di Giuseppe Bommarito*
Quando tre albanesi trafficanti, presi nell’estate del 2017 mentre stavano sbarcando sulle costa di Porto Recanati la bellezza di nove quintali di cannabis, vengono condannati dal Tribunale di Macerata a due anni di carcere (grazie al rito abbreviato e al patteggiamento della sentenza) con tutti i benefici di legge, è evidente che il sistema repressivo in materia di traffico e spaccio di droga non solo non funziona, ma addirittura svolge funzione chiaramente incentivante.
Giuseppe Bommarito
La notizia di una tale conclamata impunità per tre grandi trafficanti rappresenta infatti uno spot eccezionale per chi, italiano o straniero che sia, già sta trafficando oppure, ancora incerto, sta valutando l’opportunità di delinquere investendo le proprie capacità nel traffico e nello spaccio di droga, il settore criminale che, a tutti i livelli, garantisce i più elevati profitti illeciti nel minor tempo. Altrettanto dicasi, per rimanere a fasi che precedono il processo e agli spot involontari, allorché gli inquirenti, anche quelli che operano a Macerata e provincia, fanno malinconicamente sapere che nell’arco di un mese hanno fermato per tre o quattro volte lo stesso spacciatore e ogni volta sono stati costretti a rimetterlo in libertà, di fatto consentendogli di proseguire la sua scellerata attività mortifera di spaccio minuto, rivolta sempre più spesso a ragazzini e ad adolescenti imberbi, inconsapevoli del tunnel dannato nel quale si vanno ad infilare.E’ come se le istituzioni, che dovrebbero proteggere la società civile e soprattutto le fasce più deboli, dicessero a chi è già nell’ambito degli stupefacenti o sta meditando se buttarcisi dentro: andate avanti, consultate qualche esperto che vi possa dare le dritte giuste sulle modalità più “sicure” di spaccio e poi trafficate e spacciate a tutto spiano, guadagnate tutto quello che volete, a noi proprio non ce ne importa nulla dei morti per overdose, dei cervelli che vanno in fumo, dei ragazzini che predispongono il loro sistema cerebrale a gravissime malattie psichiatriche di immediato riscontro o destinate a manifestarsi a distanza di anni, del dolore e della sofferenza degli interessati e delle loro famiglie, dell’enorme giro di criminalità e di soldi che ruota intorno alla droga e che a poco a poco sta inquinando l’intera società italiana.
I pacchi di marijuana sulla spiaggia di Porto Recanati
Badate bene: la colpa di tale allucinante stato di cose non è del giudice e delle forze dell’ordine, che non possono non applicare le leggi in materia, o degli avvocati difensori che fanno solo il loro mestiere costituzionalmente riconosciuto. La colpa è del legislatore che fa le leggi, il quale per superficialità, per incomprensione della gravità del fenomeno, in qualche caso per collusione con la criminalità organizzata, ha negli ultimi anni costruito, con ben quattro provvedimenti “svuotacarceri”, un (falso) sistema di repressione caratterizzato dall’impunità quasi totale, tale da far crescere a dismisura il problema criminale della droga e dei suoi dintorni, appannaggio esclusivo della grande criminalità organizzata italiana e straniera e dei suoi affiliati operanti sul territorio, consapevoli o inconsapevoli (ad esempio, anche il ragazzino che spaccia al compagno di banco agisce, sia pure senza saperlo, come terminale delle mafie). Alcune brevi considerazioni, certo non esaustive, chiariranno il concetto ed evidenzieranno ciò che, in materia, dovrà essere necessariamente oggetto di profonde modifiche legislative, se veramente si vuole combattere la droga ed evitare di far girare costantemente a vuoto le forze dell’ordine e la magistratura che indaga e che decide. Basti pensare che le forze dell’ordine non possono procedere all’arresto di uno spacciatore nemmeno se colto in flagranza (cioè proprio mentre sta spacciando o sta fuggendo) perché per il singolo spaccio la pena massima prevista generalmente non supera i tre anni. E ciò anche se gli arresti della stessa persona per spaccio vengono reiterati in un breve arco di tempo. Al di fuori della flagranza, nessun indiziato di delitto, magari individuato dagli inquirenti dopo lunghe e sfiancanti indagini investigative su qualche rete di spaccio, può essere fermato (anche se vi sono gravi indizi di colpevolezza e pure se vi è pericolo di fuga), se la reclusione ipotizzabile non è inferiore nel minimo a due anni e superiore nel massimo a sei anni (limiti che quasi sempre escludono il singolo spaccio).
