Il segno del cane secondo l’astrologia cinese dominerà il prossimo anno
I due dragoni danzanti
di Marco Ribechi
(foto di Fabio Falcioni, video di Andrea Petinari)
Benvenuti nell’anno del cane. La delicatezza e i colori del capodanno cinese animano Macerata di nuove gioie e speranze. I costumi di un paese così distante ma così conosciuto nell’immaginario popolare riempiono gli occhi dei bambini di nuovi sogni e le menti dei più grandi di fantasie su viaggi esotici e remoti. Ma come dice il proverbio la Cina è vicina e si celebrano anche i contatti con l’Europa nel giorno della Festa di Primavera. A parte il nome, che dato il freddo è forse l’unica cosa un po’ fuoriluogo, la città ha risposto in massa a quello che è ormai divenuto un appuntamento fisso nel calendario delle cose a cui partecipare. Protagonisti i due beneauguranti dragoni che alle 17,45 in piazza Annessione hanno dato il via alla festa. Attraversando in corteo tutto il centro della città con una sosta in piazza della Libertà, son poi giunti in piazza Mazzini, il cuore delle attività dove tra tradizione e modernità la Cina si è presentata ai maceratesi.
Le esibizioni di Kung Fu, sullo sfondo la pagoda
La chiesetta della Sacra Vergine della Consolazione, grazie alla scenografia digitale curata da Luca Agnani, si è trasformata in una pagoda come a simboleggiare il viaggio del gesuita padre Matteo Ricci che, partito per evangelizzare, ha poi scoperto un mondo misterioso e affascinante. Al centro del cerchio formato da centinaia di persone si sono così esibite tante realtà che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la Cina. Molte le evoluzioni eseguite dalle scuole di Thai Chi e Kung Fu che hanno avuto come protagonista soprattutto il nunchaku, strumento di combattimento conosciuto in tutto il mondo grazie ai film cult di Bruce Lee, altro personaggio chiave che ha portato l’Europa e l’America a conoscenza di una parte della tradizione orientale. Le esibizioni di danza e canore, presentate dal lavoro congiunto di varie scuole di ballo, hanno spaziato dal rock, al rap, dall’hip hop alla musica tradizionale con l’intento forse di mostrare che la Cina non è un paese chiuso in sè ma, al contrario, dialoga costantemente con l’Occidente penetrandolo e allo stesso tempo importandone la cultura. Simbolico in questo senso l’omaggio alla cantante irlandese Dolores O’Riordan, voce dei Cranberries recentemente scomparsa, di cui è stata eseguita una cover in lingua cinese.
Le bambine cinesi si esibiscono nella danza con gli ombrelli di carta di riso
A regalare sorrisi le esibizioni dei bambini cinesi che a più riprese hanno mostrato tutta la tenerezza della Cina, tra ombrellini di carta di riso, balletti e corali di poesie antiche utilizzate nelle scuole per apprendere suoni e caratteri della lingua. Nella parte conclusiva della piazza, quella normalmente adibita a parcheggio, gli stand che ogni anno ripropongono delle attività sempre molto apprezzate. A lato della tenda delle scuole di lingua e dell’Istituto Confucio, organizzatore del Capodanno, lo stand di calligrafia, quello di trucco, quello di origami e naturalmente quello del cibo con una calca onnipresente nel tentativo di addentare i buonissimi ravioli al vapore o gli involtini primavera. Il capodanno è riuscito a presentare un ritratto della Cina sotto tutti gli aspetti: linguistici, artistici, culturali ed estetici riportando così Macerata all’interno della sua vocazione preferita, quella dell’integrazione e dell’accoglienza. Certo la presenza delle forze dell’ordine a presidiare il corteo e la manifestazione hanno ricordato, se per caso ce ne fosse bisogno, che l’orrore e la violenza sono ancora dietro l’angolo e che per rimarginare la ferita ci vorrà ancora molto tempo e soprattutto impegno da parte delle istituzioni. Ma i maceratesi, tantissimi presenti in piazza, hanno saputo dare un segnale di rinascita e riaccendere quella curiosità nel conoscere l’altro che da sempre li caratterizza.
Il corteo scortato dalla polizia
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Lo hanno fatto sotto casa mia.
Che bello…
Nel film di Nanni Loy del 1971 “un detenuto in attesa di giudizio” con Alberto Sordi, partecipava anche il nostro concittadino Silvio Spaccesi nella parte di un questurino che in dialetto maceratese ad un certo punto dichiara: che cogl…..sti maceratesi…… certamente ce vasta poco per facce divertì.
Nel ’70 non sapevamo nulla dell’anno del cane e non c’è n’è fregava niente. Invece già conoscevamo il pericolo giallo.
Ce ne
Il video-mapping sincretista sulla facciata della chiesa di piazza Mazzini (un tempo officiata da don Umberto Canullo) illumina senza volerlo contraddizioni e rischi, insieme alle opportunità, del rapporto tra la Cina e noi. Padre Matteo Ricci non rinunciò ad evangelizzare ed apri’ nuove strade di dialogo e confronto per la chiesa e per l’occidente. È arrivato l’anno del cane, chissà quando arriverà quello dei diritti umani e politici in Cina.
Speriamo che ci rimanga anche il nostro di Capodanno!