di Federica Nardi
Nuovo pronto soccorso, vecchi problemi. A Macerata il reparto dell’emergenza sta traslocando di pochi metri nell’ala nuova per permettere il completamento dei lavori in quella vecchia. Ma con due soli medici di turno e decine di persone in fila cambia il contenitore ma non il contenuto. Ieri sera, poco prima delle 23, c’erano 5 ambulanze in fila fuori dall’area coperta, che ha spazio per massimo due mezzi, e i pazienti venivano fatti scendere al freddo. Dentro c’è chi raggiungeva le 7 ore di attesa per un codice giallo. Qualcuno invece nei giorni scorsi ha aspettato anche 4 giorni per essere spostato in reparto. Certamente tra i traslochi di attrezzature e macchinari e i lavori ancora in corso sono giornate di transizione. Il completamento dei lavori, previsto per il 31 dicembre, è già slittato almeno a fine gennaio (leggi l’articolo). Il personale ha cominciato a spostare il materiale dall’ala vecchia, con non pochi problemi. Perché se da un lato c’è la carenza di medici, con il bando dell’Asur in arrivo il 20 gennaio per assumerne almeno una decina, dall’altro l’organizzazione non aiuta. Il triage, dove vengono accolti i pazienti, passa da un raffreddore alle complicanze di un tumore senza soluzione di continuità, cercando di dare risposte a tutti. Ma con i lettini pieni, le stanze piene (compresa l’astanteria che ha riaperto) e i reparti senza posti disponibili, a pazienti e accompagnatori non resta che aspettare il proprio turno.
Per chi arriva da fuori inoltre trovare la nuova ala può essere difficile, con la segnaletica quasi totalmente assente. Bisogna entrare nel parcheggio delle ambulanze e seguire i cartelli per quella, che prima, era l’uscita dei mezzi. In attesa di essere visitati o di andare in reparto se si ha sete o fame non ci sono nemmeno più i distributori automatici, rimasti chiusi con tutto il resto nel vecchio pronto soccorso. Problemi su problemi per il reparto, punto di riferimento insieme a Civitanova per tutta l’Area vasta 3 e dove arrivano persone anche da fuori provincia. La direzione di Area vasta a giugno aveva parlato di un trasloco complesso, scusandosi preventivamente per i disagi dei mesi a venire.
“Sono i problemi di tutti i pronto soccorsi d’Italia – spiega la direttrice sanitaria Maria Rita Mazzoccanti – visto il picco influenzale che si sta registrando in questi giorni. In più stiamo lavorando in locali ristretti perché c’è stata la ristrutturazione degli spazi e operiamo solo nei locali che sono già terminati. Al momento è stata montata una tettoia per evitare che i pazienti possano incappare nelle intemperie nel passaggio da un ambiente all’altro”.
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Continuiamo a tagliare fondi alla sanità. .. sempre peggio…
” Sono i problemi di tutti i Pronto Soccorsi d’Italia”. A beh, allora non ci sono problemi, mal comune mezzo gaudio.
Se tiriamo fuori dai nascondigli chi non fa niente? Satebbe ancora meglio!!! E quelli raccomandati….
Basta scusarsi preventivamente per i disagi ed è tutto a posto! La colpa non è degli operatori, che fanno tutto il possibile.
Il pesce puzza dalla testa si sa…
massimo rispetto,ma linfluenza si cura stando a casa al caldo
Ieri mia madre è stata portata in ambulanza al pronto soccorso, scaricata e sistemata in corsia con decine di barelle ammassate nei corridoi, utenti in prevalenza anziani con polmoniti e varie, Medici e personale che imprecavano perchè non trovavano neppure le indicazioni per andare negli altri reparti. Malati sistemati su barelle con materassi vecchi e scomodi,nessuna traccia di materassini anti decubito, uomini e donne nelle stesse stanze che sono destinate all’osservazione ed invece dove si staziona per giorni visto che nei reparti non ci sono posti.Due ore per i documenti per le dimissioni, una bolgia infernale! Ora proporrei ai vari Ceriscioli e compagni ogni tanto in questi luoghi di farci una visita!