Le macerie di Santa Maria in Via
“Vergognoso! Queste le macerie della chiesa di Santa Maria in Via inagibile e lesionata dal 24 agosto 2016, dove per pochissimo passando con la macchina là sotto non ci lascio le penne e per un altrettanto fortunato destino di quella maledetta sera del 26 ottobre 2016 non ce le hanno lasciate le studentesse universitarie che occupavano le abitazioni andate distrutte con il crollo del campanile”. Con queste parole l’avvocato di Camerino Rosella Gaeta denuncia pubblicamente lo sfacelo della chiesa di Santa Maria in via, lasciata completamente in balia delle intemperie, nonostante il parziale crollo del tetto avvenuto il 26 ottobre e ulteriori nuovi gravi crolli avvenuti lo scorso febbraio. La donna che è cresciuta proprio vicino al santuario ha rischiato la sera del 26 ottobre, alle 21,18 che le macerie del campanile di Santa Maria in via la seppellissero e da quando è sfollata, si definisce “una miracolata” e documenta sul suo profilo Facebook la gravissima situazione di Camerino, città blindata e con il centro storico completamente chiuso, visto che è zona rossa. La chiesa “per inerzia delle competenti autorità si è andata via via sgretolando ed ha subìto ulteriori devastanti crolli anche a metà febbraio 2017, mai coperta, mai protetta lasciata in balia non solo delle scosse successive ma anche del cattivo tempo, di pioggia, umidità ed abbondanti nevicate… ad oggi sta ancora così senza alcuna messa in sicurezza… lascio a voi ogni considerazione. Ecco come in Italia stanno gestendo il terremoto ed ecco come ci stanno trattando”, conclude amaramente. La speranza è che la Soprintendenza ai beni culturali che ha totalmente in mano la gestione della situazione, possa far iniziare al più presto la messa in sicurezza della chiesa, prima che crolli definitivamente ed ogni opera di salvaguardia diventi così inutile. L’avvocato ha documentato con una serie di foto la gravità delle lesioni riportate dalla chiesa.
La facciata di Santa Maria in via
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Una volta, le Madonne si mettevano in cammino, e quando si stufavano di camminare: si fermavano, e lì nasceva un santuario. Non sono a conoscenza se il santuario di S. Maria Invia sia nato nella stessa maniera. Però tutti sappiamo che con il terremoto del 1997 abbiamo speso un sacco di soldi per fare in modo che la Madonna rimanesse in loco. Solo con i soldi spesi per il puntellamento fatto con le canne innocenti, si potevano costruire almeno due santuari nuovi. Ora: se a distanza di poco tempo è crollato tutto, significa che la Madonna, non intende più dimorare in quel posto. Quindi, magari qualcuno può chiederle dove vuole andare. Ma in tanto, credo la cosa migliore da fare è demolire tutto per ricavarci una bella piazza; che dalla quale, credo che i cittadini di Camerino abbiano veramente bisogno.
Che sfacelo, che vergogna! Caro avv.to lei parla ai sordi o peggio ancora a dei criminali politici che fingono di essere sordi e ciechi. Sentono e vedono solo il loro tornaconto e intanto aggiungono danni a danni incuranti dell’arte e della sacralità che quella chiesa rappresenta. Sistemeranno tutto domenica con le magliette gialle.
alla curia di Camerino appartengono anche altre chiese che sono”povere”….lesionate dal sisma anche gravemente come la nostra….in SAN Ginesio nella frazione di Santa Maria d’Altocielo crollata su se stessa ,forse di scarso valore artistico,ma situata in mezzo ad una strada da dove si accede alla frazione stessa.Tuttora abbandonata ,protetta solo da alcune transenne con il campanile lesionato ma ancora in piedi a “minacciare”la casa sottostante e la strada…un’occhiata credo che la meriti anche questa se non altro per evitare eventuali altri danni a persone e cose…..pensateci