Lutto a Camerino,
è morto l’ex sindaco Dario Conti

AVEVA 73 ANNI e si è spento nel primo pomeriggio all’ospedale di Macerata. Sempre battagliero, dopo il sisma si è attivato per aiutare la sua città e l’entroterra. Ora chiedeva una legge speciale per la ricostruzione. Il ricordo del primo cittadino Gianluca Pasqui, di Massimiliano Sport Bianchini, Ivo Costamagna e Flavio Corradini

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Dario Conti

 

di Monia Orazi

L’ultima battaglia di Dario Conti sarebbe stata quella di una legge speciale per la ricostruzione dopo il terremoto. Questa volta però dovranno essere altri a combatterla perché l’ex sindaco di Camerino si è spento nel primo pomeriggio di oggi a 73 anni, ne avrebbe compiuti 74 il 19 giugno. Era ricoverato all’ospedale di Macerata dopo un intervento chirurgico cui si è sottoposto una ventina di giorni fa ed è nel nosocomio del capoluogo che è morto. La camera ardente è stata allestita nell’attuale sede del comune di Camerino, alla Contram, e resterà aperta fino a giovedì alle 15, quando si svolgerà una cerimonia civile per l’ultimo saluto. Della necessità di una legge speciale per la ricostruzione, Dario Conti ne ha parlato a chi scrive, proprio il giorno prima di ricoverarsi. A dare la notizia della scomparsa il sindaco Gianluca Pasqui. «Siamo molto addolorati, è una perdita che sentiamo tutti. Dario Conti è l’amico di Camerino, amava Camerino in maniera viscerale. Ha dimostrato come si fa politica senza scendere mai in cattiverie e colpi bassi. Un carissimo amico per me» dice il primo cittadino. Su Facebook aveva scritto un messaggio: «La città perde un personaggio indimenticabile e una guida saggia. Tanti i ricordi di Dario e con Dario che porto nel cuore, su tutti la tenacia e la voglia di esserci, oltre che la vicinanza personale, nei giorni immediatamente successivi al sisma». «Amministratore e politico di altri tempi, innamorato della sua terra. Insieme a Costamagna altissimi punti di riferimento per il socialismo. Si è battuto a tutti i livelli istituzionali fino alla fine in questa catastrofe causata dal terremoto e dagli uomini» scrive Massimiliano Sport Bianchini, presidente dell’Arci Marche.

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Ivo Costamagna e Dario Conti durante un congresso del Psi

«E’ un grande dolore personale, visto che Dario è stato prima un riferimento all’interno del partito, poi diventato un esempio di vita e fratello maggiore, una persona su cui contare e che non si risparmiava mai nei momenti di difficoltà: credo che oggi questo ragionamento fatto per me valga per tutta la comunità, di Camerino, dei socialisti maceratesi, della zona montana, dell’intera provincia – dice Ivo Costamagna, segretario provinciale del partito socialista di cui Conti era presidente -. Tutti lo vedevano come una persona dalla specchiata onestà e di comprovata capacità amministrativa, ma sopratutto come un amico, che è riuscito a lottare come un leone, pur avendo un problema di salute che si trascinava dietro da anni. Si è speso con tutte le sue forze per cercare di aiutare la comunità – prosegue Costamagna –  negli ultimi due anni, nonostante la perdita della moglie, nonostante il dolore per il terremoto e il peggioramento delle condizioni fisiche, il suo amore per la gente della zona montana e dell’intera provincia di Macerata era rimasto quello di sempre, sconfinato e generoso. Il suo impegno straordinario era ispirato da qualcosa che sembra superato, un ideale che lo ha sempre guidato, il socialismo.

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L’ex sindaco Dario Conti con Flavio Corradini

Aveva addirittura creato un gruppo su Whatsapp per reagire alla sconfitta del 4 marzo e lo aveva chiamato proprio socialismo. Aveva un’energia che molti più giovani di lui invidiavano, l’ho sentito dopo l’operazione e sembrava tutto bene, poi è entrato in coma: il vuoto che lascia al di là della retorica non è colmabile a nessun livello». Sulla sua bacheca Facebook, ha espresso il suo ricordo e la sua commozione per la scomparsa di Dario Conti anche l’ex rettore Unicam e candidato con il Pd alle scorse elezioni politiche Flavio Corradini: «Solo qualche giorno fa mi hai convocato per dirmi “dobbiamo costruire un grande centrosinistra, Flavio. Dobbiamo mettere insieme tutte le forze riformiste e progressiste. Dobbiamo partire da qui, dal nostro territorio, non possiamo più aspettare”. E io, di fronte a te, sono riuscito solo a trovare la forza di farti un sorriso di ammirazione. Che la tua passione per la politica, il tuo entusiasmo da bambino, il tuo amore e rispetto per la persona siano di esempio. Ti porterò sempre nella mia mente e nel mio cuore».

