Sisma, Terzoni: “Disfatta dello Stato,
adesso, davvero, basta”

LA RISPOSTA - Lettera della deputata M5s Patrizia Terzoni chiamata in causa sul ruolo delle opposizioni: "Questo è quello che abbiamo fatto e faremo sul fronte terremoto"

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Patrizia Terrzoni alla Camera

 

Patrizia Terzoni deputata del M5s risponde al nostro giornale chiamata in causa  dall’articolo di Carlo Cambi  “Così la ricostruzione non decollerà mai. Cercasi oppositori duri e Spuri”. «Cambi punta l’indice sull’insipienza del presidente Ceriscioli e del Commissario Errani e sulla presunta impalpabilità di chi a loro dovrebbe opporsi. Tra questi ci saremmo anche noi portavoce del Movimento 5 Stelle, che, come è scritto nell’articolo, ambiamo a fare politica da cittadini per i cittadini. Colgo dunque con piacere l’occasione di questa “stoccata” per poter esporre brevemente quanto fatto e quanto stiamo facendo. Lascio poi a chi legge la valutazione se davvero ci stiamo opponendo, se stiamo provando a fare il nostro dovere fino in fondo».

Già all’indomani della scossa del 24 agosto che distrusse Arquata, Pescara del Tronto, Accumoli ed Amatrice, insieme al mio collega Massimiliano Bernini e ad altri parlamentari M5s ci siamo messi al lavoro per stilare un elenco di misure urgentissime da far recepire al governo e da mettere in pratica nella prima fase emergenziale. Fin da subito io e i miei colleghi abbiamo compreso il passo da lumaca con il quale il governo intendeva nella gestione del post-sisma. Di fronte a questo vuoto enorme ho deciso di dedicare questi sei mesi quasi esclusivamente alla catastrofe che si è abbattuta sulle nostre terre. Gia nelle prime settimane seguite alla prima scossa ho incontrato quattro volte, il numero uno della Protezione Civile Fabrizio Curcio, senza mai fare sconti.

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La delegazione M5s con Di Maio a Tolentino

Nostre delegazioni, sia di parlamentari sia di consiglieri regionali, sono state nelle zone colpite per verificare, ascoltare, monitorare, capire cosa non andava e perché. Solo una minima parte di queste visite, fatte nelle Marche così come nelle altre regioni coinvolte, sono diventate di pubblico dominio: le altre le abbiamo compiute in silenzio, sotto traccia. Da cittadini tra i cittadini, appunto. E quegli incontri sono stati fondamentali per compiere il lavoro per il quale siamo stati scelti dagli elettori: abbiamo presentato una sfilza di interrogazioni sulle Sae (soluzioni abitative di emergenza), sulle tensostrutture da destinare al ricovero degli animali, sui sostegni da dare alle attività commerciali, industriali e artigianali impossibilitate a lavorare, sui discutibili appalti, sul problema degli alloggi, sulla messa in sicurezza dei beni culturali e di valore storico.

Alla richiesta di chiarimenti e informazioni abbiamo alternato anche proposte: le prime le abbiamo avanzate nel corso di una conferenza stampa a inizio settembre nella quale abbiamo indicato quali avrebbero dovuti essere i punti principali per la gestione della fase emergenziale. Sempre in quei giorni di settembre alla Camera dei Deputati abbiamo presentato una mozione-fiume, a mia prima firma, composta da 61 punti, di cui 45 sono stati approvati. Si trattava di impegni al governo in vista del primo decreto sisma relativi a definizione di tempi certi per la consegna delle casette e delle stalle provvisorie, sostegno a cittadini e imprese attraverso sgravi fiscali, snellimento della burocrazia , assunzione di personale aggiuntivo da parte dei comuni, sostegno psicologico ai cittadini, creazione di una zona, provvedere subito alla messa in sicurezza degli edifici e all’adeguamento sismico degli edifici pubblici (in primis scuole ed ospedali), stabilizzare l’ecobonus e il sismabonus – e prevedere un sistema alternativo di accesso a questo finanziamento che non sia il credito di imposta -. Difficile elencare tutti i 61 punti, che sono tutti fruibili a questo link: goo.gl/Te2rj3.

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Da sinistra Vasco Errani, Matteo Renzi e Luca Ceriscioli

Nel frattempo Renzi aveva imposto la nomina di Vasco Errani a commissario straordinario alla ricostruzione. Una scelta rispetto alla quale ci siamo opposti perché ben consapevoli del fatto che l’esperienza emiliana fu tutto fuorché un fiore all’occhiello di buona gestione e perché voluto che la scelta cadesse su un “tecnico”, non di un uomo di partito. Intanto però c’era la fase emergenziale da affrontare e sappiamo che questa è sotto la responsabilità della Protezione Civile per cui concentrarsi su Errani avrebbe avuto poco senso, essendo lui non primariamente competente su macerie, controlli di agibilità, casette, container, tensostrutture per animali.

