Castelsantangelo, i cittadini ai politici:
“Noi qui non vi vogliamo”

LA LETTERA - In un messaggio rivolto allo Stato e alla Regione, 54 residenti chiedono alle istituzioni di non farsi vedere il 24 agosto per eventuali commemorazioni nel territorio a un anno dal primo sisma. Polemica sulla rimozione dei bagni pubblici dall'area camper: "L’emergenza è finita? Grazie, noi non ce ne eravamo accorti". Ma il sindaco non ci sta: "Basta con l'accattonaggio di chi continua ad utilizzare elettricità e servizi pubblici, chi ha ricevuto il contributo per l'autonoma sistemazione ha avuto tempo per sistemarsi"

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Crolli alla casa di riposo di Castelsantangelo sul Nera dopo la scossa del 24 agosto

 

«Noi qui non vi vogliamo». E’ questo il messaggio lanciato da 54 cittadini originari di Castelsantagelo in una lettera rivolta alle autorità politiche dello Stato e della Regione. Una lettera di dolore, rabbia e ricordi diretta agli eventuali politici intenzionati ad arrivare nel comune devastato dal sisma a un anno dal terremoto del 24 agosto. «Noi qui non vi vogliamo – si legge nella lettera – e queste sono le motivazioni. Eravamo 280 esistenze e ora siamo 280 sfollati, come in tempo di guerra, anonimi numeri di un conteggio istituzionale, senza peso elettorale. Viviamo al margine delle sconfinate zone rosse, tra le frane, le macerie immobili da mesi, le strade sbarrate e non possiamo neanche andare a camminare nei nostri sentieri. Sparpagliati per tutto il centro italia, per ritrovare un senso di famiglia e di paese abbiamo solo telefono, sms e Whatsapp. Stiamo vedendo i nostri anziani lasciarsi andare a demenza, tristezza, nostalgia e disperazione, sopraffatti dalla consapevolezza che non torneranno mai più a morire nelle loro case. I nostri bambini sfiniti hanno viaggiato per ore e ore nei pulmini sulla costa per raggiungere la scuola distante troppi chilometri,  hanno resistito dentro tensostrutture dall’aria densa ed irrespirabile. Noi qui, una manciata di ostinati, che sopravvivono in camper e roulotte dal 30 ottobre, a combattere il freddo ed il caldo, a fare i turni per la doccia, perché l’acqua calda nei soli due container della protezione civile non basta per tutti, qui non vi vogliamo. Abbiamo visto morire i nostri animali, imprigionati dalla neve alta e che le stalle le abbiamo viste arrivare a giugno e luglio. Abbiamo trascorso le notti invernali di vento e neve senza elettricità ad accendere e spegnere le stufe, dovendo decidere se rimanere intossicati o sentire freddo».

 

macerie-castelsantangeloLa lettera prosegue ricordando alle autorità il legame indissolubile tra i cittadini di Castelsantagelo e il loro paesino d’origine. «Noi qui a fare centinaia di chilometri al giorno, tutti i giorni, per poter andare a lavorare nelle aziende rimaste in piedi, alzandosi a notte fonda e rientrando a sera inoltrata, non vi vogliamo. Viaggiare con le strade ingombre di neve, paralizzati da studi di fattibilità, ipotesi di progetto, fasi previsionali e niente di concreto. Ringraziamo gli italiani che ci hanno aiutato e sostenuto concretamente, loro sì fin da subito e sempre. In undici, dopo un anno, primi assegnatari delle ‘casette’, ci sentiamo in imbarazzo nei confronti degli altri compaesani, perché le loro non si sa ancora quando arriveranno, e se arriveranno prima del prossimo inverno. A vedere i nostri sindaci sfiancati, barcamenarsi tra la rabbia, l’impotenza ed i vostri vacui progetti, nel timore di veder svanire le briciole di promesse che di tanto in tanto gli elargite». «Noi qui – concludono -, ultima notizia di questi giorni, che ci avete comunicato che l’emergenza è finita. Grazie. Noi non ce ne eravamo accorti. E che quindi i bagni e le docce pubblici usati da chi è in camper e roulotte verranno portati via. Noi qui abbiamo esaurito la pazienza e vostre eventuali visite le vivremmo come una provocazione, quindi vi chiediamo la cortesia di non esasperare oltre i nostri animi». Sul tema dei bagni rimossi per la fine dell’emergenza però, il sindaco Mauro Falcucci sottolinea che non si schiera «dalla parte di quei pochi cittadini accattoni che continuano a utilizzare elettricità e servizi pubblici. Lo stato dell’emergenza – aggiunge il primo cittadino – è stato dichiarato concluso in tutto il cratere e chi ha ricevuto il contributo per l’autonoma sistemazione ha avuto tempo per sistemarsi».

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Il cimitero di Castelsantangelo, crollato dopo il terremoto

 

Cosa vogliono quindi i cittadini di Castelsantangelo? «Noi qui vogliamo le casette subito per tutti, vogliamo che tornino i bambini, gli anziani, le attività commerciali, i proprietari delle seconde case, i turisti, gli italiani che ci hanno aiutato. Vogliamo veder tornare le nostre opere d’arte e circolare liberamente sulle nostre strade e le nostre montagne. Vogliamo la no tax area, unica possibilità per far ripartire l’economia e scongiurare lo spopolamento. Vogliamo piani di ricostruzione chiari, scanditi e definiti». I 54 firmatari del messaggio alle autorità, concludono infine la loro lettera citando “La luna e i falò” di Cesare Pavese: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

 



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