«Nessuna certezza sulla ricostruzione delle scuole». L’allarme è del sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, dopo che ieri la conferenza permanente si è conclusa con un nulla di fatto. Assente la Soprintendenza. «Esigiamo una risposta entro dieci giorni, positiva o negativa – attacca il sindaco di San Ginesio –. Siamo l’unico Comune su oltre cento che non ha ancora l’approvazione per la ricostruzione delle scuole. Il 25 luglio 2018, in Regione, in una riunione in cui erano presenti il comune di San Ginesio, la Soprintendenza, il commissario straordinario per la Ricostruzione, Paola De Micheli, e i tecnici della Struttura commissariale si decise di elaborare due proposte di revisione del vincolo. Quella che sembrava essere più idonea fu presentata dall’Ufficio del commissario straordinario alla Soprintendenza di Ancona il 7 agosto». Una urgenza quella delle scuole a San Ginesio che richiedeva una risposta immediata e l’amministrazione questa risposta l’ha sollecitata con pressioni continue che hanno portato alla convocazione di una nuova conferenza permanente, quella di ieri. Presenti, oltre al Comune, l’ufficio Ricostruzione, i rappresentanti del Mibact e il dirigente della Provincia di Macerata. Assente la Soprintendenza di Ancona. «Dal momento che i presenti non potevano esprimere il parere determinante per sbloccare la questione delle scuole, abbiamo perso ancora tempo – dice il sindaco –. Ho fatto mettere a verbale che entro dieci giorni vogliamo una risposta sulla rimodulazione del vincolo da parte di chi di dovere, positiva o negativa. Ho chiesto che, in caso di riposta negativa, venga comunque attribuito al Comune un contributo idoneo per la realizzazione, a San Ginesio, di tutti gli istituti e che vengano ripristinati immediatamente gli impianti sportivi preesistenti nell’area del cantiere. Se non arriveranno risposte chiare – ha detto ancora Ciabocco –, il Comune metterà per iscritto che prenderà in mano la situazione e formulerà la sua proposta coinvolgendo la cittadinanza. In ultima ipotesi, stiamo valutando anche di ricorrere alla Procura per fare definitivamente chiarezza».
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