Sono stati i 4 studenti Erasmus francesi a danneggiare, nei giorni scorsi, il crocifisso nel centro storico di Macerata.
I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Macerata insieme a quelli della locale stazione, hanno proseguito le indagini sui danneggiamenti avvenuti qualche notte fa, individuando 4 giovani studenti di nazionalità francese. Rimaneva da scoprire il responsabile del danneggiamento al crocifisso. Gli elementi raccolti dai militari anche questa volta hanno portato ai quattro studenti responsabili di aver imbrattato muri e auto con estintori e di aver fatto un giro in centro storico con un trattore tagliaerba. Messi di fronte all’evidenza, i ragazzi non hanno potuto fare altro che ammettere di essere responsabili anche del danneggiamento del crocifisso.
In merito alla vicenda l’avvocato Marco Tasso, che assiste i 4 ragazzi, chiarisce che «non riguarda l’intero gruppo ma solo alcuni di essi, i quali hanno deciso spontaneamente di integrare le proprie deposizioni presentandosi al comando dei carabinieri di Macerata. Il crocifisso non è stato rimosso da una chiesa né da un locale ad essa pertinente né trovato in un luogo di culto, bensì in un vecchio magazzino in stato di abbandono appartenente alla Provincia di Macerata, ove i giovani sono entrati semplicemente spingendo la porta. Vedendo il Cristo riverso a terra del tutto incustodito, interrato ed in mezzo ai topi che bivaccavano tra le vecchie cianfrusaglie ivi presenti, hanno ingenuamente pensato di sollevarlo e di appoggiarlo nella posizione eretta spostandolo all’ingresso del deposito per poi andarsene. Nessuno dei ragazzi ha dichiarato di aver danneggiato la statua, anzi, di averla maneggiata con cura visto il valore morale che la stessa rappresenta». Il legale poi aggiunge che in un primo momento non avevano dello del crocifisso perché le notizie che si erano diffuse il giorno seguente parlavano di un crocifisso trafugato e danneggiato. «Appare inappropriata e del tutto fuori luogo – conclude il legale –, alla luce dell’ormai chiaro svolgimento dei fatti, l’utilizzo della parola “raid”. Si ribadisce, infatti, che si è trattata di una serata goliardica un po’ sopra le righe e null’altro».
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Per cortesia, evitiamo di metterli in gattabuia (cioè di doverli pure mantenere): ci vuole una punizione esemplare. Paghino l’opera di restauro del crocifisso di tasca loro, lavorando gratis per tutto il tempo necessario a raggiungere la cifra necessaria secondo gli stipendi medi di noi italiani. Del resto, se lo studio ha prodotto questo capolavoro di intelletti, un po’ di sana vanga non potrà che migliorarli.
E soprattutto, dopo aver pagato i danni, biglietto di sola andata per rispedirli a casa loro e dichiararli ospiti indesiderati per un bel po’ di tempo.