Il tribunale di Macerata
Ebbene, non sarebbe giusto prevedere tale benevolo atteggiamento, giustamente definito come pacchia per chi delinque, solo per il primo caso di potenziale arresto in flagranza o di fermo per attività di spaccio? Passando dalla fase delle indagini a quella del dibattimento, grande successo hanno nel mondo dei malavitosi del settore droga (quando le prove a loro carico sono inequivocabili o abbastanza evidenti) il giudizio abbreviato e l’applicazione della pena su richiesta delle parti (il cosiddetto patteggiamento). Il giudizio abbreviato, svolto dinanzi al giudice dell’udienza preliminare, consente all’imputato di ottenere uno sconto della pena pari ad un terzo a seguito della rinunzia al dibattimento e ai tempi lunghi che esso comporta. Analogamente avviene nel caso del patteggiamento, laddove l’imputato, rinunziando a difendersi e a far valere la propria innocenza, può chiedere al giudice l’applicazione, nella specie e nella misura indicata, di una sanzione sostitutiva o di una pena pecuniaria, diminuita fino a un terzo, ovvero di una pena detentiva quando questa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a un terzo, non supera cinque anni soli o congiunti a pena pecuniaria. Insomma, una riduzione di pena veramente consistente che, per chi è colto con le mani del sacco o è incastrato da prove molto forti, è altamente appetibile. Non sarebbe il caso di escludere entrambe tali possibilità laddove, per la buona consistenza o addirittura la graniticità delle prove raccolte nella fase delle indagini preliminari, e quindi per la non particolare complessità del giudizio ordinario, non v’è motivo di concedere sconti a chi delinque nel settore della droga?
Il parlamento
Per non parlare poi degli innumerevoli benefici previsti in sede di esecuzione della pena miranti a scongiurare o a ridurre il periodo da passare in carcere a processo ormai concluso definitivamente. E’ vero e giusto che la pena debba portare ad un ravvedimento del reo, ma se quest’ultimo, una volta uscito (ammesso e non concesso che in carcere vi entri realmente), riprende a delinquere, e quindi, nel nostro caso, a spacciare e a trafficare, perché dare una terza, una quarta, una quinta possibilità a chi continua a distribuire quella fattispecie di merda del diavolo chiamata droga? E soprattutto, quando si capirà che lo spaccio minuto, sempre sottovalutato perché – così si diceva e così si dice ancora in molti ambienti – l’attenzione maggiore degli inquirenti doveva essere destinata ai grossisti e ai grandi trafficanti, è, soprattutto per i giovanissimi consumatori, il momento di ingresso nel mondo della droga e l’avvio di un percorso che poi sarà molto difficile fermare e che comunque potrà portare solo guai a livello fisico, psichiatrico, familiare, scolastico, lavorativo, sociale, giudiziario? Le pene per lo spaccio minuto, attualmente ridicole nella misura, dovranno essere senz’altro aumentate, quindi, così come, per tutti gli spacciatori individuati, dovranno essere obbligatoriamente condotte quelle investigazioni – verifiche sui tabulati telefonici e riscontri testimoniali – finalizzate a ricostruire l’esatta portata della loro attività di spaccio, che non è mai limitata alla singola vicenda per la quale essi di tanto in tanto incappano nelle forze dell’ordine. In definitiva, bisogna rendere non conveniente delinquere, e quindi occorrono l’aumento delle pene soprattutto per l’attività dello spaccio, la certezza della pena da raggiungere limitando quanto meno per i recidivi tutti i benefici in sede di esecuzione della pena, l’aumento della possibilità della carcerazione preventiva per i reati di droga, la preclusione quanto meno nella seconda occasione del ricorso al giudizio abbreviato e al patteggiamento. Ci sono parlamentari disposti, al di là delle appartenenze partitiche, a farsi portavoce di queste indifferibili modifiche legislative, che, sole, potranno portare un argine al sistema attuale di spaccio libero alla luce del sole, che definire una barzelletta è poco?
*Presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
cioè l'operaio a 1000 al mese e questi con un carico stanno apposto per 10 anni e se li beccano neanche possono arrestarlo... cè qualcosa di molto malato e marcio in chi legifera
Poi qualcuno ancora si chiede perché la gente si i******??? Leggi fatte male e applicate peggio.
Un Naufragio servirebbe...
Ma i nostri parlamentari non modificheranno mai queste leggi assurde in quanto sono lievi anche per loro guardate gli scandali delle spese facili nelle regioni di quelli che siedono in parlamento dopo essere stati condannati senza fare nomi, i primi a rimetterci sono proprio loro.
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Se non erro per quel quantitativo di droga in Thailandia è prevista la pena di morte, la qual cosa a occhio e croce è abbastanza disincentivante. In Italia la pena di morte non c’è più, va bene, ma nel caso in esame ci vorrebbe una pena almeno quadrupla di quella ora prevista dal codice. Ma purtroppo i parlamentari sono scomparsi come commentatori di CM.
Attenzione Bommarito chiedere pene più dure per gli spacciatori, può significare essere razzisti o fascisti.
Come siamo messi!!!!
Per Andrea Monachesi
Il problema non è passare per fascisti o razzisti. Il problema è gravissimo e trasversale e colpisce soprattutto i ragazzi più giovani.
Di fatto oggi la situazione è non solo di libero consumo, ma anche di libero spaccio (come in maniera clamorosa hanno dimostrato le vicende di Pamela e di Desiree, e migliaia di vicende analoghe che non raggiungono le prime pagine dei giornali solo perchè non si verifica la morte della vittima), altro che regime proibizionista.
Tutti i partiti, senza distinzione di fede politica o di appartenenza, dovrebbero farsi carico di modificare questa inaccettabile pacchia dei signori della droga, a partire dai capi clan mafiosi sino agli ultimi spacciatori, che colpisce in maniera drammatica i nostri figli.
Con le altre associazioni con cui facciamo rete (La Rondinella, Insieme in sicurezza, CitaNO alla droga) e con chi vorrà far parte di questa battaglia valuteremo la possibilità di chiedere un incontro a tutti i parlamentari della nostra provincia per capire se vi è o no la disponibilità a procedere con le opportune proposte di legge alle profonde modifiche legislative richieste nell’articolo, altrimenti sarà necessario avviare una raccolta di firme da inviare al Parlamento.
Letto or ora dall’ ANSA :”ANSA) – ROMA, 29 NOV – “Da semplice senatore presenterò un disegno di legge per inasprire le pene per gli spacciatori in modo da punirli come gli assassini visto che vendono morte”. Ad annunciarlo è il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini conversando con i cronisti fuori della Camera.”
Personalmente trovo assurdo che fra tutti i partiti, nessuno, ripeto nessuno, si senta in dovere di combattere questa guerra, con l’intento di vincerla. Poi, vorrei capire il perché sia tollerata la cosiddetta “modica quantità per uso personale”, scappatoia che permette di spacciare pur dovendo fare qualche giretto in più. Infine, visto che le leggi si possono anche interpretare, mi chiedo se intanto i giudici non possano farlo in maniera estensiva, dando prova, con la loro autorevolezza, di voler far capire ai politici che le cose non possono essere lasciate ancora nel limbo in cui sono. E, mi si dia pure del razzista, visto che sono costretto tutti i giorni a leggere questi fatti, gli stranieri coinvolti, scontata l’auspicabile pena, debbono poi essere immediatamente rimpatriati. Ma veramente, non dando loro quel sempre più ridicolo foglio di via.
