di Mauro Giustozzi
Portieri nella bufera e portieri nell’olimpo. Per un Donnarumma finito nel mirino dei tifosi del Milan stanchi della telenovela sul contratto c’è un Forte che conquista la palma di miglior portiere della Lega Pro stagione 2016-17. Sì proprio quel Forte che difendeva i pali della Rata che non c’è più: una Maceratese che, proprio attraverso i suoi grandi ex calciatori o tecnici, continua a vivere e talvolta splendere seppure lontanissima dalle Marche. Francesco Forte è stato infatti designato il miglior portiere della stagione 2016/2017 nella sezione ‘Lega Pro Best Awards stagione 2016-17’. A decretarlo due giurie, una tecnica e una popolare, dell’Italian Sport Awards/Oscar dello Sport. Il premio, giunto alla settima edizione, è stato concepito per omaggiare gli sportivi italiani che si sono contraddistinti durante l’ultimo anno nelle rispettive categorie e viene assegnato da una platea composta da oltre 100 giornalisti sportivi, allenatori, calciatori, direttori sportivi, direttori marketing e uffici stampa. A consentirgli di conquistare questo prestigioso riconoscimento l’ultima annata disputata con la Rata dove ha giocato ben 36 partite su 38, in sedici gare la sua porta è rimasta inviolata ed ha parato anche 4 rigori. Ma sicuramente il premio deve essere esteso ad entrambe le stagioni trascorse a Macerata, con l’approdo alle finali playoff per la serie B nel primo anno ed una salvezza mai stata in discussione nella seconda nonostante la precaria situazione del club poi sparito dalla geografia del calcio nazionale.
Un premio più che meritato per il valore umano e professionale sempre mostrato da questo ragazzo nella sua permanenza a Macerata. Francesco Forte la scorsa estate ha cambiato squadra, accasandosi al Rende, ma non maglia visto che i colori sociali sono sempre il biancorosso: è diventato un punto fermo del club calabrese che tanto bene sta facendo nel girone C di serie C e grazie alla guida del preparatore dei portieri Alessandro Greco sta proseguendo nel percorso di maturazione e crescita. Il riconoscimento verrà consegnato lunedì 18 dicembre nella maestosa cornice di Paestum nel corso della serata ‘Italian Sport Awards – La Notte degli Oscar del calcio italiano – Gran Galà dello Sport italiano 2017’. «Sono molto felice per il premio che gli addetti ai lavori mi hanno assegnato – ha dichiarato Francesco Forte – E’ un riconoscimento importante che ripaga i tanti sacrifici fatti nel corso della mia carriera». Sicuramente si tratta di un giocatore modello nel modo di stare in campo e fuori dal rettangolo di gioco. Proprio in virtù delle ultime stagioni disputate con la Maceratese Forte avrebbe sicuramente meritato il salto di categoria in serie B. Ma, purtroppo, oggi le logiche del calcio guardano sempre meno ai valori che si meritano sul campo e più in altre direzioni che poco hanno a che vedere con lo sport. Lo scorso 7 maggio, quando Francesco Forte fece le valigie e lasciò la nostra città e la Maceratese, fu tra coloro che volle salutare direttamente tifosi e sportivi della Rata attraverso un messaggio nella sua pagina Facebook. «Vado via col sorriso che ho avuto il giorno che ho firmato per la Maceratese –scrisse Forte ai suoi supporters- Non ho nessun rimpianto di questi due anni intensi e bellissimi perché ho dato tutto me stesso. Ringrazio di cuore ognuno di voi singolarmente».
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Le ultime tre righe dell’articolo ci confermano di che pasta è fatto questo ragazzo che, secondo il mio parere, avrebbe già meritato di salire in un club della massima categoria.
