Un commerciante mostra il nuovo prodotto
di Federica Nardi
(foto di Fabio Falcioni)
È la foglia a sette punte più famosa del mondo e adesso a Macerata si compra in pieno centro, legalmente. È una rivoluzione partita in sordina quella della marijuana senza sostanze psicoattive, e quindi legale. Molti tabaccai non la vendono ancora, timorosi di perdere la licenza per una legge ancora ambigua che a loro consente la vendita solo per fini collezionistici. Discorso a parte per i negozi specializzati. Se ancora «le persone vengono qui con l’idea del proibizionismo che c’era prima e si mettono paura», dice Santino Lipari del negozio Indoor nova (il primo in città dedicato alla canapa che ha aperto ad aprile in via Lauri), la legge ha già superato le perplessità culturali con una direttiva europea recepita anche in Italia. E non chiamatela droga.
Alcuni prodotti a base di canapa
«Il thc, la sostanza psicoattiva, è nullo, è sotto il 5 percento – spiega Lipari -, quindi il fisico non reagisce nemmeno a quella quantità. Mentre il cbd, la sostanza rilassante, agisce sul sistema nervoso e sui muscoli». Nel negozio di via Lauri «la maggior parte dei prodotti – prosegue il dipendente – provengono dall’Italia. A parte qualche tisana che prendiamo dalla Spagna, ma solo perché in Italia alcune linee, come quella cosmetica, non si producono». La marijuana è un toccasana «per vari problemi – spiega Lipari -. Può aiutare per la pelle, per l’artrosi, per problemi alle ossa e muscolari. Aiuta nei sintomi delle malattie degenerative. Inoltre prodotti come l’olio e le tisane vengono usati soprattutto in ambito terapeutico. In alcuni casi serve il thc – spiega -, e quindi c’è la prescrizione medica». Solo che in questi casi i prezzi vanno alle stelle. «Il sistema sanitario – prosegue Lipari – acquista la marijuana con thc dall’America o dall’Olanda, perché in Italia con la legge che c’è non la puoi produrre e i malati rischiano di restare senza la materia prima. Come quest’anno che la produzione militare è andata male e il prodotto non era adatto alla terapia». Ma chi compra le infiorescenze? «Più che altro – conclude Lipari – gente di media età, tra i 30 e i 40 anni».
L’età di chi compra la cannabis si alza ancora di più in corso della Repubblica, nel negozio Style cloud di Diego Sette, che invece ha introdotto i prodotti a base di marijuana da marzo. «La clientela – dice Sette- è quella che va dai 50 anni in su. I giovani non ci si avvicinano proprio per niente e la vendita ai minorenni è vietata». Nel suo negozio «la cannabis contiene lo 0,2 percento di thc – spiega Sette -, e a seconda della marca c’è un livello di cbd. I formati vanno da un grammo a due grammi e mezzo. È legale a tutti gli effetti anche se io consiglio ai clienti di aprirla a casa perché se sono soggetti a controlli, è lecito che li portino in caserma per verificare che sia quella legale. Quindi oltre al fatto che non si può rollare come una sigaretta (va esalata o usata per l’aromaterapia), consiglio di usarla con discrezione». Anche qui «i prodotti sono tutti italiani e i produttori sono soggetti a controlli proprio per evitare che il thc superi la soglia di legge, altrimenti diventa illegale».
La canapa in vendita in un distributore automatico del centro
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ce l’avete fatta a drogare legalmente i nostri figli e nipoti? Dio vi stramaledica!
E’ fiscalmente detraibile?
Grande operazione mediatica portata avanti a livello internazionale per far considerare normale ciò che normale non è e per aprire la strada anche in Italia alla legalizzazione della cannabis ricreativa.
“Saviano come Bernays?
C’è un’analogia tra l’attuale campagna per la legalizzazione della cannabis e quella a favore del tabacco legale, condotta nel 1929 dal pubblicitario, padre delle tecniche di manipolazione di massa, Edwards Bernays. Quest’ultimo fece passare il fumo di sigaretta come un simbolo di emancipazione femminile, lavorando così al servizio delle industrie di tabacco. Con la legalizzazione della cannabis quegli stessi miliardari vedrebbero aumentare a dismisura gli affari e invertirebbero la rotta in un momento in cui il consumo di sigarette ha visto una diminuzione dovuta alle restrizioni. Mutatis mutandis, Saviano sarebbe un po’ il Bernays contemporaneo. Forse in modo inconsapevole, lo scrittore campano farebbe il gioco delle grandi aziende ma anche dei poteri forti. Aldous Huxley, sempre negli anni ’20 “raccontava che le droghe ricreative sarebbero potute diventare uno strumento di sedazione sociale, istituendo una ‘dittatura dolce’ ma molto più efficace di quella repressiva”.”
Edward (senza ‘s’) Bernays era d’altronde il nipote (figlio della sorella Anna) di Sigmund Freud. Morì a 104 anni, il 9 marzo del 1995.
Volete scommettere che chi ci guadagnerà sarà anche lo stato? Così potrà essere spacciatore legalizzato. E’ sempre più difficile fare il genitore in questo sistema.
Chi ha messo il pollice verso al mio commento su Bernays, che di fatto è solo una notizia, sappia che Freud è stato uno dei più grandi pensatori che sia mai esistito.
Quoto al 100% i commenti di Rapanelli e dell’avv. Bommarito. Quella dei paradisi artificiali non è rivoluzione ma retrocessione, oltretutto in violazione dell’art. 32 della Costituzione, che recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”.