Riceviamo da Marco Costarelli, blogger e promotore del territorio:
«La totale mancanza di conoscenza reale dei disagi nelle zone terremotate è evidente nelle risposte istituzionali o similari, si percepisce chiara e nitida la desolante ignoranza politica motivata da una partitocrazia inutile, che pone basi esclusive di discordia e taglia in due la società; il popolo e l’elite. Sarebbe la sceneggiatura di un film comico o di un nuovo ‘Pulp Fiction’ tanto per scomodare Tarantino ma è tragedia reale per tante, troppe persone. Da quella specie di delibera regionale con cui si obbligava i comuni a controllare e dichiarare abusivi i moduli provvisori fatti in autonomia dagli stessi terremotati, ai contributi per autonoma sistemazione che di fatto, credo, nessuno ne abbia ancora visto ancora il becco di un quattrino, era percepibile un segnale netto d’incapacità istituzionale anche nella forma di comunicazione imboccata da certi dirigenti che hanno mostrato addirittura le loro contrarietà verso chi, senza chiedere nulla sta cercando di rendersi utile. Allora ecco gli “specialist” a libro paga per progetti di marketing turistico della stessa Regione via a commentare come manco fossero Zuckerberg, che la neve porta engagement dai loro uffici riscaldati dai soldi di tutti, postando foto di Urbino innevata o altre maestose bellezze statiche su Instagram e, pontificando tra loro, cercando motivazioni mediatiche, scrivendo su Facebook come si possano considerare elementi di profilatura interessanti gli “i like” messi nella pagina Marche Tourism da profili asiatici.
Ora con tutto il rispetto per chi lavora di turismo vero ed ha rapporti diretti con chi visita queste zone, mi chiedo come sia possibile che la Regione Marche possa tenere a libro paga collaboratori di questa enorme inutilità. E non venite a parlare di tecnicismi mediatici perché sono stupidaggini in questo momento, come la maggior parte delle azioni di promozione messe in atto da enti disastrosi come la Regione. Mettere una foto della ‘Moretta di Fano’ o anche del ‘Ciauscolo’ in un sito istituzionale avrebbe senso se questo ricordasse un progetto, un evento, sostenesse un principio, portasse con sè un contenuto, o facesse leva su uno spazio emozionale concreto. Ma il post di una bella foto rimane solo fine a se stesso e ti fa raccogliere i “mi piace” dei nostalgici o da quelle ‘profilature’ asiatiche che non credo siano assolutamente interessanti per il mercato turistico regionale, con tutto il rispetto per il Bangladesh o similari.
Comunque, lasciamo da parte il lato tecnico, facciamo il punto su come si rivolge questa gente a coloro che si propongono di sostenere le popolazioni colpite. Gesti di dissenso, di negatività, di ‘non serve’, di ‘non fatelo’, ‘le Marche non sono solo il terremoto’. Invece di far leva sul “venite a vedere come siamo messi e aiutateci a rimettere insieme le nostre economie e le nostre comunità”, questi sciacalli mediatici, pagati dalle tasse di tutti, questi apparati inutili della comunicazione turistica regionale ti dicono che le Marche sono altro e non sono solo terremoto. Senza vergogna, immedesimati completamente nel ruolo che hanno. Allora io propongo che i soldi stanziati per questi pseudo-professionisti inutili, siano immediatamente distribuiti agli sfollati che rappresentano identità reali, siano megafoni per quei piccoli ma grandi sindaci che ogni giorno cercano di farsi ascoltare, per gli allevatori martoriati che erano, sono e saranno i veri motivi di viaggio, rappresentando una realtà vera, viva e non virtuale. Si dovrebbe raccontare quello che si vive con la lealtà di immagini che, se occorre, possono essere anche crude, ma sicuramente vere e spesso allegre nonostante tutto, come i cuori aperti della gente di montagna, anche e soprattutto nella disgrazia che si sta vivendo.
Errani humanum est Perseverare autem diabolicum Dieci domande a Vasco
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Mi par di ricordare che alle ultime elezioni regionali, su questo giornale, feci un commento dicendo: che tutti dovevano andare a votare per dire che le regioni devono essere tutte chiuse, per il semplice fatto che sono una disgrazia e non una risorsa. Se fossi stato ascoltato, certamente non sarebbero state chiuse così facilmente, ma un campanello alle orecchie gli avrebbe suonato, costringendole a governare con più onestà e far sentire le istituzioni più vicine ai cittadini.Che poi, sarebbe il loro compito e lo scopo per il quale sono state istituite. Ora, visto la loro latitanza nei problemi creati dal terremoto: credo che il poltronificio a nostre spese vada ignorato fino alla sua completa eliminazione, è l’unico modo per farli sentire inutili. E bene hanno fatto ieri i terremotati a manifestare sotto i palazzi del governo. I sindaci: hanno fatto bene a scavalcare gli enti locali intermedi inutili, ed è ora che si diano una mossa per avere contrattazione diretta con il governo del paese, perché solo loro conoscono e possono essere interessati ai problemi dei loro concittadini.
Ai commenti di Costarelli e Tranzocchi ci voglio mettere due carichi da undici: Giannini e Comi.