di Maurizio Verdenelli
(foto di Luciano Carletti)
“Sì, è vero: il procuratore generale presso la procura antimafia ci ha convocato per metterci in guardia in riferimento ai finanziamenti per la ricostruzione. I soldi arriveranno presto e sono tanti. Naturale che occorra non abbassare la guardia, anzi…da due mesi dunque l’allerta è massima e i controlli sono state avviati”. La società marchigiana è notoriamente sana, ma la malavita organizzanta allunga i suoi tentacoli anche in questo territorio come ormai report e dossier stanno indicando in proposito”. Parole dell’ingegner Cesare Spuri, direttore dell’ufficio per la ricostruzione regionale, questa sera a Muccia in piazza della Libertà nel corso di un dibattito – coordinato da chi scrive – seguito alla riapertura del centro storico. Una cerimonia importante, nel senso di una ripartenza ideale del paese al confine dell’Umbria dove sono rimasti solo 400 abitanti. Spuri ha detto anche di più. Il riferimento è alle polemiche scoppiate in queste ore sull’ubicazione dell’ufficio per la ricostruzione. La scelta, che è stata condivisa col commissario Errani e il suo vice, ha un significato evidentemente baricentrico. “Caccamo è l’intersezione precisa tra due statali ed è quindi il luogo di maggiore avvicinabilità da parte delle comunità del cratere sismico.
Un luogo dove si possono “lavorare” le 2mila pratiche, ad esempio di Sarnano, le 4 mila di Tolentino o le 3500 di San Severino”. Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Il sindaco di Muccia, Mario Baroni, ha promesso le 165 casette richieste arriveranno il 30 settembre. Sciapichetti ha fatto un po’ un mea culpa sugli “errori commessi”: “Ma il terremoto ha avuto numeri impressionanti e sicuramente la macchina delle emergenze non poteva essere pronta”. Ha detto un grande grazie a tutti i sindaci con particolare indicazione allo stesso Baroni e a Pietro Cecoli, primo cittadino di Monte Cavallo, presente oggi a Muccia. “Tre i punti da cui ricominciare – ha dichiarato Sciapichetti -. La consegna delle Sae avverrà nei mesi di agosto, settembre, ottobre e saremo quindi nelle previsioni, mentre tarderà la ricostruzione leggera che era prevista entro il 31 luglio. Immediato sarà l’acquisto dell’invenduto: migliaia di case che la Regione farà proprie per darle all’Erap e quindi agli sfollati. In direzione dell’agricoltura, sicuramente le stalle saranno pronte in vista dell’inverno”. Al convegno hanno preso parte oltre il sindaco Baroni, l’ingegner Spuri e l’assessore Sciapichetti anche il direttore di Coldiretti, Nasini, e il giornalista Claudio Bianchini in rappresentanza di Foligno: “E’ in corso un gemellaggio tra la città umbra e Muccia” ha annunciato lo stesso Bianchini, “rendendo così forte il legame tra due città che hanno subito il sisma”.
Ufficio ricostruzione a Caccamo, Pasqui: “Scelta scellerata”
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Grande il Sindaco!!! Speriamo che il Spuri e Sciapichetti siano di parola. Casette entro fine ottobre !!! Centro riaperto… Stupendo e emozioni forti…. Fare cena qua dopo mesi e mesi è un sogno!!!! Forzaaaaaa!!!
Dimenticavo, bravo anche Verdenelli!!! Nella speranza che sia sempre vigile e sia un controllore implacabile delle promesse fatte stasera!!!
Perché ritarda la ricostruzione leggera?
Casette di legno si costruiscono in tutto il mondo, anzi anche case molto grandi come vediamo spesso nei film americani e sono sicuro che non costano come quelle costruite dalle ditte scelte dal governo in Italia, un buco ad ottantamila euro. Tempo fa, ho dato un occhiata su internet e la differenza prezzi tra i bugigattoli offerti dallo stato e le case in legno dei vari dépliants erano enormi. Giusto per dirne una, all’indomani della prima scossa di terremoto, vicino Amatrice erano apparse case in legno a prezzi molto ma molto più abbordabili simili a quelle che venivano costruite in uno stabilimento non ricordo se di S. Severino o Tolentino. Si parla ogni tanto di Mafia, ma che cosa si vuole effettivamente intendere? Che non mettono il cemento necessario, costa di più, toglierebbe il lavoro alle nostre imprese edili più piccole, potrebbe essere scelta dallo stato dopo i vari bandi per ricostruire, gonfierebbero i prezzi o che altro. Sappiamo tutti benissimo che la Mafia c’è dove lo stato manca, anche un semplice trasporto di rifiuti se non si è in grado di effettuarlo può come sicuramente sarà… successo, essere smaltito dalla Mafia. Considerando lo Stato che abbiamo, quello ufficiale, la Mafia, quello non ufficiale ma ben radicato e dove il modo di esercitare a volte si confonde nei due sistemi che vanno a braccetto assieme, ma qui rubano tutti o nell’ipotesi migliore si gestisce mi riferisco “ al terremoto, dopo, adesso e in futuro )col noto sistema descritto dal nostro modo di dire ” non sapersi ficcare un dito in tubo o quasi “. Si forse sto facendo confusione, ma non riesco più a dividere i due Stati che guidano l’Italia e che si incrociano continuamente, tanto che se almeno uno dei due funzionasse ” onestamente “, beh certo le virgolette non sono obbligatorie ma consigliate, e mi costruisce la casa di legno o di muratura per farmi ritornare il prima possibile a casa a me e agli altri paesani per ripartire economicamente e socialmente che me ne frega di chi la costruisce. Sappiamo tutti che non esiste più una forte distinzione tra i due stati, hanno tutti e due cravatta e vestito blu, uno vende droga ,l’altro la consuma e smetto sennò va a finire che cado nei soliti luoghi comuni che però tanto comuni non sono. La società marchigiana è notoriamente sana, soprattutto per chi i soldi li usa per farci i mucchietti: questi la luce, questi il gas, questi l’affitto, questi l’acqua: “Marì, quanti giorni si può stare senza mangiare”. “Una quarantina Pè “. “Allora Marì, anche per sto mese potemo svangalla”. Mafia? Quando, Ceriscioli assume senza che ce ne sia motivo, la Giannini, Comi e la mamma del Lodolini, questa come la vogliamo chiamare? E chi osserva da vicino o da lontano che idea si può fare del sistema Marche a Palazzo Raffaello? E quando porto mia suocera all’ospedale, me la trasferiscono in un altro perché non c’è posto e me la ridanno dopo un mese esattamente nelle stesse condizioni e quindi dove dovrei portarla, in un altro ospedale che me la spedisce in un altro forse più competente ma a 60 km che mi starebbe anche bene ma dove non so se me la riconsegneranno ancora in stato accettabile o pronta per il grande viaggio. Ceriscioli, continua a tagliare, a chiudere gli ospedali per trasformarli in ospizi a pagamento tutti legati alla stessa società di investimento.
Davvero, con la società marchigiana ci si potrebbe fare un vaccino contro la mafia.
Dopo un anno dal terremoto si parla ancora di casette di legno (ancora non consegnate). Non sarebbe invece ora di parlare o meglio di attuare materialmente la ricostruzione o costruzione? Continuo a pensare fin dall’inizio che è stato un enorme errore deportare la gente sulla costa, questo poteva avere un senso solamente se dopo al massimo due mesi sarebbero state pronte le casette di legno. Siamo governati da incompetenti menefreghisti e ladri.