Giovanni Cervigni, presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia
di Giovanni De Franceschi
“Se fosse legato al suo lavoro, sarebbe un episodio preoccupante”. Giovanni Cervigni è il presidente dell’ordine dei veterinari della nostra provincia, conosceva Olindo Pinciaroli fin dai tempi dell’università a Perugia. Il 53enne originario di Urbisaglia stamattina è rimasto vittima di un agguato a Osimo (leggi l’articolo), mentre era nell’ambulanza veterinaria con un giovane collaboratore di 23 anni, Valerio Andreucci. Quattro persone avrebbero fermato il furgone e aggredito i due, uccidendo il veterinario con una coltellata sotto la gola. Questo è quello che ha raccontato il giovane ai carabinieri dopo essere riuscito a fuggire (leggi l’articolo).
E oggi tra chi conosceva Pinciaroli c’è pochissima voglia di parlare. La vicenda, che presenta ancora molti punti oscuri che andranno chiariti (leggi l’articolo), è piombata come un fulmine a ciel sereno tra amici, parenti e colleghi. “Abbiamo appreso la notizia mentre eravamo a un convegno a Tolentino – racconta Cervigni – e siamo rimasti tutti di sasso. Dal punto di vista professionale era stimato e molto conosciuto nel nostro ambiente. Io personalmente lo conosco dai tempi dell’università e oltre a un collega era anche un amico. Una persona affabile, simpatica, sincera, che non le mandava certo a dire. E un ottimo professionista che si occupava di cavalli, tanto che all’ultima edizione della Raci era stato designato proprio lui per l’assistenza. E’ proprio alla manifestazione che l’ho visto l’ultima volta, mentre l’avevo sentito due giorni fa per lavoro e in nessuna delle due occasioni mi aveva dato particolari segni di nervosismo o preoccupazione. Per questo quanto accaduto allarma. Vista la violenza, si può parlare di una vera e propria esecuzione e non può essere accaduto per caso. Se poi sia legata al mondo dei cavalli non possiamo dirlo, saranno le indagini a far luce. Di sicuro è un episodio inquietante”.
Pianciaroli si era trasferito a Montelupone con la moglie Patrizia, dentista, e la loro bimba di quattro anni. Ma per molto tempo, dopo aver lasciato Urbisaglia – dove il padre e la madre avevano gestito il ristorante Da Ivo, un vero e proprio punto di riferimento ora chiuso – aveva vissuto a Macerata. I cavalli erano la sua grande passione, tanto che aveva anche una scuderia a Morrovalle, oltre a lavorare in tre laboratori della provincia: a Macerata, Sambucheto e Porto Potenza. Chi lo ha avuto come veterinario lo ricorda come un eccellente professionista.
“Sono arrivato a Macerata nel 1998 e ho avuto il primo cane nel 2000 – spiega Aldo Zeppilli, titolare del bar Centrale – me lo hanno fatto conoscere e da lì tutti gli animali che ho avuto me li ha sempre seguiti lui. Era bravissimo, una sicurezza, anche come persona e poi era sempre disponibile a qualunque ora lo chiamassi. Non lo vedevo da un po’, l’ultima volta era stato al buffet di laurea della nipote. Mi dispiace davvero molto”.
“Pinciaroli era un professionista serissimo, molto preparato nel campo dell’equitazione, lui stesso allevatore di cavalli – aggiunge Dino Mosca, dell’Associazione allevatori delle Marche – .Era un punto di riferimento per tutto il settore, con competenze affinate nel tempo”. E proprio nel settore gli elogi per il professionista e per l’uomo sono molti. “Nel lavoro si era sempre distinto per qualità ed esperienza – ricorda Alberto Tibaldi, direttore del servizio sanità animali dell’Asur – una persona buona, un amico”.
Ora il cadavere di Pinciaroli è all’obitorio dell’ospedale Torrette di Ancona, in attesa che vengano svolti gli esami disposti dal pm Marco Puccilli. Il ragazzo che era con lui invece è stato dimesso, se l’è cavata con qualche lieve ferita ed è stato ascoltato in un interrogatorio fiume dagli inquirenti. La sua testimonianza sarà fondamentale per cercare di ricostruire il movente di questa brutale aggressione. L’ipotesi della rapina finita in tragedia, con la sparizione dei portafogli, non convince fino in fondo gli investigatori. Al momento nessuna pista è esclusa, neanche che l’omicidio sia legato a quel mondo che lui amava così tanto, quello dei cavalli.
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Si può essere vittime di un raptus. Ma questo delitto è assurdo. Ci addolora…
Dava fastidio a qualcuno? Non sottostava a ricatti?
Un commando di quattro persone dimostra che il delitto è stato organizzato. Per rubare un portafoglio? Portava somme più consistenti?
Abbiamo le migliori forze dell’ordine al mondo, a detta di esperti internazionali. Però, scoprire i colpevoli e il movente sarebbe qualcosa di eccezionale.
Per intanto preghiamo per quella moglie e per quella bimba. Già è una tragedia rimanere orfani a quella età. E’ però inaccettabile rimanere orfani per un assassinio.
Forse stiamo tutti impazzendo?