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Colloquio tra Nencini e l’ex sindaco di Camerino, Dario Conti (a destra)

Con la scomparsa di Conti la città ducale ed il territorio montano perdono uno strenuo difensore dei diritti della popolazione locale, un battagliero e tenace protagonista della storia politica provinciale. Militante socialista da sempre, era parte del consiglio nazionale del Partito e sino all’ultimo ha lottato anche a livello nazionale per i problemi dell’entroterra montano e dei terremotati in particolare. Con il suo carattere bonario e coriaceo, molte volte ha preso metaforicamente per le orecchie i politici nazionali, invitandoli a prendersi le loro responsabilità. Diverse volte ha richiamato il presidente del suo partito, il viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini, a farsi portavoce delle criticità dell’entroterra, in materia di viabilità, sanitaria e di recente sui problemi della zona franca, sulle lungaggini della ricostruzione, sulla normativa complessa e difficile che blocca la ripartenza dopo il terremoto. Aveva capitanato un anno fa una spedizione alla Camera, per presentare una proposta di legge sulla zona franca e zona economica speciale, per lui presupposto indispensabile alla ripartenza economica delle zone del cratere. Una delle iniziative più recenti era stata quella di far celebrare a Camerino il processo ai vertici dello Stato, per le responsabilità del post terremoto, con l’accusa formata da avvocati del Partito Radicale. Tra le ultime battaglie anche quella per il completamento della Pedemontana Fabriano-Muccia.

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Il sindaco Pasqui alla consegna della fascia con l’ex sindaco Conti

Subito dopo il terremoto è tornato in prima linea, accanto all’attuale amministrazione comunale di Camerino, a cui non ha fatto mancare appoggio, consigli e sostegno. Oltre al sindaco Pasqui, diversi assessori e consiglieri erano parte del gruppo con cui Conti ha guidato il Comune. Quello da sindaco è stato solo l’ultimo capitolo di una vita tutta dedicata all’impegno politico locale, su temi concreti e con iniziative di battaglia continue e portate avanti anche di fronte ai massimi vertici dello Stato. Lunghissima la lista delle iniziative che lo hanno visto protagonista, lo si ricorda capofila della vivace protesta della classe forense, per la chiusura del tribunale di Camerino, convinto come era che un sindaco dovesse farsi portavoce delle istanze della popolazione che rappresentava. In occasione dell’inaugurazione del polo scolastico provinciale si mise la fascia al contrario per protesta e la consegnò in senso di dissenso contro la riforma della geografia giudiziaria al prefetto, invitò diversi sindaci a dimettersi riuscendo a costruire una lotta unitaria di un territorio per la salvaguardia del tribunale. Tra i punti centrali del suo mandato amministrativo, la battaglia per il carcere, condivisa con l’allora vicesindaco Pasqui.

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Dario Conti

Dopo il terremoto aveva perso la sua casa vicino a Porta Caterina Cybo, aveva trovato un nuovo posto in cui stare a Castelraimondo, ma si era già dato da fare per far partire la ristrutturazione e tornare dove aveva sempre vissuto. A metà aprile si era ricoverato a Macerata per un intervento programmato, negli ultimi giorni le sue condizioni sono peggiorate e non si è più ripreso. Nell’ultima intervista rilasciata l’undici aprile scorso, era tornato a chiedere una legge speciale per ricostruire l’entroterra devastato dal terremoto: «Senza, la ricostruzione non partirà mai – aveva detto –. I cantieri sono fermi, ci sono pratiche dei danni lievi bloccate dallo scorso agosto. Lancio un appello ai sindaci affinché prendano in mano la situazione, non si possono continuare a bloccare le necessarie risposte da dare ai cittadini, utilizzando leggi ordinarie per un fenomeno eccezionale e straordinario come un terremoto che sembra non voler finire mai». Una vita trascorsa come dipendente Inpdap, tutta la passione di Dario Conti per la sua terra si è condensata in una militanza politica continua e senza compromessi, in cui si sono succeduti diversi incarichi pubblichi.

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Dario Conti ai tempi in cui era assessore provinciale alla viabilità e lavori pubblici

L’ultimo atto da sindaco di Camerino tra il 2009 ed il 2014, preceduto dall’incarico di vicesindaco tra il 1985 ed il 1990, consigliere tra il 1990 ed il 1995. In Provincia di Macerata è stato consigliere dal 1999 al 2001 ed assessore alla viabilità e lavori pubblici tra il 2002 ed il 2006. Era di carattere veemente e coriaceo quando necessario, di modi schietti e semplici con chi lo conosceva, esponente di quella vecchia classe politica autentica e tenace, che anteponeva gli interessi del proprio territorio, a certi personalismi della politica di oggi, senza Dario Conti la montagna è un po’ più sola. Conti non aveva figli ed era rimasto vedovo dopo la scomparsa, qualche anno fa della moglie Rosanna Aliprandi. A nome della consorte aveva dato vita con l’Università di Camerino ad una borsa di studio per studenti in memoria della consorte, per la prevenzione delle neoplasie femminili.



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