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(in alto la galleria fotografica di Lucrezia Benfatto)
Un itinerario che attraversa in un lungo e in largo l’Europa disegnato nelle vie del centro storico e in tutti i quartieri (frazioni comprese) di Macerata. Una mappa segnata dai sapori, dai colori e dalla tradizione dei 28 Paesi dell’Unione che da stasera si sono trasferiti nei 73 locali del capoluogo che hanno dato il via alla 4 giorni di Aperitivi Europei. Anche se non si ferma la protesta per la ztl h24 in centro. Gli esercenti di via Garibaldi hanno affisso sulle vetrine cartelli con la scritta “Io non sono contento” riferendosi alle parole del sindaco che ieri in Consiglio comunale ha ricordato come proprio i commercianti, nel 2014, dopo un primo malcontento si sono dimostrati entusiasti (leggi l’articolo).
Nonostante le lamentele di alcuni la partecipazione al gran tour enogastronomico attraverso il Vecchio Continente si è dimostrata subito alta. Si va dalle specialità belghe della piadineria Al Casolare, ai profumi della tradizione ellenica proposti da Di Gusto. C’è la gettonatissima Spagna, a partire da Lord Bio-Piazza 16, fino al gusto della Polonia in Porchetteria centrale. Al Centrale è Irish breakfast mentre Mercurio mette in campo i sapori forti della Germania. Il letimotiv è l’attenzione ai vegeteriani e ai vegani che dovunque hanno piatti dedicati. Le suggestive atmosfere aromatiche del Portogallo sono le note propose da Maga Cacao. E poi la Svezia al Q.b., l’Inghilterra con le sue birre e le fish & chips al Bar Firenze (e non solo). La lista è lunga e ce n’è per tutti i gusti. Da quest’anno una menzione speciale nel premio per il miglior aperitivo la avranno le attività che si cimentano in nazioni uniche, che nessun altro propone. Al pubblico (molti i giovani) non rimane che gustare e godersi la Macerata da bere e votare il migliore aperitivo sul sito www.festadelleuropamc.it
(Cla.Ri.)
(Clicca per guardare la mappa di tutti i locali con le nazioni proposte)
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Dopo la cialtroneria del ParkSI, che mi ha fregato 2 euro per la mezzora di tempo spesa per visitare la Bottega del Libro (commercianti, non vi lamentate, questa amministrazione l’avete votata voi e quando incontrate il sindaco vi scappellate come sempre) la parola d’ordine dei giovani, o dei cittadini maceratesi, è: “O FRANZA, O SPAGNA, PURCHE’ SE MAGNA”…
Annegate negli aperitivi la vostra amarezza, tanto ormai siete stati condannati a morte. La vostra Piazza della Libertà assomiglia ad un territorio lunare, o alle piazze metafisiche di De Chirico: ossia, priva della gente che vi fa vivere.
Non che sia contrario ad animare le vie e le piazze di Macerata con bevute e mangiate. Ma ciò non è una cosa continua, pur se si può ripetere durante l’anno. Però il commercio, nel senso più estensivo del termine – vive se la gente può accedere ai negozi. Il commercio è la VITA di una città e del suo Centro Storico. Una “vita” che fa sopravvivere tutto l’anno e per la quale occorre una particolare attenzione e capacità di elaborazione che un avvocato come il sindaco Carancini non ha. Come non l’avrei io, da sempre impiegato, se fossi sindaco.
Poiché sono un bastardo vigliacco, non mi assumerei la responsabilità di elucubrare un progetto che non sia in accordo con i commercianti. Ciò non è stato mai fatto: tutti gli amministratori del passato elucubravano con la loro mente, influenzati delle elucubrazioni di chi faceva i suoi interessi privati (che Italiani siamo se non restiamo servi di interessi privati superiori?)
Ad un parcheggio sotto Rampa Zara, che avrebbe dovuto vedere la partecipazione di privati, si è preferito il deserto di Piazza della Libertà.
Sì, libertà di morire… in una piazza vuota.