Per l’avv. Bommarito. Per la legge di iniziativa popolare è necessario raccogliere almeno 50.000 firme e presentare la proposta alla Corte di Cassazione. Ci si riuscirebbe?
Per Aldo Iacobini
Da solo certo che no, ma con una rete di associazioni e con una vasto sostegno popolare la cosa potrebbe rendersi possibile.
Bravo Giuseppe! Anzi bravissimo. Mettiamoci all’opera con l’iniziativa popolare, possiamo farcela.
Ah, sancta simplicitas… nella scorsa legislatura delle 32 proposte di legge di iniziativa popolare nessuna è arrivata al traguardo. Peraltro anche colpevolizzare i legislatori, intesi come parlamentari, è del tutto insensato perché solo lo 0,36% delle 4000 proposte presentate nella scorsa legislatura da deputati e senatori sono diventate leggi: in Italia legifera solo l’esecutivo… la verità è che non esiste nessuna speranza di sconfiggere la droga, non esiste nessun mezzo per lottare contro lo spaccio… Traini aveva avuto una mezza idea, oggettivamente molto rozza, ma è stato condannato con sentenza mirabile ed equilibrata.
Per Franco Pavoni
A proposito di “sancta semplicitas”, a lei, che è un uomo di indubbia cultura ed un fine intellettuale, autore di dotte citazioni e di considerazioni acute e spesso condivisibili, non sembra un po’ semplicistico risolvere il problema del traffico e dello spaccio di droga sparando alla cieca su sconosciute persone di colore?
Nemmeno Tex Willer sparava all’impazzata come ha fatto Traini, che peraltro, contrariamente ai suoi estimatori, si è detto ampiamente pentito del suo gesto e ha chiesto scusa alle sue vittime.
Sicuro che l’offerta debba essere combattuta con determinazione nettamente maggiore a ogni livello della stessa,ma si tratta sempre di un mercato fatto di domanda ed offerta.E’ molto più difficile combattere la domanda che,però,nasce da tante cause sulle quali bisognerebbe interrogarsi per cercare almeno di attenuarle al fine di ridurre se non spegnere la domanda,senza la quale questo mercato dannato finirebbe.Non dimenticherei nemmeno che la domanda spesso per i mezzi finanziari che richiede è fonte di altri comportamenti illeciti,come si legge nelle cronache.
Comunque, qualcosa di cui non sappiamo o non possiamo parlare deve essere successo. Qualche anno fa, mai e poi mai lo stesso spacciatore si sarebbe ripresentato il giorno dopo a spacciare dove fermato il giorno prima o nei paraggi il giorno dopo o dopo ancora. Per chi è duro di comprendonio non pensi alle nostre leggi troppo permissive.
Traini, sparava all’impazzata? Forse all’epoca devo essermi perso qualcosa.
I legislatori che operano all’interno del “Sistema” hanno la direttiva di mantenerlo attraverso la “distrazione” mentale delle masse, specie quelle giovanili da sempre più sensibili all’impegno contro ingiustizie e sopraffazioni. La diffusione degli stupefacenti, da tempo integrati anche dal progresso(?) tecnologico (con il tacito consenso di genitori ed educatori) è quindi, oltre le apparenze, artatamente e concretamente protetta. Non resta che confidare nel ‘cambiamento’ programmato dal neo Governo, ma la vigilanza e la partecipazione attiva dei cittadini sono comunque indispensabili!
Per Tamburrini. Caso mai prima i giovani si impegnavano (frequentando le sezioni dei vari partiti). Ora come e dove si impegnano? Su Facebook? su Instagram?
