Il senatore e sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, il governatore Luca Ceriscioli e il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci
«Unire le forze per affrontare la ricostruzione». Lo afferma il deputato del Pd Mario Morgoni dopo aver partecipato questa mattina all’incontro di Pieve Torina con il commissario De Micheli, i vertici della protezione civile e della Regione Marche e con i sindaci dei territori «che hanno subìto questa notte, nell’ambito di una nuova serie sismica, un’ultima forte scossa di terremoto e sono state segnalate situazioni di aggravamento di danni precedenti e nuovi danni a strutture pubbliche e private». Tra questi primi cittadini presenti anche quello di Visso, il senatore leghista Giuliano Pazzaglini, che sottolinea come «gli ulteriori danni delle scosse di stamane hanno un effetto devastante soprattutto nelle persone – aggiunge – ed è per questo che dobbiamo iniziare a dare risposte certe. La Lega in Parlamento, a livello di gruppo, si sta attrezzando e speriamo di farlo anche come maggioranza di Governo». Tra i sindaci è quello di Sarnano, Franco Ceregioli, a prendere una netta posizione sul tema ricostruzione: «E’ stata necessaria una nuova forte scossa per riaccendere i riflettori sul terremoto. Ed il problema non è, o almeno non è solo, il fatto che qualche mobile all’interno delle Sae sia caduto, quanto il fatto che a quasi 20 mesi dalla prima scossa la “ricostruzione” non sia praticamente partita».
A Pieve Torina, questa mattina, anche il sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti e l’assessore Angelo Sciapichetti
E’ proprio sul discorso relativo alle casette che, invece, mettono l’accento i consiglieri regionali di Forza Italia Jessica Marcozzi e Piero Celani: «Purtroppo alla preoccupazione si aggiunge lo sgomento. Ci corre l’obbligo di denunciare i crolli e i danni registrati dalle Sae con pensili a cadere e muri di contenimento a crollare. Soluzioni abitative di emergenza che, invece di rappresentare un rifugio quantomeno sicuro per i tanti sfollati, diventano oggi specchio di inefficienza amministrativa e un pericolo per chi vi alloggia. Tutto ciò è a dir poco sconcertante. Fino a ieri le Sae sono state l’emblema di ritardi nelle consegne che, a distanza di due anni, ancora perdurano. E ora addirittura sono sinonimo di carenze amministrative e pericolo. Di certo andremo fino in fondo alla questione per arrivare ai responsabili di quanto accaduto questa mattina. Vogliamo nomi e cognomi».
Per Morgoni, i nuovi danni sono «situazioni circoscritte così come quelle che riguardano le soluzioni abitative di emergenza che hanno dimostrato una sufficiente tenuta al di là di evidenti disagi causati dalla caduta di suppellettili o dal cedimento di qualche mensola o pensile». Morgoni ha rilevato come piuttosto «non può che preoccupare l’inevitabile stress psicologico a cui vengono sottoposti a cui vengono sottoposti i residenti proprio nel momento in cui è iniziato un ripopolamento delle comunità e ci si dovrebbe dedicare finalmente alla ricostruzione». Riguardo al futuro, durante l’incontro, ha fatto presente Morgoni, «tra i temi emersi vi sono alcune delle sollecitazioni che già i sindaci hanno sottolineato nel loro documento di qualche giorno fa e che non vanno sottovalutare. Intanto la questione di una riperimetrazione del cratere che distingua i territori che hanno subito una gravissima quando non totale compromissione del tessuto edilizio ma anche di quello economico e sociale rispetto a quelli che hanno subito danni isolati e circoscritti. Non e’ più giustificabile – ha evidenziato Morgoni – una uniformità di trattamento tra situazioni enormemente diverse (venendo incontro a quanto dichiarato al termine del vertice dal sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, leggi l’articolo). Sarebbe sbagliato e ingiusto. Inoltre il tema della necessita’ di dare soluzione al tema dei piccoli abusi che nel tempo hanno caratterizzato la storia di tante abitazioni e che oggi stanno compromettendo la possibilità di procedere con la presentazione e l’approvazione dei progetti. Questo problema – ha concluso l’esponente del Partito Democratico – rischia di compromettere gran parte dell’ attività di ricostruzione post sisma in quanto la scossa di questa mattina ci ricorda quanto sia delicato e decisivo il tema della ricostruzione e quanto sia necessario unire le forze per cercare insieme soluzioni più efficaci e giuste per far rinascere il nostro territorio colpito».
