di Fabrizio Cambriani
“La bellezza è sapersi raccontare”. Evidentemente il segretario regionale del Pd, Francesco Comi deve aver pensato a questo slogan, che poi è di una nota marca di smartphone cinesi, per commentare i risultati di queste primarie. Ma leggiamo da Facebook la sua intera dichiarazione: “Ha vinto il partito della partecipazione che non si arrende mai. Il dato della partecipazione e di Matteo Renzi sono straordinari. L’affluenza nelle Marche (con eccezione dei comuni dove il sisma ha prodotto un provvisorio calo demografico) è in linea con quello di Emilia, Toscana, Umbria. Il risultato di Renzi addirittura superiore a quello nazionale. Da oggi si riparte. Riparte l’Italia che non si rassegna a stare nel pantano dei mille partiti conservatori, riparte, l’Italia che non accetta l’immobilismo delle istituzioni incapaci di riformarsi, riparte, l’Italia che non si accontenta della sterile denuncia ma vuole risolvere i problemi, riparte l’Italia che vuole lottare per il cambiamento.”
A me che sono, oramai démodé, mi verrebbe da replicargli con un datato, ma pur sempre efficace Pasolini: “Sei così ipocrita che quando ipocrisia ti avrà ucciso, sarai all’inferno e ti dirai in paradiso.”
I dati della partecipazione, contrariamente da quanto afferma Comi, sono decisamente allarmanti. In totale meno di un milione e ottocentocinquanta mila votanti. Un milione in meno rispetto a quelli del 2013. In provincia l’adesione alle primarie è più che dimezzata: 7814 votanti contro i 17445 del 2013. Non a caso il segretario provinciale Francesco Vitali si è rivelato molto più prudente con l’uso e l’abuso di aggettivi e superlativi accampando giustificazioni dovute al disagio post sisma. Giustificazioni del tutto improbabili e irricevibili, poiché basta guardare i numeri di Macerata (1211 contro 2626), Civitanova (980 contro 2223) e Recanati (582 contro 1690) per avere la conferma di questo crollo verticale di presenza popolare.
A scanso di qualsiasi equivoco va però riconosciuto e fissato bene in mente che il Partito Democratico è l’unico soggetto politico che si apre alla partecipazione popolare diretta. Le primarie sono e restano una boccata di ossigeno insostituibile che depura e rigenera, da ogni sorta di fisiologica corrosione, l’intera classe dirigente. Ogni forma di critica – quindi anche questa – per quanto legittima non può prescindere da questo dato di fatto.
Una volta detto questo va però, parimenti riconosciuto, come il Pd a guida renziana abbia perso oggi smalto ed attrattiva. Soprattutto al nord, ma in particolare in quelle che erano le tradizionali regioni rosse. Resiste viceversa al sud, grazie a personaggi che, lungi dall’essere rottamati, procurano sì imbarazzo nazionale, ma detengono voti e tessere decisivi in qualsiasi tipo di conta. La mappa sull’intero territorio assomiglia molto a quella del pentapartito dei primi anni novanta dello scorso secolo. Come andò a finire è storia nota. Tutta da riscrivere è quella attuale, soprattutto in centro Italia. L’unica cosa certa che si percepisce è che Renzi sta lentamente traghettando su altre sponde – rispetto a quelle naturali e tradizionali della sinistra – l’intero partito. La risposta silenziosa a questa deriva sta nella diserzione quasi in massa dai gazebo in zone e centri famosi per quello che una volta era un sicuro riscontro. Verrebbe da pensare ad un automatico travaso di voti nelle formazioni che a sinistra si vanno organizzando, ma la cronaca recente dice che non ci sono più automatismi e che il fattore incognita in questi tempi è sempre più elevato e insondabile.
L’unica certezza è che nel Pd marchigiano e in Regione da oggi si va sul Tagadà. Nel partito si comporranno e scomporranno varie e diverse maggioranze. Già da stanotte Matteo Ricci, il sindaco di Pesaro, ha dato l’avviso di sfratto a Comi: “Queste primarie ci danno una spinta ulteriore a occuparci del partito. Anche a livello regionale.” ha affermato perentoriamente Ricci. Verosimilmente partirà l’asse con gli anconetani di Carrescia per sostituire, in tempi brevi, il segretario. O almeno per metterlo sotto stretto controllo. Il tutto mentre l’assessore regionale Pieroni dava il benservito al commissario alla ricostruzione Errani e lo accompagnava malamente alla porta affermando che come commissario basta e avanza il presidente, nonché assessore alla sanità Ceriscioli. Il che sarebbe una follia solo in termini organizzativi.
A livello locale e con questi numeri, per il Partito Democratico le amministrative di giugno si fanno in salita. In particolare a Civitanova e Tolentino. A Civitanova il Pd può contare su di uno zoccolo duro (si fa per dire) di 980 votanti. Decisamente troppo poco per poter affrontare una campagna elettorale che li vede, ormai a difesa del sempre più malfermo fortino Corvatta. Con questi numeri, a meno che non succeda qualcosa di clamoroso, si va difficilmente al ballottaggio. Soprattutto se poi, da qualche tempo a questa parte, soffia dovunque un vento favorevole al civismo e contrario ai partiti politici. A maggior ragione lo stesso discorso vale per l’altro Corvatta di Tolentino (hanno votato in 563 contro i 1137 del 2013) che deve strappare l’amministrazione al sindaco del terremoto con queste malridotte e svogliate truppe.
