Banche, immigrazione, lavoro e ricostruzione, sono i temi prioritari di questa campagna elettorale per Fratelli d’Italia. Alle 12 il flash mob davanti a BankItalia con la presidente Giorgia Meloni, a sostegno dei candidati al Parlamento di Ancona e Pesaro. Scelta simbolica per denunciare quello che Meloni definisce lo “scandalo di Banca Marche”. “Siamo al fianco dei risparmiatori truffati da un sistema che privatizza gli utili e socializza le perdite, truffati da provvedimenti di un governo troppo amico di banchieri” ha esordito Meloni. “Se saremo al governo istituiremo una nuova commissione d’inchiesta sulle banche, per sapere chi sono i grandi debitori, per sapere a chi gli italiani stanno pagando i debiti” ha continuato Meloni, al fianco della candidata alla Camera per il collegio uninominale di Ancona Laura Schiavo, moglie dell’imprenditore suicida, vittima di quello che l’esponente Fdi definisce uno “stalking bancario”. “Lo istituiremo come reato: il recupero crediti delle banche alle persone normali con estrema aggressività, quando non vanno a recuperare i miliardi di euro prestati agli amici degli amici” ha spiegato Meloni. “Il 4 marzo ci aspettiamo che i cittadini si ricordino chi in questi anni ha cercato di rispondere ai problemi reali, piuttosto di chi era in altre faccende affaccendato. Penso a Minniti, candidato nelle Marche, che in questo momento è alla grande moschea di Roma a parlare con gli islamici e non ha nemmeno l’attenzione di chiedere che non si aprano centri culturali finanziati da nazioni fondamentaliste. Io ho chiamato la madre di Pamela Mastropietro, Renzi ha chiamato il direttore del Museo Egizio di Torino, sono questioni di priorità”. Sul tema dell’immigrazione, Meloni ha rimarcato la questione Hotel House di Porto Recanati. “Per noi va sgomberato. Se andiamo al governo, non ci saranno zone franche dove lo Stato non entra, dove si sa che risiede l’illegalità. Il precedente governo di centrodestra era molto vicino a una soluzione, riprenderemo da dove ci eravamo fermati”. In tarda mattinata l’incontro al molo pescherecci del Mandracchio con i lavoratori della marineria, altro tema caro a Fratelli d’Italia, quindi la partenza per le tappe di Pesaro nel pomeriggio.
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Se parla così dell’Hotel House, chissà come gliel’avranno descritto i suoi compagni di partito marchigiani!
Avrebbe dovuto precisare dove mettere i duemila e più inquilini una volta sgomberato l’immobile, per sembrare credibile.
Ma come…..fino ad adesso cara Meloni, dove sei stata? Tanto di cappello come mamma ma come politica mi sembri un tantin distratta.
” L’Hotel House per noi va sgomberato”, è un puro spot elettorale se si resta alla superficie del problema fonte di tanto degrado generato in anni e anni con la complicità di tutti i proprietari degli appartamenti e delle istituzioni in primis, fino a farlo diventare un vero ghetto, un luogo di segregazione con la sua popolazione residente pari a 2000 abitanti, più di quanti ne conti oggi un comune come Pioraco, Sant’Angelo in Pontano, Penna San Giovanni, solo per elencarne alcuni del nostro territorio, e contante ben 40 nazionalità diverse. Ma la vera storia delle origini dell’ Hotel House è altra. All’epoca, fine anni ’60, il suo intento costruttivo in tutta la sua architettura volumetrica sovradimensionata rispetto ai normali condomìni , era in realtà ispirata a quella “della comune” , o più elegantemente ” Hunité d’Habitation”, meglio anche conosciuta come “città verticale” , nonchè nota ancora oggi nei manuali come esempio architettonico di ” Cité radieuse” , città raggiante, per la sua esposizone al sole sia ad ovest che ad est per tutto il giorno, e la cui firma progettista , nientemeno, porta il nome di Le Corbusier, poi diffusasi oltreché in Francia in altri paesi europei dove però, a differenza nostra, ancora funzionano grazie all’ ottima salute gestionale. Mantengono queste strutture , e anzi amplificato, infatti, tutti i servizi comuni previsti all’interno del condominio come :negozi, scuola, piscina , ambulatorio medico, biblioteca , reading, teatro, cinema,orto condiviso, corsi di pittura, yoga, inglese, fino ad ospitare all’ultimo piano un museo d’arte contemporanea aperto ogni giorno. Ed era così un tempo anche l’Hotel House. Qualcuno qui ancora ricorda ad esempio il trenino che lo collegava alla vicina spiaggia portorecanatese. Da lustro a degrado massimo , sono passati tabti anni dalla sua costruzione, ma solo oggi ce se ne accorge che tanto è cambiato nei costumi degli italiani una volta persa la sua attrattività per chi dei maceratesi , tutti intesi provincia compresa, ci aveva investito in quegli anni lontani, quando era in forza il turismo locale per le famiglie dove andare a passare le vacanze estive piuttosto che preferire quello esotico, oppure come semplice investimento d’affitto estivo, di fatto col fare i furbi ai danni degli inquilini e a proprio danno , non curandosi delle persone a cui affittano e della proprietà comune, del decoro dell’edificio che possiedono, fino essi stessi proprietari a diminuirne il valore immobiliare, anziché come in altri simili stabili presenti in altri paesi, Francia , Germania, dove al contrario hanno acquisito valore fino a raggiungere il costo minimo di 4000 euro al metro quadrato! Qui da noi invece lo si vuole abbattere o sgomberare, senza neanche dire una parola dove poter andare a mettere 2000 persone perlopiù straniere, ma soprattutto fatte di delinquenti, spacciatori, contraffattori, nei dintorni di Porto Recanati . C’è qulcosa davvero di distorto nella mente di noi italiani.