Il senatore e sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, interviene dopo il vertice istituzionale che si è tenuto a Pieve Torina questa mattina in seguito alle nuove scosse che hanno colpito l’entroterra maceratese. «Le persone hanno bisogno di risposte immediate, con la nuova scossa si è venuta a creare una situazione molto complicata perché si inserisce in un quadro già compromesso, dove le attuali normative per la ricostruzione e la gestione dell’emergenza creano solo insicurezza». Sulle casette ancora da consegnare a Visso, ricorda «che le aree sono state individuate nel marzo di un anno fa, mancano ancora all’appello un terzo di Sae e questo l’ho ribadito oggi al capo della Protezione civile Borrelli».
Franco Ceregioli, sindaco di Sarnano, ha scelto il suo profilo Facebook per intervenire sulla questione ricostruzione. «Così proprio non va. Burocrazia e procedure, procedure e burocrazia: l’apparato pubblico ha partorito un sistema che, alla prova dei fatti, si è dimostrato non adeguato alla soluzione di questa epocale sciagura. Il nostro sisma è stato paragonato, per i suoi effetti, ad una guerra: ed allora non si può affrontare una guerra con gli strumenti e le normative che si usano in tempo di pace. Emblematico il caso delle difformità edilizie che bloccano tantissime pratiche di ricostruzione: c’è ancora chi parla, in maniera assurda, di “abusi”, quando invece con un minimo di buon senso (suggerito dagli stessi ordini professionali dei tecnici) la questione potrebbe essere risolta con una specifica norma. Emblematico il caso di chi si è costruito una casetta di legno di pochi metri ed oggi si trova a dover affrontare un procedimento penale per abuso edilizio, senza pensare che le Sae hanno consumato migliaia di metri quadrati di territorio ed una norma dell’ultima finanziaria le rendono praticamente definitve, in barba alle pianificazioni urbanistiche esistenti. Emblematico il caso della restituzione delle buste paga pesanti e dei termini per le progettazione degli interventi di riparazione, che con un minimo di buon senso andranno prorogate, ma sulle quali non si sente più alcuna voce. Emblematico il caso degli indennizzi delle polizze assicurative (per il Comune di Sarnano ammontante a ben 3,5 milioni di euro) sostanzialmente confiscate dallo Stato, penalizzando così i Comuni che in maniera previdente si erano dotati di questa copertura assicurativa: non solo la ricostruzione pubblica non riparte (in proposito, le tempistiche e le relative procedure di affidamento rimangono un mistero), ma non si consente nemmeno ai Comuni più previdenti di poter spendere quanto legittimamente incassato dalle assicurazioni. L’elenco sarebbe lungo, ma mi fermo qui e così proprio non va. Adesso, dopo la scossa di stamattina, tutti torneranno a parlare di terremoto (a proposito, grande risalto si è dato al fatto che la scossa sia stata “avvertita” anche a Roma) … ma, oltre che a parlarne, cambieranno le cose?».
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La gestione emergenza terremoto e ricostruzione è gestita veramente malissimo. Mi rivolgo al Sig. Pazzagglini sindaco di Visso (che stimo) non le può venire in mente il perchè siete lasciati da parte in confronto a Pievetorina che ha ricevuto tutte le sae da tempo comprese scuole e agevolazioni varie? In queste situazioni e nella maggiorparte la politica deve essere lasciata perdere.
A parte che in questa pagina ci sono quasi tutti i nomi legati alla politica del post terremoto,prima ed unica causa di tutto, sconcerto compreso così come sono compressi anche i sindaci a cui non si può non far notare che non si sono fatti valere nella giusta misura e troppo spesso sono andati dietro alle chiacchiere di Errani, De Micheli insomma tutti e soprattutto il torto più grave che avete fatto e parlo sempre dei sindaci è quello di prendere il caffè con certe persone che prendono paga in Ancona. Detto questo è detto tutto e tanto fino a che non rimarranno solo sindaci e Sae sfasciate prima di abbandonare il campo pure loro, perché solo questa può essere la fine, continueranno a dire sempre quello, senza mai fare qualcosa di eclatante che non sia in linea con il solito savoir faire da cui i frutti finali sono germogliati. E su questi frutti nuovi come non spendere due parole ma senza spendere niente neanche una virgola,giusto qualche punto per capire meglio. Basta solo riportare le parole ma neanche tutte solo quelle che esprimono tutto il cordoglio di una intera nazione per la perdita di ogni cognizione:situazione circoscritta… sufficiente tenuta….