Alla vittoria indiscussa e di larghissima misura di Renzi in queste primarie potrebbe corrispondere il crepuscolo del Partito Democratico, ma pare che la questione non interessi le sue classi dirigenti, molto più impegnate nel fare a gara per incensare e adulare il neo eletto segretario. Ai neoeletti negli organismi, le mie congratulazioni e i miei migliori auguri di buon lavoro: credo ne abbiano davvero bisogno…
Primarie Pd, i risultati nel Maceratese: Renzi sfonda con il 78,81%
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Caro Fabrizio Cambriani,lo so, fai finta di sorprendenti per le dichiarazioni di Comi solo per stigmatizzarne il contenuto. Ma che altro può fare il povero Francesco…. dalla fine del 2014 ha lavorato solo per un obiettivo: il suo scranno parlamentare , un percorso che ha lasciato parecchi feriti per strada, alcuni anche nel cuore, tra questi annovero i cittadini marchigiani in primis i terremotati. Deve tenere duro per ancora una manciata di mesi e non sarà facile, per lui. Spero torni quello che era, quello che ho aiutato ogni volta che me lo ha chiesto, prima che venisse colpito dalla Renzite, per la quale auspico si trovi al più presto un vaccino.
finalmente la notizia, al di là del battage propagandistico filogovernativo! il PD è alla frutta.
che cosa si voleva aspettare visto che in ballo c’era il ripristino del pidocchio.
Il problema sono i 7814 che ancora ci credono !
Beh per quello che combinano, 7814 votanti non è un trionfo…è un inspiegabile l’apoteosi di successo.
Ma come fanno a credere ancora a questo ARROGANTE VENDITORE DI FUMO ! E’ INCREDIBILE ! Alle primarie del 2013 votarono in 17.445. Ieri 30 APRILE 2017 sono andati a votare solo 7814. E SONO CONTENTI !!!! BEATI LORO !! Per convincerli che sono davvero alla frutta hanno bisogno davvero di un’altra bella scoppola.Un po’ di pazienza ancora….. arrivera’ tra qualche mese !
Cantarsela e suonarsela…
Caro Cambriani, il mondo è bello perché vario..metterti a sciolinare numeri non significa capirli… il
risultato di queste primarie è semplice.. noi elettori del PD vogliamo che sia Renzi a rappresentarci, nulla di più.. Poi alle prossime politiche sarà quella cosa chiamata democrazia a decidere a chi affidare la guida del ns Paese..
UN CALO CLAMORODO SE CONFRONTATO CON LE PRECEDENTI.
SE POI X FARSI CORAGGIO VOGLIONO VEDERE IL.BICCHIERE MEZZO PIENO …
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Tranzocchi, scusami se riprendo un’altra volta il tuo commento, ma tra tutto quello che ho potuto sentire in televisione e leggere sui giornali è il più azzeccato. Poi parto dal fatto che forse chi non ha votato per Renzi ha capito che il Pd rappresenta proprio quello da te espresso e che vorrebbero cambiare partito perché Renzi rappresenta se stesso e quei signori da te ben definiti. “QUESTI CITTADINI RAPPRESENTANO QUEL POPOLO CONVINTO CHE I DIRITTI SI DEVONO OTTENERE SOLO TRAMITE L’ESERCIZIO DEL LECCAGGIO”.( Lucio Tranzocchi )
Davvero non si capisce come si facesse a vivere quando le primarie del Pd non esistevano ancora.
Come le pecorelle escono del chiuso | a una, a due, a tre, e l’altre stanno | timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; | e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, | addossandosi a lei, s’ella s’arresta, | semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno.
“Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?” disse lui. Indro passava di li e aggiunse: ““La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.” Camus, nascosto dietro ad un giornale aggiunse:“Se un padrone non può fare a meno dello schiavo, quale dei due è un uomo libero?”
Caro Cambriani, dovrebbe ricordare che le ultime primarie del PD videro come candidati contrapposti Renzi e Bersani e lo scontro elettorale fu “vero”. In quelle di domenica scorsa l’esito a favore di Renzi era scontato, specie dopo l’addio dello stesso Bersani e di altri esponenti del PD, quindi è evidente che la partecipazione è scesa soprattutto per questo.
Già, i pezzi non li hanno mica persi domenica alle primarie, li avevano già persi prima, quindi le primarie sono state un successone.
Vergognatevi…….
ma provate a ragionare: i poveri illusi che ancora credono nel centro sinistra secondo voi chi avrebbero dovuto votare come segretario di partito se non il principale lecca..lo di silvio.
Chi avrebbe la forza, a parte lui , di venire a patti con personaggi che, in passato sarebbero stati capaci di vendere ghiaccio agli eschimesi, con alle spalle condanne a non finire e tenutisi a galla grazie ad alleanze politiche utili solo ai loro sporchi interessi