Successi e sbagli in 5 anni di mandato,
Corvatta chiude l’anno:
“Sto pensando al bis”

L'INTERVISTA AL SINDACO DI CIVITANOVA - Il primo cittadino è alla fine della sua legislatura e traccia un bilancio. "La cosa più di sinistra che ho fatto è stata la rimodulazione delle tariffe della mensa in base al reddito". A chi lo disprezza sui social risponde: "E' questione di visuale. Il tempo darà ragione al mio operato. Ho tante richieste per la mia ricandidatura. Senza muovermi ho nomi a sufficienza per una lista tutta mia"

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Il sindaco Tommaso Corvatta

 

di Laura Boccanera

«Ho iniziato pensando “io speriamo che me la cavo”, dopo cinque anni posso dire che alla fine me la sono cavata». La chiusura del 2016 per il sindaco Tommaso Corvatta rappresenta anche il termine del suo mandato da primo cittadino di Palazzo Sforza. Cinque anni densi che ora lo ricondurranno probabilmente ad una ricandidatura. Nell’intervista rilasciata a Cronache Maceratesi, il primo cittadino racconta sfide, spine e speranze e prova anche a spiegare perché i civitanovesi non lo vedano così di buon occhio. Tra una domanda e l’altra firma documenti, risponde al cellulare che trilla sulle note di “grazie Roma”, prescrive antibiotici e sbriga faccende amministrative mentre dalle finestre arriva la musica delle prove per il concerto di Gigi D’Alessio che fa tremare i vetri.

E’ un medico in primis, ma da 5 anni occupa la poltrona di primo cittadino di Civitanova, che bilancio stila di questa esperienza amministrativa?

«Tutto quello che abbiamo realizzato è impressionante. Penso alla prima cosa fatta in assoluto con l’asportazione del panettone di ghiaia all’imbocco del porto, fino alle opere più importanti come il palazzetto dello sport, la nuova fiera, l’abbattimento dell’ex fiera, ma anche a tutte quelle attività più nascoste, ma che hanno portato a dei risultati impensabili, come ad esempio l’apertura delle porte sociali nei quartieri, il riordino della polizia municipale, il sottopasso pedonale di Cocoloco, il taglio delle indennità».

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Il nuovo palazzetto Eurosuole Forum

Qual è il progetto portato a termine di cui va più fiero e cosa invece rimpiange o ricorda con rammarico?

«Sicuramente il palazzetto, ma anche questo evento che è in preparazione (il Capodanno Mediaset, ndr) è una grande opportunità. Se invece devo ricordare un’immagine dolorosa senza dubbio la vicenda del triplice suicidio (la famiglia Sopranzi e Dionisi, ndr) che mi ha toccato molto e per altri aspetti un’accesa assemblea a Santa Maria Apparente quando non siamo riusciti a comunicare con i cittadini in merito allo spostamento del centro sociale. E’ stata una riunione piena di cattiveria gratuita che ricordo con amarezza».

Dopo 5 anni, c’è odore di ricandidatura ormai quasi certa, cosa si aspetta in un probabile futuro mandato?

«Se ci sarà. Credo che cavarsela non basterebbe più, è necessario entrare in una fase due in cui si dovrà tirare fuori tutta la qualità che la città si merita. Qui c’è un’energia che a volte fa fatica ad esprimersi e a volte è difficile da governare. Ma c’è una potenzialità enorme, è qui che accadono le cose e non credo che tutto avvenga per caso. La mission per la prossima amministrazione potrebbe essere proprio quella di gestire questa energia collettiva ponendo le basi per progetti grandiosi. Quando siamo arrivati i cassetti erano vuoti. Mi immagino che nei prossimi 5 anni potremmo, grazie alla progettualità europea, riqualificare la faccia turistica della città. Penso al progetto del braccio del porto, ma anche a quello della grande scuola di cucina in collaborazione con altre città in Italia, penso al futuro dell’area Ceccotti e al commercio cittadino che va oltre il centro commerciale naturale. E poi una cosa che è già realtà sulla carta e che vedrà la realizzazione nei prossimi anni, il sottopasso e la rotatoria attese da anni».

firma-convenzione-sottopasso-rotatoria-corvatta-perosino-civitanova-7-400x267Qual è la cosa più di sinistra che ha fatto questa amministrazione?

«Così su due piedi mi vengono in mente due cose, la rimodulazione delle tariffe della mensa in base al reddito e la battaglia per la congruità delle dichiarazioni catastali».

Chi non è di Civitanova spesso esprime pareri favorevoli sull’amministrazione e sul lavoro svolto, chi invece qui vive esprime il parere opposto. Perché i civitanovesi la odiano tanto soprattutto sui social?

«Diciamo che alcuni civitanovesi non mi apprezzano e mi disistimano, fuori so che il consenso è più diffuso. In parte è inevitabile che chi sta qui veda particolari che gli altri da fuori non vedono riuscendo a cogliere l’aspetto generale. E’ questione di visuale e punto di vista, ma credo che la prospettiva storico temporale darà la giusta dimensione al mio operato per la città. Se così non fosse stato non avrei avuto richieste da parte di molti per la mia ricandidatura. Ad oggi senza che io mi sia mosso ho nomi a sufficienza per una mia lista e non credo che questo sia sintomo di disistima. Dal punto di vista politico non sono io che mi ricandido, è un processo che deve scaturire dalla città e dai partiti, non esiste dal mio punto di vista l’autocandidatura come fanno alcuni (la stoccata è per Stefano Ghio, ndr)».

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L’ex presidente del consiglio Ivo Costamagna

Nel suo mandato ci sono stati errori di valutazione ? La vicenda Costamagna?

«Avevamo tutti esperienza zero nella giunta eccetto Giulio Silenzi. Certamente errori ne avremmo fatti, ma non considero la vicenda di Costamagna un errore. Anzi credo che Ivo abbia molte qualità notevoli. E’ chiaro però che dopo 5 anni molte cose cambiano, ma non è né un problema né un errore di valutazione. La rottamazione è uno degli aspetti del renzismo che ho sempre detestato di più. Credo che tutti noi abbiamo dei lati positivi che vadano armonizzati. E qualunque sia la coalizione lavorerò per includere tutti coloro che hanno fatto parte dell’attuale amministrazione».

Tra le spine di questi 5 anni ci sono alcune scelte che non le vengono perdonate come ad esempio una politica sulla sicurezza ritenuta blanda e l’aver ospitato a Natale in casa sua una famiglia di origine rom.

«Lo rifarei altre 100 volte, per i rom e per chiunque si fosse trovato in quelle condizioni umanitarie estreme. Sull’umanità non si transige. Al contrario credo che a differenza di chi voleva risolvere il problema con i campi rom la nostra amministrazione sia riuscita a conoscere meglio il fenomeno e ad attuare, soprattutto per i minori, misure più efficaci. Gli insediamenti e la presenza di roulotte ancora esistono, però la loro permanenza nel territorio si è ridotta di durata rispetto al passato. Per quanto riguarda la sicurezza abbiamo intrapreso un percorso inedito col controllo del vicinato che ha fatto ridurre i furti in abitazione del 30% secondo i dati della prefettura e abbiamo potenziato la videosorveglianza e bonificato 4 aree che erano luogo di degrado. Sull’abusivismo commerciale che è cresciuto nell’ultimo periodo, ma non per colpa dell’amministrazione, abbiamo disposto misure di controllo con la polizia municipale».

Quale sarà il mantra dei prossimi cinque anni in una parola?

«Qualità».



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