Sisma, l’onorevole Braga:
“Ora parta la ricostruzione,
registro troppa cautela”

CAMERINO - Il deputato è stato relatore alla Camera della seconda legge sul terremoto, oggi ha partecipato ad un incontro cui hanno partecipato sindaci e gli onorevoli Carrescia e Morgoni. Il primo cittadino della città ducale: "Non può essere che occorrano 5 mesi per aprire una strada e che non vi sia possibilità di adeguamento sismico per i livelli di danno inferiori"
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L’incontro a Camerino, da destra il sindaco Gianluca Pasqui, gli onorevoli Braga, Carrescia (in piedi) e Morgoni

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di Monia Orazi

“Non è possibile che un sindaco impieghi cinque mesi per poter riaprire una strada, se non siamo capaci metteteci accanto un tutor che però chiami subito il geometra e la ditta, questo diventa fondamentale, io devo dare risposte ai cittadini, anche su come rientrare in un centro storico completamente lesionato, ma ancora in piedi. Un altro problema riguarda l’impossibilità di provvedere all’adeguamento sismico dei livelli di danno inferiore, in questo modo consegneremo ai nostri figli, la stessa situazione che avevamo noi prima del sisma”. Con queste parole il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui si è rivolto oggi pomeriggio all’onorevole Chiara Braga relatrice del decreto di conversione in legge del secondo decreto legge sul sisma. “Come sindaco che vive da sei mesi in camper sono confuso – ha aggiunto Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Unione montana di Camerino – e fa parte del vero cratere, i nostri territori sono a rischio desertificazione. E’ necessario differenziare le politiche tra i 140 comuni, le misure per gli allevatori vanno estese anche al popolo delle partite Iva. La gente vuole un segnale dalle istituzioni, se sorgono i comitati è perchè qualcosa non va. I rappresentanti dei comitati hanno parlato di risultati dall’incontro con Errani, oggi lui smentisce e dice di averli resi partecipi di quanto fatto dalle istituzioni, se c’erano i sindaci, avrebbero potuto apprezzare”. Gentilucci ha chiesto tavoli di confronto istituzionale appositi per i sindaci, rapida rimozione delle macerie, la tutela dei servizi a partire dalle scuole.

braga4-650x366L’incontro “Ricostruiamo insieme il futuro” è stato moderato dall’onorevole Piergiorgio Carrescia della commissione Ambiente della Camera, le conclusioni sono state tratte dall’altro parlamentare marchigiano presente il senatore Mario Morgoni. “Col nuovo decreto c’è una svolta verso la gestione territoriale del post sisma, si affronta il problema della delocalizzazione delle imprese in accordo con i sindaci, è stata attuata una semplificazione nella gestione delle macerie che scende a livello regionale – ha detto Carrescia – è stata prevista l’esenzione dell’addizionale sullo smaltimento dei rifiuti in discarica per le imprese, è stato riconosciuto il danno indiretto, è stata introdotta di recente la zona franca urbana. Altri aspetti hanno semplificato la procedura di accesso alle aree private, occorre agire verso le regioni ed il commissario Errani per arrivare alla semplificazione ulteriore delle procedure”. L’onorevole Chiara Braga ha aperto spiegando come il lavoro di conversione si sia basato su audizioni con l’Anci ed i diversi attori sociali, condensati poi in mille e cinquecento emendamenti, tutti approfonditi e votati. “Il nuovo decreto detta un impatto positivo sulla semplificazione delle procedure – ha spiegato Braga – sono state previste procedure semplificate per le opere di urbanizzazione delle casette, lo stesso per le strutture agricole e la ricostruzione delle scuole che sono la priorità. Non siamo disposti però a cedere sul fronte dell’urgenza, rispetto alle necessità del rispetto delle regole e di procedure trasparenti. Un altro aspetto riguarda il sostegno alle fasce deboli dei comuni del cratere ed una serie di provvedimenti per dare risposte al tessuto economico e produttivo. Come nel sisma del 1997 è stato previsto per le imprese il danno indiretto da mancato guadagno, esteso alle province ricomprese nel cratere per cui c’è un effetto domino, per questo il governo ha stanziato 23 milioni di euro, servirà un decreto attuativo del governo da fare entro sessanta giorni. Nel decreto 50 pubblicato lo scorso 24 aprile, sono state previste le zone franche urbane”. L’onorevole si è definita “sufficientemente ottimista sulle risorse disponibili. Adesso la sfida è far partire la macchina della ricostruzione, possiamo scrivere le norme migliori del mondo, ma serve un passo in più, ricostruire un clima di condivisione e fiducia, a volte registro un eccesso di cautela, il codice degli appalti prevede che per motivi di somma urgenza e tutela di incolumità pubblica, si possano fare affidamenti diretti sino a 200mila euro – ha proseguito Braga – è prevista la compensazione della Tari ai comuni, restano aperti i nodi della restituzione dei mutui e della busta paga pesante”. Sono seguiti gli interventi di Franco Gattari e Luciano Ramadori della Cna, di Massimiliano Polacco di Confcommercio e di Silvia Spinaci della Cisl, di Fabio Massimo Eugeni presidente ordine ingegneri della provincia di Macerata. Nei loro interventi la richiesta di superare l’eccessiva burocrazia ed una serie di interventi concreti e mirati per evitare la desertificazione in un territorio, che già prima del sisma boccheggiava per la crisi economica, il tutto in un confronto serrato durato oltre tre ore, dentro al Contram.

Questa mattina la visita in terra maceratese degli onorevoli Braga, Carrescia e Morgoni è partita dal Cosmari, insieme all’assessore regionale Angelo Sciapichetti ed ai vertici del consorzio che si occupa della gestione delle macerie post terremoto. A ricevere i parlamentari la Vicepresidente Rosalia Calcagnini, il Direttore generale Giuseppe Giampaoli e il componente del CdA Paolo Gattafoni. E’ notizia di queste ore, come anticipato dall’Assessore Sciapichetti, che la Regione Marche ha finalizzato un accordo per un’area di stoccaggio delle macerie anche a San Ginesio. Attualmente al Cosmari vengono trattate circa 300-350 tonnellate di macerie ogni giorno. Finora in totale ne sono state selezionate oltre 10 mila tonnellate provenienti da demolizioni effettuate a Tolentino, Pioraco, Castelsantangelo, Visso, San Ginesio, San Severino Marche, Pieve Torina. Le procedure di gestione delle macerie sono state organizzate in modo tale da permettere il recupero dei beni di pregio e di interesse storico, architettonico e culturale, in collaborazione con il personale Mibact, le armi, i documenti e beni personali di valore reale o affettivo dei cittadini. Gli operatori lavorano in sicurezza, nel caso venga rilevata la presenza di materiali pericolosi, come ad esempio l’amianto.



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