di Gianluca Ginella
Estorsione ad un dipendente, arrestato un imprenditore 41enne, denunciato il socio. Per tre anni si sarebbero fatti versare 500 euro al mese da un lavoratore che venivano di fatto detratti dallo stipendio che gli pagavano, dietro la minaccia di licenziarlo. Alla fine l’uomo, un giovane senegalese, ha denunciato tutto ed è partita una indagine della Squadra mobile. Gli agenti hanno monitorato l’ultima consegna di denaro, effettuata ieri, poi sono intervenuti per arrestare il 41enne, M. L, per estorsione e hanno denunciato il socio. I fatti si sono svolti a Corridonia.
Le indagini della Squadra mobile di Macerata, diretta dal commissario capo Maria Raffaella Abbate e coordinate dal procuratore Giovanni Giorgio e dal sostituto Enrico Riccioni, sono partite dopo che un senegalese dipendente di una ditta edile si era rivolto alla Cgil di Macerata. Il senegalese ha raccontato una storia triste, quella di un datore di lavoro che dallo stipendio mensile di 1.400 euro gli chiedeva la restituzione di circa 500 euro al mese dietro la minaccia di licenziarlo. Col lavoro rischiava anche di perdere il permesso di soggiorno. La cosa, stando alla denuncia dell’uomo, era andata avanti per tre anni. Lui aveva resistito e vissuto tra grandi difficoltà economiche tra l’affitto da pagare e i soldi da mandare in Senegal per aiutare la sua famiglia. Alla fine non ce l’ha fatta più e si è rivolto alla Cgil di Macerata.
Il sindacato gli ha consigliato di fare denuncia e lo ha accompagnato in questura. Il dipendente è stato sentito, poi gli agenti della Mobile, coordinati dalla procura, hanno raccolto una serie di elementi utili alle indagini. Ma il quadro non poteva essere completo senza la “pistola fumante”: il passaggio di denaro dal senegalese ai datori di lavori, soci al 50 percento della ditta. Così è stato disposto un servizio specifico con agenti in borghese. Ieri il datore di lavoro e il suo socio sono andati in auto a prendere il dipendente per il versamento mensile dei 500 euro. Così i poliziotti li hanno seguiti fino alla banca. Non solo, all’interno dell’istituto c’erano altri poliziotti in borghese e la matricola delle banconote che sarebbero state consegnate era registrata. Il datore di lavoro (l’unico ad entrare in banca mentre il socio è rimasto fuori in auto) presi i soldi si è allontanato con il dipendente, sempre seguiti dagli agenti. Quando i due si sono separati, i poliziotti hanno bloccato l’imprenditore. Lo hanno perquisito e addosso gli hanno trovato i 500 euro prelevati dallo stipendio del lavoratore. Le banconote corrispondevano a quelle ritirate dallo stipendio. L’uomo è stato arrestato per estorsione e si trova ai domiciliari. Il suo socio è stato denunciato.
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Complimenti a tutti …..
La dignità del lavoro deve essere sempre adeguatamente tutelata con atti concreti.
Vivissimi complimenti alla Dr.ssa Abbate e ai suoi uomini!!
Nicola Lalla – Segretario Generale Provinciale Coisp Macerata
buttate la chiave!
Ma va.davvero? Sindacati ed ispettori del lavoro non avevano mai sentito sentore di fatti del genere? Certo non sono paragonabili allo sfruttamento a 2/3 euro all’ora ma solo perché qui ci sono elementi di truffa, evasione, ricatto che mi suona meglio di estorsione ma se poi ci rifletto tutta questa differenza dove sta? Per quello che riguarda la dignità del lavoro, io lo giudico dignitoso quando viene pagato secondo le tariffe dei contratti nazionali ossia quelli che passano sotto la lente di ingrandimento solo ed esclusivamente delle sigle sindacali più rappresentative. E poi bisogna anche parlare della dignità dei lavoratori che a volte deve figurare indegna davanti alle inchieste fatte all’interno delle aziende dai preposti che si sentono rispondere in maniera del tutto falsa per non essere licenziati fino arrivare anche al punto di dire di non aver mai visto o sentito delle vessazioni verso un altro soggetto come accade ad esempio nei casi del famoso quando quasi mai punito MOBBING perché sempre per lo stesso motivo non si sente , non si vede e soprattutto non si parla. Parlare di dignità di lavoro, per quanto appena espresso e per altri motivi lo trovo del tutto fuori luogo.
Nessuno spenderà una parola per Luca allora vorrei provarci io. Luca ha sbagliato e per questo pagherà, ha scelto il modo sbagliato per cercare di far sopravvivere la sua ditta, io invece ho scelto di non avere più dipendenti finché ci sarà questo sistema. Si perché vedete in edilizia per le piccole imprese è diventato impossibile avere dipendenti, costano troppo. Io personalmente lo dico da anni e per questo mi sono anche battuto a livello Regionale e Nazionale ma il ” sistema in edilizia” è così, malato: Non è possibile che un dipendente di Impregilo, tanto per citare una grande impresa, costi quanto un dipendente di Luca. Impregilo ha lavori che durano anni, quindi un dipendente vi ci lavora per anni senza mai spostarsi, anzi viene direttamente assunto su quel cantiere. Luca ha cantieri che durano qualche mese e durante l’anno si sposta varie volte con costi che la grande ditta non ha. Allora cari sindacati come è possibile fare i rinnovi dei contratti di lavoro con il costo dei dipendenti per tutti uguale? perché si continua ad inventarsi sempre qualcosa a livello Nazionale, a mettere sempre nuovi balzelli vedasi “Fondo Sanitario” oppure “Fondo prepensionamenti” o il “Fondo incentivo all’occupazione”, tutti balzelli, e ne avevamo già tanti, che comunque aumentano i costi per le imprese, specialmente per le piccole. Trovatemi un contratto che ha i costi come il contratto edilizia, io credo che non ve ne sia, in edilizia è diventato, per le piccole imprese, un lusso avere dipendenti e a pensare che le piccole imprese hanno fatto sempre da ammortizzatore sociale quando altri settori andavano in crisi,si perché chi perdeva lavoro alla Ariston comunque lo trovava con i muratori, questa è la ricompensa.
Luca a sbagliato ma non crocifiggetelo, non se lo merita.
Paga il lavoro in nero, pagalo il giusto anzi regala qualcosa.
Luca ha fatto solo un sbaglio, sfruttare un operaio. Difenderlo è inammissibile. Poi per tutto il resto, sono perfettamente d’accordo. Soprattutto su quell’esempio tra i costi di un operaio che lavora per un’impresa ricchissima per ricchi e una impresa che deve sopravvivere.