Un portiere tranquillo.
non c’erano dubbi….
uno spreco vederlo giocare in C
un numero 1
LA RATA E L’INESISTENTE “SPLENDORE” DEGLI EX TECNICI
La “passione” giornalistica per la Rata (che non esiste più) può far vedere – oltre ad ex giocatori – ex tecnici che “splendono, lontano dalle Marche”. La realtà è ben diversa perchè, come sappiamo, i tecnici delle ultime tre stagioni biancorosse: Bucchi, Giunti e Magi, sono stati tutti e tre – in una sorta di filotto – esonerati dalle rispettive società. Per Bucchi e Giunti, di cui si è scritto, si tratta di “scommesse perse”, con squadre delle massime categorie del calcio professionistico: Sassuolo e Perugia, sebbene allestite per i vertici della classifica. Più grave è, invece, l’allontanamento di Magi da parte del Bassano – di cui CM non ha dato notizia (e qualcuno si permette di richiamare la “corretta informazione”!), militante in Serie C, categoria che il tecnico conosce. A Magi è stata fatale la sconfitta di Gubbio (squadra che nelle stagioni precedenti aveva promosso in Serie C e poi condotto ai play-off di categoria). Gubbio che in questa stagione è allenato da Dino Pagliari, giocatore della Rata Anni ’70 e in seguito tecnico biancorosso: quasi una disputa “fratricida”. A Gubbio, il Bassano ha incassato una rete dopo 3′ (Ciccone) e non è più riuscito a recuperare, nonostante i “cambi tattici” di Magi, anzi poteva “beccare” ancora nella ripresa. Una situazione non più sostenibile, con i veneti reduci da 7 sconfitte in 8 partite (compresa la Coppa di Serie C, da cui sono stati eliminati). Nella descritta serie di 8 gare, gli uomini dell’ex Magi avevano segnato la miseria di 1 gol. L’ultimo successo risaliva alla 7a giornata, al “Recchioni” di Fermo. Insomma il presidente del Bassano (complesso costruito per i play-off), Stefano Rosso, ne aveva ben donde per “mettere alla porta” Magi. Il tecnico ex Rata alla prova dei fatti – più che “invincibile” – si è rivelato piuttosto “vulnerabile”! Perciò c’è poco da gioire per i supporters “pistacoppi” per i risultati degli ex tecnici biancorossi “lontano dalle Marche”. Mentre non si intravedono spiragli di “rinascita” per la Rata. Dopo aver prospettato le soluzioni più disparate (e poco realistiche), qualche “ortodosso” sostenitore biancorosso aveva dato per fatto l’accordo con la Sangiustese (Serie D), da cui acquisire il titolo sportivo (per “ripartire dall’alto”). Tanto da spingersi a prevedere di festeggiare l’evento in occasione del Natale. Per lui, dispiace segnalarglielo, quest’anno sarà un panettone “amaro”, con al posto dei canditi, “sassi”. Se non volesse seguire l’auspicio del romano Fantauzzi: “attacchete ar ca…”, egli potrebbe raggiungere Civitanova, dove presso i giardini troverà materiale consistente a cui “far presa”. Buon Natale!
Si tratta di un riconoscimento meritato e significativo a Francesco Forte per le sue doti tecniche e compartimentali.
A questo ragazzo vadano i migliori auguri per una brillante carriera.
Per quanto concerne invece i giudizi sugli ex tecnici biancorossi, che non c’entrano niente con l’argomento di cui trattasi, non si può non osservare che essi sono espressi con un livore inaudito in funzione anti rata e che denotano una preoccupante mancanza di serenità (il fantasma della Rata fa paura?) Infatti, come è notorio, nel mondo del calcio gli esoneri degli allenatori sono all’ordine del giorno essendo i soli a pagare per un’annata storta.
Ad ogni modo i tre tecnici in questione a Macerata hanno fatto più che bene e saranno ricordati con affetto dalla tifoseria biancorossa.
Auguri!
