complimenti a Gabriele Frontoni per la forza d’animo e la competenza con cui sta affrontando delle vicende che avrebbero veramente potuto portare chiunque allo sconforto.
Da sempre un sogno un central park civitanovese…..negli anni abbiamo sbagliato votare per certa politica…..personalmente poterlo fare raderei al suolo tutto….se si vuole costruire se necessario si va nelle periferie..
Complimenti a Frontoni! Grazie! Condividiamo aggiungendo che gli oneri d’urbanizzazione non debbono più essere motivo fondamentale di entrate finanziarie per il comune
civitasvolta@gmail.com
Non c’è già un ” meraviglioso” Central ParK ” ex Cecchetti? Almeno lasciate stare chi ci va a dormire.