di Gianluca Ginella
Cita Kant e Foscolo («il sole illuminerà le esistenze sciagurate degli uomini») contrapponendoli agli insulti che ha ricevuto e alle minacce, l’avvocato Francesca Risito che è finita nell’occhio del ciclone per una fotografia apparsa sul Corriere della sera e finita in modo anonimo sul tavolo dell’Ordine degli avvocati di Ancona (ha però il suo studio a Porto Recanati). In quella foto fa il saluto romano durante una manifesta a Predappio. Il legale in questa vicenda si è affidato all’avvocato Gabriele Cofanelli «che pur essendo di idee politiche diverse dalle mie ha abbracciato questa causa per cercare la verità, come ha sempre fatto». Senza giri di parole chiarisce che chi l’ha insultata ne risponderà in tribunale «poi devolverò i risarcimenti a enti animalisti».
E’ forte ma è scossa per quello che è accaduto «per la violenza verbale che ho trovato, che mi fa paura» dice. Il legale è stata chiamata dal Consiglio dell’Ordine a rispondere di quella foto in cui fa il saluto romano. «Sono delusa per l’apertura di un fascicolo che si basa su una segnalazione anonima. In realtà non so di cosa devo rispondere. E faccio pubblicamente richiesta all’Ordine di farmi sapere quale sarebbe la supposta violazione disciplinare di cui mi si accusa». Perché «non mi posso difendere se non so da cosa devo difendermi». Il legale dice che in questi giorni «ci sono stati insulti, diffamazioni, minacce. Persone che porterò tutte in tribunale. Da chi mi ha scritto “Il cervello dovrebbe rifarsi”, a chi mi ha dato della miserabile, a chi ha scritto “Questa si sarà laureata a Tirana”. Il Consiglio dell’ordine mi ha messo in questa condizione per una segnalazione anonima – dice il legale –. Tutti conoscono la mia ideologia, che vivo però nelle opportune sedi e a casa mia. E credo che questo ancora si possa fare». Si dice delusa per «chi si erge a giustiziere della notte da tastiera. Provo un dolore profondo a 48 anni ad essere ripresa per un fatto privato, tutelato dalle norme. Ed essere esposta a pubblica gogna sinceramente non mi va». La speranza, dice ancora «è che si usi la stessa misura per tutti e che io non venga colpita per una questione politica e non professionale». Si dice pronta a combattere ma anche «certa che il Consiglio di disciplina valuterà con equilibrio questa situazione». «La mia forza è di non poter essere attaccata da un punto di vista professionale. Studio, mi aggiorno, ho conseguito master, sono chiamata a fare lezione dall’Università di Urbino nella sede di San Marino. Non ho mai chiesto il gratuito patrocinio e se ho difeso qualcuno gratis l’ho fatto per mia scelta. L’ho fatto per famiglie italiane in difficoltà».
«Io non sono di destra, le mie idee non collimano con quelle di Francesca – dice l’avvocato Cofanelli –. Ma se c’è una base di partenza che ci unisce è che una collega debba affrontare una vicenda del genere per avere espresso, nei limiti consentiti, il suo pensiero. Si trova a dover affrontare problematiche che esulano dal pensiero politico e aggrediscono la persona e la professione, una professione di cui è innamorata. Allora credo sia necessario intervenire per difendere la libertà di pensiero. Perché un giorno una cosa simile potrebbe colpire chiunque». Risito comunque tiene a ringraziare «tutti i colleghi anche di orientamento completamente opposto al mio che mi hanno espresso solidarietà. Lo stesso è stato dalla magistratura di Macerata e Ancona. Oltre a loro anche cittadini comuni. Non mi aspettavo tutte queste attestazioni di solidarietà».
(foto di Fabio Falcioni)
Avvocatessa fa il saluto romano, caso al Consiglio di disciplina «Non ho commesso illeciti»
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avvocato in realta’ l’unico errore che ha commesso è la posizione della mano nel saluto,bastava chiudere il pugno e nessuno avrebbe detto niente ….
Quanta miseria, il Consiglio di disciplina ha perso il senso del ridicolo.
Non sono certamente di destra e il saluto romano mi disturba, ma ciò non toglie che si possa minacciare e offendere personalmente e professionalmente una persona in maniera del tutto gratuita. Usate i social con garbo e non come sfogatoglio dei propri affanni.
Tutta la mia solidarietà alla collega che conosco solo di vista!