Poi sono venute le scosse del 26 e 30 ottobre. A seguito di quegli eventi sono tornata a presentare interrogazioni in serie alle quali si sono aggiunte quelle di miei colleghi in Parlamento e nei consigli regionali. Interrogazioni che riguardavano tanto la diga di Campotosto quanto quella di Cingoli, sull’ospedale di Amandola, per la salvaguardia del patrimonio artistico, per accelerare i sopralluoghi nelle 300 scuole con danni anche lievi, per realizzare navette tra la costa e l’Appennino al fine di facilitare gli spostamenti di chi è stato costretto a spostarsi sulla costa. Ho continuato a presentare interrogazioni sui ritardi rispetto agli aiuti agli allevatori con l’inverno alle porte, sullo stato di avanzamento per l’individuazione, da parte delle amministrazioni, dei terreni per allestire le Sae e loro relativo numero, sui mezzi di soccorso del ex Corpo Forestale fermi e non utilizzati per l’emergenza neve. Insieme altri miei colleghi abbiamo avuto altri incontri con Curcio, abbiamo incontrato il commissario Errani, abbiamo chiesto chiarimenti e avanzato suggerimenti, come ad esempio l’introduzione della microzonazione sismica per la ricostruzione. Nel frattempo abbiamo incontrato sindaci del Cratere e cittadini: siamo stati a Visso, Camerino, Arquata, Accumoli, Spoleto, Norcia, Amatrice, Tolentino, Montefortino e non solo. L’ultimo sopralluogo, infelicemente contestato, l’ho compiuto a fine gennaio quando con Luigi Di Maio, Laura Castelli e il consigliere regionale Peppe Giorgini ho incontrato i cittadini ospitati negli alberghi lungo la costa, e poi a Tolentino e Visso, con gli europarlamentari Laura Agea e Marco Valli e il regionale Piergiorgio Fabbri. Abbiamo anche partecipato alle manifestazioni dei terremotati nella Capitale e nei territori ma senza simboli e bandiere. Da cittadini tra i cittadini. Tra le proposte avanzate, vorrei qui ricordare anche la nostra richiesta ufficiale rivolta al direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, per la realizzazione sui canali della tv pubblica di maggiori servizi informativi dedicati specificamente ai cittadini colpiti dal sisma attraverso canali quali televideo e la TgR. Quelle richieste sono state sostanzialmente accolte e messe in pratica.

Visso-terremoto-effetti2-650x433Nel periodo seguito al referendum ho proseguito a passo di carica con le interrogazioni, ho chiesto la busta paga pesante per i lavoratori residenti nel cratere ottenendo fortunatamente il suo inserimento nel nuovo decreto. Col gruppo M5S durante la Legge di Bilancio ho proposto 100 milioni in più all’anno da inserire in legge bilancio da qui al 2019: la risposta, iniziale positiva, successivamente è stata respinta dalla maggioranza. Abbiamo chiesto attraverso un’interpellanza urgente chiarimenti sui milioni di euro arrivati dagli sms solidali. Abbiamo chiesto al ministro Martina come sia stato possibile che ad inizio anno fosse arrivato circa il 12% delle stalle provvisorie (per le Marche la cifra era prossima allo zero).

La no tax area poi l’abbiamo chiesta a più riprese: penso basti cercare su internet per trovarne le prove. L’ultima volta in cui abbiamo avanzato tale misura è stato quando abbiamo inviato una lettera ufficiale al presidente Gentiloni nella quale avevamo inserito interventi prioritari richiesti direttamente dai territori (sindaci e cittadini). l’obiettivo era quello che questi interventi fossero inseriti nel terzo decreto sul terremoto, fin da subito, e non dopo il passaggio in parlamento. La risposta da parte del governo è stata assolutamente negativa. In questi mesi io come altri miei colleghi parlamentari e regionali abbiamo dedicato davvero tanta parte delle nostre giornate a questa causa, per capire le ragioni del flop, dove poter intervenire e come. Non mi dilungherò qui con attacchi dei soggetti che ritengo politamente e organizzativamente maggiormente responsabili della situazione di ignobile immobilismo nella quale ancora ci troviamo, ma una citazione la merita Matteo Renzi, che è il mandante e primo responsabile di questa sciagurata gestione post sisma.

Tornando al contenuto dell’articolo alla base di questo mio intervento, l’essere i più duri e puri, o “Spuri”, non ci interessa. Avremmo potuto essere politicamente più populisti, cavalcare la rabbia e lo scontento dei cittadini, sparare nel mucchio. Ma non era quello che volevamo: abbiamo studiato, abbiamo teso la mano, abbiamo ascoltato e avanzato proposte. Oggi però, di fronte a questa disfatta totale dello Stato, siamo costretti a cambiare registro: adesso, davvero, basta. Per cui il concetto deve essere chiaro: chi non è in grado di lavorare in queste condizioni, chi non sa gestire la matassa dell’emergenza, chi latita, chi non sa gestire la cosa pubblica, si deve fare da parte o va allontanato. Chiunque esso sia: politici o amministratori. Serve un’organizzazione seria e gente seria, in grado di saper fare. Su questo tema il MoVimento presenterà a breve delle sue proposte, alla quale si affianca il lavoro per migliorare il terzo decreto sul terremoto, attualmente al vaglio della Camera dei Deputati.  Nel salutarvi rivolgo a tutta la testata l’auspicio che essa possa continuare a svolgere al meglio la missione che fa del giornalismo un mestiere davvero speciale: informare ed essere scomoda.

Così la ricostruzione non decollerà mai, cercasi oppositori duri e Spuri



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