Una TUTA ARANCIONE, catene alle caviglie pardon braccialetto elettronico e via al lavoro dalle 12 alle 16 ore al giorno – come in moltissimi paesi anche democratici (cfr USA). Ovvero LAVORI FORZATI pardon LAVORI OBBLIGATORI o come vengono meglio definiti oggi ipocritamente LAVORI SOCIALMENTE UTILI. Sono certo che scoraggerebbero chiunque a mettersi non solo a VENDERE MORTE ma anche coloro che si macchiano di reati orrendi quali il maltrattamento di bambini/anziani/donne/animali. Per il governo un suggerimento: https://www.ilpost.it/2015/05/31/adx-florence-carcere-piu-sicuro-stati-uniti/
mandarli a zappare,a rifar case dei terremotati SBADILARE SPICCONARE SCARIOLARE e tutto il resto
calare il peso economico al cittadino e tanto e tutto e di piu
1° comm. Comunque, qualcosa di cui non sappiamo o di cui “ non possiamo parlare “ deve essere successo. Qualche anno fa, mai e poi mai lo stesso spacciatore si sarebbe ripresentato il giorno dopo a spacciare dove fermato il giorno prima o nei paraggi il giorno dopo o dopo ancora. Per chi è duro di comprendonio non pensi alle nostre leggi troppo permissive.
2° comm. Traini, sparava all’impazzata? Forse all’epoca devo essermi perso qualcosa.
3° comm. Povero drogato, sfruttato da tutti.
Tre commenti semplicissimi, diretti, che colpiscono chi sa di sentirsi colpito e nessuno pubblicato. Perché non pubblicarli, tanto saranno in molti a non capire specialmente il primo, che definirei tecnico. Quello riguardante Traini poi, è talmente ovvio che non capisco perché non meriti di essere postato. Non ha sbagliato un colpo, quindi di che impazzata si parla. Non voglio mica contraddire Bommarito, voglio solo aggiustare il suo di tiro che ultimamente cade anche lui nell’ovvietà assoluta sapendo che la lotta alla droga non si fa come viene ripetuto con le stesse identiche e ripeto frasi ovvie, stantie che sembrano voler affrontare il problema e manco lo sfiorano, Stavolta non mi pare ci sia rischio di denuncie ecc. Anzi a questo punto ho commentato ulteriormente quindi questo diventa il :
4° comm. ai commenti che non vedo postati. Chiosa al quarto commento. Il povero drogato, sfruttato da tutti mira nella mia semplice scrittura a colpire le coscienze. E’ il più arcano specialmente per chi lo capisce e scuote la testa.
Ah, ce n’era un altro, ma in fondo poco mi importa se a qualcuno piace illudersi e addirittura ci ragiona sopra. Cieco non è almeno che non abbia qualcuno che scriva per lui, quindi ha per forza il suo ” Punto di vista “. Lo sottolineo perché colgo l’occasione per il doppio senso, il primo del tutto personale per chi ha fatto un commento che me l’ho ha suggerito in maniera tale che ci potevo far scappare ” il Motto di spirito ” freudiano, breve ed arguto.
Bommarito, quel che ha fatto Traini, il folle raid da lupo in scorribanda, è meno importante del perché lo ha fatto. Traini è uno che si è rovinato, uno che ha distrutto la propria vita per un atto puro del tutto destituito d’interesse personale, per una sua idea di giustizia, è possibile che l’abbia fatto per stupido fascismo razzista ma non è probabile perché la miccia è stata lo squartamento di Pamela cioè il manifestarsi della ferocia, della brutalità, della barbarie senza limiti, tendente all’infinito. La follia di Traini nasce da un’immensa empatia, pure lei che da anni si batte contro il deserto dell’indifferenza e del menefreghismo inconsciamente a poco a poco se ne è convinto se prima scriveva di spari contro innocenti e adesso scrive di spari contro sconosciuti… io non ammiro Traini, credo sia migliore di me: è molto diverso…
Per quello che scrive non dovrebbe essere difficile.
… ma che sorpresa sbalorditiva: Poloni che scrive qualcosa di ingegnoso… per la prima volta, dopo tanti anni, che miracolo, che miracolo…
Egregio signor Pavoni, mi perdoni, ma quale sarebbe l’ingegno!? Se vorrà delucidarmi, gliene sarò grato. Ossequi. gv
Egregio Vallesi, tenga presente la crisi degli ammassi dei consorzi agrari… un po’ d’indulgenza è doverosa…
Egregio signor Pavoni, concordo; però pensi a quanto ne avrebbe guadagnato l’agricoltura!! Ossequi. gv