Immigrazione clandestina di pakistani,
sgominata banda della “rotta balcanica”:
il capo preso a Macerata

OPERAZIONE VENEZIA - Arrestati due uomini, entrambi pakistani. Il presunto leader del sodalizio, Mekmood Muhammad, 30 anni, viveva nel nostro capoluogo. Quattro le persone denunciate. Le indagini sono della Squadra mobile di Ancona e della polizia tedesca. Una 80ina le persone che sarebbero state fatte entrare illecitamente in Europa dietro al pagamento di somme tra i 3mila e gli 8.500 euro. (VIDEO)

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Il video dell'operazione
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Da sinistra: Carlo Pinto vicequestore aggiunto, Frauke Schoembach polizia tedesca, il pm Paolo Gubinelli, il questore Oreste Capocasa, Virgilio Russo squadra Mobile. Dietro gli agenti tedeschi

 

di Agnese Carnevali

(Foto di Giusy Marinelli)

E’ stato arrestato questa mattina dalla Squadra mobile di Ancona nella sua abitazione, a pochi passi dal centro di Macerata, il capo di una presunta associazione a delinquere che faceva entrare clandestinamente in Europa cittadini pakistani. Mekmood Muhammad, questo il nome del trentenne di origine pakistane al vertice della banda della “rotta balcanica”, era entrato in Italia chiedendo asilo e risiedeva a Macerata, con regolare permesso di soggiorno, da diversi anni, vivendo del suo lavoro da operaio meccanico. Solo una copertura, secondo gli investigatori. A quanto emerso dalle indagini, Muhammad aveva tessuto con altri connazionali una rete per far giungere illegalmente in auto dal Pakistan all’Europa, attraverso la cosiddetta “tratta balcanica”, immigrati pakistani, diretti soprattutto in Germania ed in Francia. Costo del viaggio: dai 3mila agli 8.500 euro a seconda del percorso. A portare all’arresto del pakistano un’operazione congiunta della Squadra mobile di Ancona, diretta da Virgilio Russo, e della Polizia federale tedesca, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Ancona e della Procura di Hof (Baviera). Proprio in Germania è stato arrestato un altro pakistano dell’organizzazione, mentre altri 4 connazionali sono indagati in stato di libertà e sono stati perquisiti questa mattina, due dei quali a Senigallia, un 42enne ed un 57enne. Le accuse per tutti e sei sono di associazione a delinquere con l’aggravante di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e sequestro di persona a scopo di estorsione. A far scattate le indagini la denuncia di uno dei circa 80 cittadini pakistani arrivati in Germania avvalendosi del tour operator clandestino. Avendo pagato solo una parte del viaggio l’immigrato aveva denunciato di essere stato segregato in uno scantinato a Belgrado fino a quando il fratello non aveva pagato la restante cifra per il trasporto in Germania.

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Da sinsitra: il questore Oreste Capocasa, il capo della Mobile Virgilio Russo e il pm Paolo Gubinelli

L’11 aprile scorso dunque il via all’operazione, chiamata “operazione Venezia” dal nome di un ristorante di Hof in Baviera dove sarebbero stati fatti alcuni pagamenti. Ad incastrare però Muhammad ed i suoi complici una tranche di denaro transitata dall’ufficio delle Poste centrali di Ancona, come illustrato oggi in questura, nel capoluogo regionale, durante la conferenza stampa, dal capo della squadra mobile di Ancona, Virgilio Russo, dal questore Oreste Capocasa, dal sostituto procuratore dda di Ancona, Paolo Gubinelli e dall’ufficiale di collegamento della polizia criminale tedesca a Roma, Frauke Schlembach. Dietro il conto corrente postale c’era uno dei due pakistani di Senigallia ora indagati. Seguendo questo filone investigativo gli agenti sono arrivati al pakistano residente a Macerata, arrestato stamattina all’alba. “E’ stata un’operazione complicata, i colleghi sono stati bravi”, ha commentato il questore Capocasa. Circa un’ottantina le persone entrate clandestinamente in Europa con questa rete. “Il percorso prevedeva l’attraversamento, in genere a piedi, della frontiera turca verso la Grecia ed una volta in area Schengen si proseguiva in auto verso la Germania o in treno verso la Francia per poi chiedere asilo in base alla convenzione di Dublino”, ha spiegato il capo della Mobile, Russo. “È stato interrotto un canale significativo di migranti clandestini con rilevante movimento di denaro – le parole del pm Gubinelli -. Questo grazie ad una sinergia tra la polizia tedesca è quella italiana. Accertamenti sono stati fatti anche in Serbia e in Ungheria”. Mekmood Muhammad, assistito dall’avvocato Fernando Piazzolla, si trova nel carcere di Montacuto, ad Ancona. Al momento non sono emersi legami con sospetti terroristi.

(Servizio aggiornato alle 16)

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