@ RITA (o GUERRINO) PER PRECISAZIONE
Le riporto per la precisione un passo dell’articolo, a cui ho fatto riferimento del mio commento: “Una Maceratese che, proprio attraverso i suoi ex calciatori o TECNICI, continua a vivere e talvolta SPLENDERE seppure lontanissima dalle Marche”. Come vede polemica Rita (o Guerrino) – scusi ma non la conosco – il mio post c’entra eccome con quanto asserito nel pezzo. I TECNICI – mi riferisco direttamente anche ai tre ex biancorossi – c’entrano eccome con il cattivo andamento della stagione, poichè responsabili della conduzione tecnica delle squadre. Bucchi, Giunti e Magi avevano tutti e tre a disposizione – nelle rispettive categorie – organici di primissimo livello, che hanno fatto “precipitare in classifica”. La responsabilità a chi la vogliamo dare: al magazziniere o a chi non ha dato un indirizzo alla squadra o tenuto lo spogliatoio? Perciò nessun livore, nè tantomeno risibile timore di chi non esiste, come la Rata (cassata dal calcio italiano!), ma esigenza di “corretta informazione” (che qualcuno reclama, ma per gli altri). E’ vero o no che CM non ha dato notizia dell’esonero di Magi, esaltato quando era “invincibile”? Perciò, superficiale Rita (o Guerrino), legga attentamente i pezzi pubblicati, prima di postare “fesserie”. Per quanto mi concerne, le consiglio di “sciacquarsi la bocca” prima di riferirsi a me e giudicare non attinenti i miei commenti. “Stia serena”, come raccomanda qualcuno, e trascorra un Buon Natale. Se le manca la Rata e ha perso la speranza per una sua prossima “rinascita”, corra anche lei a Civitanova e si “agrrappi” forte alle palme addobbate per le Feste.
Caro Signore, io non ho bisogno di aggrapparmi alle palme addobbate a Civitanova M. e cerchi piuttosto di moderare i termini oltre che le allusioni.
Per quanto concerne lo “star sereni” ho l’impressione che il primo ad aver bisogno di serenità sia proprio Lei che sembra ossessionato dagli allenatori della Rata, essendo intervenuto
più volte sull’argomento.
Se permette la consiglierei di dedicarsi alla Sua squadra che, forse non se ne è accorto preso com’è dalla defunta Rata, non mi pare stia disputando un campionato all’altezza delle sue tradizioni. Ognuno dovrebbe pensare ai propri guai.
LE CLAMOROSE PANZANE DI UN “GUERRIN MESCHINO”
Di panzane il nostro interlocutore – non avendo chiarito la propria identità (Guerrino o Rita?), stavolta ne faremo riferimento al maschile per “pari opportunità” – ne ha postate parecchie su CM. Tutte tese a “dimostrare” lo stesso destino, che a suo dire accomuna la Civitanovese (una delle mie squadre, le altre: Torino e Pordenone) alla Rata: “Mal comune mezzo gaudio” e “ognuno pensi ai propri guai”, ha scritto. Mentre appare più che evidente – almeno a chi è dotato di un “briciolo di intelligenza” – che le situazioni sono imparagonabili. Da una parte la Civitanovese che esiste e, dopo il fallimento, è ripartita con umiltà dalla Prima Categoria (di cui guida la classifica, come l’Ancona). Il cammino della Civitanovese come noto è esaltante: 31 punti in 12 partite (una soltanto persa), miglior attacco (28 reti) e miglior difesa (4 gol). Ciò che è più importante è che si sta impostando un discorso serio per il futuro: valida guida tecnica
e organico che già ora potrebbe primeggiare in categorie superiori. La storia rossoblu continua, senza interruzioni e senza acquisire “titoli sportivi” altrui (soluzione che il “Guerrino” approva, denotando scarso “senso sportivo”). Tra poco più di un anno (2019) la Civitanovese festeggerà un secolo di vita! Dall’altra parte abbiamo la Rata che è deceduta (scomparsa da tutti i campionati nazionali!) a decorrere dall’estate 2017. La società biancorossa termina la sua attività al 95mo anno di vita: se ricostituita dovrà ripartire da zero, non festeggerà il secolo di attività. L’aspetto più grave è che non sono riusciti a portare ai nastri di partenza nemmeno una squadra in terza categoria (risibile la storiella dell’anno sabbatico!). Ora in collina pensano – per aggirare le “norme federali” – di acquisire il titolo sportivo di altre società, cosa già accaduta in passato (nell’esaltazione del “senso sportivo”), allorchè la Rata prese la denominazione di Fulgor. Ricordo, nell’esperienza di vita a Taranto, che i cittadini di Matera (unico capoluogo di Provincia privo di stazione ferroviaria) raggiungevano la città ionica per prendere il treno. Macerata – i “pistacoppi” tengono molto al ruolo – passa alla storia per essere l’unico capoluogo di Provincia a non avere una squadra di calcio (avendo perso quella storica). In conclusione, il “Guerrin Meschino” avrebbe tutti i motivi per “tacere”, cosa che gli permetterebbe “miglior figura”. Egli si trova, visto lo stato di Macerata (“zona depressa” calcisticamente) nella condizione di doversi “aggrappare” alle Palme di Civitanova. Il prode Guerrino si dedichi a tale pratica durante le Feste, evitando di postare altre “idiozie”.
