La manifestazione di questa mattina a Roma
Tutti con la fascia tricolore per sostenere i propri sindaci e per rappresentare simbolicamente ognuno la propria comunità. Sit-in di protesta in piazza Santi Apostoli questa mattina a Roma di un nutrito gruppo di terremotati del Centro Italia riuniti nel comitato spontaneo di cittadini apartitici “Quelli che il terremoto…” nato in difesa delle popolazioni colpite. Tra gli striscioni esposti in piazza alcuni recitano: “Montanari sì, fessi no” e “Ad Amatrice la scossa, a Roma datevi una mossa”. “Siamo qui per manifestare la nostra amarezza – dice Peppe Mariani, imprenditore marchigiano di Roccafluvione, tra gli organizzatori della manifestazione – per come è stata gestita tutta questa emergenza. Siamo molto arrabbiati e per tanti motivi. Che fine hanno i soldi versati per solidarietà dagli italiani? Dove sono le casette e i moduli abitativi che ci avevano promesso? Non possiamo più aspettare chiacchiere e parole, vogliamo finalmente i fatti”.
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Chissà se la presidentA LAURA BOLDRINI, tanto attenta a fare passerelle inutili, c’era ad ascoltare le legittime richieste del popolo dei terremotati ?
Di questo passo i costi della burocrazia saranno superiori ai costi reali della ricostruzione, tipico fenomeno della nostra amata Italia.
https://www.facebook.com/events/233868127022761/?ti=icl
#terremotatiaroma2febbraio
Vi è piaciuta la passeggiata a Roma? Avete sfasciato niente? Qualche politico è scappato a gambe levate appena vi ha visto inseguito da qualche facinoroso? Avete parlato con qualcuno che vi ha detto ” Non vi preoccupate, stiamo facendo il possibile e l’impossibile prima di passare al miracoloso? Avete acchiappato Errani, Curcio e Morgoni che sarebbe l’avvocato d’ufficio? Niente di tutto questo? Bene, prossima manifestazione con tanta protesta a Venezia per il Carnevale.
solidarietà totale.
micucci, le manifestazioni sono utili quando sono non violente (se c’è un pirla che spacca una vetrina non si parlerà d’altro se non della vetrina e TUTTI i terremotati passerebbero per “violenti”), corpose e partecipate (serve ad incontrarsi, a confrontarsi, parlare, aiutarsi), continue e tenaci.
e quando, soprattutto, c’è unione totale e sinergia di intenti con parte delle stesse istituzioni, i sindaci, che sono stati i primi ad esporsi e battere i pugni.