di Laura Boccanera
(Foto di Federico De Marco)
Ruba un melone e altri generi alimentari dal magazzino dello chalet e ristorante “I due re” di Civitanova, il proprietario gli lascia la refurtiva e non lo denuncia. Un furto per necessità, di una persona in difficoltà economiche, costretto a rubare per mettere qualcosa sotto i denti. La sua storia colpisce il titolare dello chalet e informato dai carabinieri decide di soprassedere e di lasciare al ladro quanto prelevato da uno scatolone. E’ successo questa mattina, poco prima dell’alba, alle 4,30 del mattino sul lungomare Piermanni di Civitanova. I carabinieri nel corso di un controllo hanno sorpreso un 53enne civitanovese negli spazi esterni di un noto chalet e nella borsa che portava a tracolla, dopo la perquisizione i militari hanno trovato un melone, delle uova, una lattina di olio e altri generi alimentari di prima necessità. Dopo un controllo della struttura i carabinieri hanno appurato che i prodotti erano stati rubati da uno scatolone vicino al magazzino. Informato dell’accaduto dai carabinieri, il proprietario, conosciuta la storia del ladro, una persona in difficoltà, ha deciso di chiudere un occhio. Non solo non lo denuncerà per furto aggravato, ma ha deciso di lasciargli anche la refurtiva. «Penso che lo avrebbe fatto chiunque – commentano Michela Malatini assieme al marito, titolari della pizzeria – non conosciamo direttamente questa persona, ma i carabinieri ce lo hanno segnalato come un pover’uomo in difficoltà e abbiamo preferito non complicargli ulteriormente la vita. Ci hanno detto che era un padre di famiglia, in pratica ha rubato due meloni, un po’ di pane e un po’ di olio, altre mille persone avrebbero fatto lo stesso. Vorremmo anche risalire a lui, ogni sera siamo costretti a buttare via un sacco di roba, piuttosto che mettersi nei guai potremmo aiutarlo se è vero che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena».
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ditelo alla boldrini che gli italiani pure si muoiono di fame mentre lei sfila sulla nave dei clandestini serviti e riveriti a spese nostre.
Un elogio alla sensibilità del titolare . Bellissimo esempio in questo mondo globalizzato. Sì forse è il caso che la Boldrini lo sappia…
[ai commenti precedenti] Prima ditelo a chi governa, poiché risolvere la povertà sarebbe loro lavoro (a nostre spese)… ditelo a quello che avrebbe dato il reddito di cittadinanza e invece niente… o a quell’altro che urla contro dei poveri disgraziati che scappano da fame, miseria e torture ma che non ha mosso una paglia contro la povertà dei suoi tanto declamati connazionali…
Poi, potete dirlo anche a chi vi sta antipatico, ma non è che serva a molto.
La verità è che combattere la povertà è difficile, oltre che elettoralmente paga sempre poco o niente. Quindi c’è chi prova a ridurre la povertà, chi non ci pensa nemmeno a considerarla, ed infine quelli che spostano l’attenzione, perché è più semplice distrarre che cercare soluzioni. Ed è parimenti più semplice essere distratti: molto più facile lasciare il vicino di casa senza aiuto e prendersela con qualche altro poveraccio che magari ha la pelle differente.
Non sarebbe il caso di lasciar perdere a criticare gli altri (di che poi non si sà), e fare qualcosa per ciò che dovrebbe starvi a cuore, tipo ridurre la povertà?
Per combattere la povertà, bisogna combattere la ricchezza. Leonida Rubistein
micucci , hai centrato il bersaglio
Per Principi. Si sarà identificata con Rose (interpretata da Kate Winslet) , la protagonista, insieme con Jack (Leonardo DiCaprio) del film ‘Titanic’.
Andrò a mangiarci. Gente con questo cuore, va premiata. Spero che molti facciano la stessa cosa.
Su questa storia potrei anche trovare da ridire e magari sarebbe anche sciocco ed inutile. Quindi mi limito solo ad una breve e per me importantissima affermazione. Si sente parlare spesso dei milioni di italiani che se non fanno proprio la fame è perché hanno già mangiato, dopo si vedrà. Però queste notizie si leggono ma ci sembrano così lontane e forse non suscitano l’interesse che dovrebbero e anche se lo suscitano non cambia niente. Questa notizia ha di bello che mette in risalto che non ci siano solo stranieri che quando vengono buttati dalle associazioni malefiche in mezzo alla strada o si danno da fare o assaggiano anche loro i morsi della fame come li sente il signore dell’articolo costretto a rubare per fame. Adesso possiamo anche dire che chi ruba per fame non fa reato come diceva De André e come sempre ho pensato anch’io, però abbiamo sotto gli occhi almeno uno dei milioni di italiani che fanno la fame e non è che a Civitanova sia il solo. Ecco, adesso quando leggiamo di uno solo o di milioni di italiani e anche stranieri che vorrebbero mangiare come tutti, perché se la fame è uguale per tanti, per quelli che non sanno se oggi o domani mangeranno è ben diversa, più sentita, rabbiosa, sì rabbiosa è per me il termine giusto, sappiamo che non è semplicemente riportata dal giornale magari per i soliti giochetti politici dove si incolpano a vicenda e non fanno niente, ma localizzate la vostra attenzione solo su una cosa e cioè che nella tanto civile Italia, patrimonio dell’Umanità, con secoli di storia alle spalle e qualche battaglia anche per sradicare la povertà, ha milioni di italiani che come si dice adesso, sono sotto la soglia di povertà e che significa che tanti vecchi, bambini,grandi, ci metto anche uomini e donne così ci ho più o meno messo tutte le categorie umane secondo l’età e la natura fisica, lottano per sopravvivere.
Io lo dico a Lei Giacomo Fiorani xchè mi stà antipatico , lo mantenga Lei a casa sua, a sue spese. Non a spese nostre.
Caro Rinaldo Gnocchini, non credo (e penso che nemmeno lei lo creda) che io possa essere la soluzione ai problemi di tutte i le persone di mezza età costrette a rubare un melone e quattro uova per fame.
D’altronde non credo che io possa trovare soluzione a tutti i terremotati, però ho dato il mio letto ad una parente che si è trovata senza casa e sono andato a dormire sul divano, almeno per far passare l’emergenza. Perché credo che nelle situazioni di emergenza ci si debba dare una mano. Però credo fermamente che sia lo stato a dover trovare soluzioni affinché tutti possano vivere meglio la loro normale quotidianità, soprattutto aiutando chi si trova in situazioni di difficoltà, quale che ne sia la causa. Perché lo stato siamo noi, noi che siamo una comunità che deve funzionare, nella quale mettiamo un po’ del nostro perché tutti possiamo vivere meglio con i mezzi che ci creiamo, non solo come privati cittadini, ma anche in quanto parte di una comunità.
E la comunità non funziona né con la guerra tra poveri, né con i capri espiatori o spostando la polvere sotto i tappeti.