Debbo constatare che l’Egregio Signore rivierasco continua a divertirsi con i dati anagrafici (roba a livello dell’asilo).
Del resto cosa aspettarsi da un Signore che da oltre 3 anni fa il “Don Chisciotte” contro i mulini a vento della Rata non azzeccandone una per tanto tempo.
La verità è che Egli non ha mai accettato il trionfo della Maceratese di Magi nel campionato di serie D, al termine del quale la Sua squadra fallì.
Poi non ha perdonato a Bucchi di aver portato la Rata ai play-off in lega pro sovvertendo spesso i suoi funesti e strampalati pronostici (es. Siena e Ferrara)- Altrettanto ha fatto con Giunti per aver salvato la Maceratese sul campo, nonostante il marasma societario.
Da ciò deriva la sua rabbia contro la Rata e contro chiunque la pensi diversamente da Lui che si crede il detentore della verità calcistica e non.
Per il resto è meglio stendere un velo pietoso osservando solo che la Civitanovese detiene il record dei fallimenti e che i 4.000 (o 40.000) volumi non sono stati sufficienti per esprimersi in modo civile e rispettoso.
Infine, dato che il nostro eroe insiste tanto con le famose palme civitanovesi, presumo che le stesse siano state addobbate a beneficio della cittadinanza. Quindi……………
AL “GUERRIN MESCHINO”: PASSO E CHIUDO!
Ora basta, proseguire sarebbe assecondare le “smania di notorietà” riflessa di una persona (donna o uomo che sia, manca il chiarimento richiesto, altro che asilo!) che quanto a cultura (generale e sportiva), dimostra con i suoi post di valere poco più di un “abecedario”. Perciò rimanga nel suo abituale “anonimato”: ricorriamo in questo caso alla “pieitas umana” per un soggetto che, è evidente, va dialetticamente “allo sbaraglio”. Esponendosi, senza averne coscienza alcuna, a figure miseramente “barbine”. Riguardo alle vicende della Rata (società di calcio scomparsa dopo triste tribolazione), sarebbe come “sparare sulla Croce Rossa”, non avendo la persona in questione argomenti legati all’attualità da far valere. Volgarmente, proseguire nella “disputa” sarebbe come assestare impietosamente “mazzate” ad una “vittima” designata, che non ha neppure uno scudo con cui difendersi. Rispetto alla “metafora” della Palma di Civitanova, non sarebbe inverosimile – dato il livello dei suoi argomenti – vederlo/a scalarne una durante le Feste: divertimento assicurato per i turisti. Auguri!
Non replico oltre perché non ne vale la pena dato il soggetto e perché questa penosa telenovela è durata fin troppo.
Tuttavia devo rilevare che la “metafora” della palma sta diventando per Lui un’altra ossessione.
Auguri!
