Polo scolastico a San Ginesio,
Fiori e Cangini attaccano:
«Una storia di superficialità e incompetenza»

IL CASO - Il senatore e il commissario di Forza Italia per le Marche intervengono sulla questione: «Pomposamente promesso prima da Errani e poi dalla De Micheli, ma a causa di un vincolo ambientale e paesaggistico non potrà essere edificato come previsto nel progetto originario. Pur di tagliare un nastro e fare un po' di propaganda non sono state fatte tutte le necessarie verifiche»

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Il cantiere a San Ginesio

 

«Annunci. Promesse. Inaugurazioni. Una gara aggiudicata. Circa 10 milioni di euro. Opere di demolizione avviate. Apertura del nuovo cantiere e posa della prima pietra. Stiamo parlando purtroppo del progetto di una scuola che non vedrà la luce».  Sono il senatore Andrea Cangini e il commissario di Forza Italia per le Marche, Marcello Fiori a porre l’accento sulla «storia paradossale del nuovo polo scolastico di San Ginesio, pomposamente promesso dai Commissari alla ricostruzione, prima Vasco Errani e poi Paola De Micheli, che a causa di un vincolo ambientale e paesaggistico non potrà essere edificato come previsto nel progetto originario».

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Franco Cangini e Marcello Fiori

Descrivono quella che definiscono come «una storia di superficialità e incompetenza, nella quale pur di tagliare un nastro e fare un po’ di propaganda, non sono state fatte tutte le necessarie verifiche e acquisiti per tempo i prescritti pareri. Non ci voleva davvero molto – proseguono – a capire che era obbligatorio acquisire il parere della Soprintendenza vista la collocazione dell’opera a ridosso delle Mura medievali. Ha perfettamente ragione il nuovo sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, insediatosi a meta’ giugno e quando tutto era già avvenuto, nel pretendere massima chiarezza e certezza di approvazione del nuovo progetto che e’ stato predisposto, riducendo le cubature e ricollocando i volumi secondo le indicazioni della Soprintendenza, entro la data del prossimo 8 novembre – puntualizzano in conclusione Cangini e Fiori – Non siano la comunità di San Ginesio, gli studenti e le loro famiglie a pagare per l’incompetenza di chi avrebbe dovuto garantire la ricostruzione di un’opera fondamentale per evitare l’abbandono del territorio».

 

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