AL “GUERRIN MESCHINO”, POST SCRIPTUM
Mi permetto, sommessamente, di ricordarle che è stato/a proprio lei per primo/a a “chiamarmi in causa”, spingendosi addirittura a fare “riferimenti personali”, nel suo post. Non mi sono mai sognato di occuparmi di una “nullità sportiva”, qual’è lei, nel mio commento iniziale. Pretendeva forse, disinvoltamente, che nella replica le “lisciassi il pelo”? Credo, però, ci sia poco da fare e sia tempo sprecato richiamare soggetti “fuori di melone”, che non ricordano nemmeno le proprie azioni. Calza bene nel caso del nostro “Guerrin Meschino” il celebre motto: “ragli d’asino non salgono in cielo”! Spero che questa esperienza le sia utile per tornare a scrivere ciò che pensa e le passi la voglia di fare riferimenti “non richiesti” a chi non si occupas di lei. In conclusione, se la “metafora” della Palma – suggerimento elegante per affrontare la dolorosa “vedovanza” dalla Rata (la sua permanente ossessione) – non la gradisce, si “attacchi ar ca…”, direttamente, come consiglia in romanesco Fantauzzi, già presidente “in pectore” della Rata. Saluti
Sig. Aldo Caporaletti, considerate le esplicite e ripetute offese di cui mi ha fatto oggetto, mi riservo di valutare la situazione in sede legale.
Nel frattempo la diffido a fare il mio nome nei suoi post ed ad usare nomignoli e/o frasi che possano ricondurre alla mia persona.
A non più risentirla.
Caporaletti la smetta di scrivere cose che con il calcio giocato non ha nulla a che vedere,meglio stare a guardare che fare un campionato come il vostro ed esaltarsi x aver rotto le ossa alla Leonessa Montotoro,ci vuole un bel coraggio,si vergogni e si guardi allo specchi se ne ha il coraggio
Adottate l’Helvia Recina come squadra ufficiale a rappresentare Macerata, così il signor Caporaletti potrebbe tornare a parlare di calcio giocato. Ma se a Macerata non avete nemmeno una squadra ma solo un’associazione che di recente nonostante la dipartita della beneamata, si continua nel suo ricordo a fondare associazioni che ne manterranno il vivo ricordo ai posteri che non hanno potuto gioire delle grandi performance della mitica presidenza Tardella. Del calcio giocato, si poteva parlare se a creste abbassate avevate almeno l’accortezza di trovare qualche ragazzetto che avrebbe vestito orgogliosamente la maglia della maceratese. Con la vostra puzza sotto il naso che poi non si è mai dato di sapere a quale qualità sia dovuta, siete non solo l’unico capoluogo a non avere una squadra ma proprio l’unica cittadina , o paesotto o oratorio a non averla.
RISPUNTA FERRAMONDO, “SPALLETTIANO” DI FERRO
Meno male che si è rifatto vivo Ferramondo, volevamo chiamarlo nei giorni scorsi per risolvere un problema. C’è un amico “in difficoltà” sotto Natale, alla ricerca di qualcuno che gli “paghi una pizza”. Visto che Ferramondo si è più volte dichiarato disponibile a provvedere al riguardo. Passando ad aspetti meno rilevanti, quali i commenti, ci vuole un “bel coraggio” a parlare di “calcio giocato” a Macerata. E’ come “sventolare la corda” in casa dell’impiccato! Ogni categoria del calcio ha la sua dignità, al riguardo condivido la posizione del “cantore biancorosso”. Non prova vergogna nemmeno Ancona, capoluogo di Regione, a ripartire dalla Prima Categoria. La vergogna assoluta è non esistere, essere cancellati da ogni categoria del calcio e dall’interesse generale come accade alla Rata. La società “pistacoppa” in passato è addirittura ripartita dalla Terza Categoria e allora Ferramondo non si era vergognato o “espatriato in Svizzera”, a trovare l’ex presidente biancorosso. La vergogna dovrebbe provarla lui, e parecchia, per averlo definito entusiasticamente: “tutti noi”. Anzi, quando si guarda allo specchio dovrebbe aggiungere lo “sputo in un ecchio”, calcolando bene la “carambola”. Eppoi, Ferramondo, come dicevamo, non dovrebbe perdersi nottetempo dietro commenti minori. Alla sera vada a nanna presto e aspetti l’indomani l’uscita della “Somma” (che non porta pari), rubrica tenuta da un cronista ben più autorevole. Siamo tutti in attesa di suoi commenti: oppure li evita, tenendo le “chiappe strette”, perchè posto “sotto scoppola” di querela? Buon Natale, anche a Ferramondo, ne ha proprio bisogno! Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah
Patetico come sempre