Addio a Ugo Gradozzi,
il medico dei bambini

MACERATA - Il pediatra che ha cresciuto varie generazioni di maceratesi si è spento all'età di 81 anni. Una vera e propria istituzione nel campo medico grazie alla sua passione e professionalità

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Ugo Gradozzi

Il dottor Ugo Gradozzi

 

di Marco Ribechi

Un camice bianco perfettamente stirato, due grandi occhiali neri e uno sguardo severo che però nascondeva un grande cuore. Questa è l’immagine che tantissimi bambini maceratesi hanno visto almeno una volta nella vita, quando sono andati nell’ambulatorio del medico pediatra Ugo Gradozzi. Oggi tutti quei bambini sono dei cittadini adulti che piangono la scomparsa del loro amato dottore, avvenuta il 29 luglio. A Macerata Ugo Gradozzi era una vera e propria istituzione non solo per i bimbi che visitava ma anche per le mamme a cui dava preziosi e importanti consigli per far crescere sani e robusti i loro figli. Un dottore all’antica abituato a visitare a domicilio, a raggiungere a qualsiasi ora del giorno e della notte i suoi piccoli pazienti direttamente in camera da letto. Entrando nelle case e curando i rampolli maceratesi entrava allo stesso tempo nel cuore di tutti coloro che avevano bisogno di lui e, puntualmente, lo trovavano. Originario di Penna San Giovanni dove era nato nel 1934 aveva studiato a Roma e si era laureato in seguito a Modena. Si era specializzato in pediatria e successivamente, quando era già un professionista affermato, aveva preso anche la specializzazione in cardiologia, ottenuta a Perugia dove si recava a bordo della sua Fiat 500, dimostrando così un interesse che andava ben oltre la sua professione. Una vera e propria vocazione quella della medicina per il dottor Gradozzi. Una volta laureato aveva lavorato in varie cliniche maceratesi. Dapprima nella clinica Marchetti, poi in via Piave nella clinica del dottor Celiberti, infine a Villalba dove esercitava fianco a fianco con il dottor Caldarelli. All’inizio della sua carriera operava come medico di base per adulti, era un medico della mutua. In seguito decise di specializzarsi nella pediatria e aprì il suo primo ambulatorio vicino a un monumento simbolo di Macerata: i Cancelli. Aveva acquistato un appartamento in piazza Annessione e fu proprio lì che iniziò il suo lunghissimo percorso nella cura dei bambini prima di trasferirsi nel suo ambulatorio storico di via Ugo Foscolo 1. Insieme al dottor Luigi Remia fu uno dei primi medici della mutua per bambini. Tutti lo ricordano per la sua attenzione e scrupolosità. Spesso telefonava a casa dei pazienti, allora non esistevano ancora i cellulari, anche nei giorni successivi alle visite, per verificare se le condizioni dei piccoli migliorassero. Sempre pronto a scattare anche fuori dall’orario di ambulatorio, molte volte anche senza preavviso. Per lui l’orario di pranzo, di cena, le domeniche o le festività non esistevano se doveva assistere un piccolo paziente. La dedizione al lavoro era affiancata anche dal piacere di restarsene in disparte nella vita privata. Una persona solitaria, riflessiva, amante della calma e della quiete. Tra le sue passioni la moglie Maria Stortini, che per un periodo aveva lavorato con lui in veste di segretaria infermiera, ricorda quella per l’intaglio del legno. «In un periodo della sua vita aveva iniziato a lavorare il legno, faceva mobili, salotti. Aveva rivestito un’intera mansarda. Al punto che nostro figlio allora piccino, alla domanda della maestra su quale fosse il lavoro di suo padre rispose ‘il falegname’». Un’altra grande passione era quella per il giardinaggio. Nella casa di famiglia, a Penna San Giovanni, aveva trasformato il campicello in un vero e proprio bosco. «Comprava piante e piantine di varie specie – ricorda la signora Stortini – si impegnava con grande dedizione nella cura degli arbusti. Quando poteva si richiudeva in questo posto quasi fatato e lì trovava la sua quiete». Forse la missione del dottor Gradozzi era proprio quella di far crescere gli esseri viventi, bambini o piante che fossero, per lui la vita sana era importante. Anche dopo la pensione, raggiunta nel 2000, tante persone lo fermavano per strada per ringraziarlo, chi per aver salvato il suo bambino, chi per averlo curato dal morbillo o per aver aiutato a superare qualche malattia. Un uomo di poche parole, solo raramente si scioglieva con alcuni clienti, ma capace di donare molto con il cuore. L’immagine indelebile che rimarrà del dottor Gradozzi è quella al termine di una visita nel suo ambulatorio, quando il bambino di turno, ancora spaventato e infastidito dalla stecca di legno messa in bocca per mostrare la lingua, ascoltava queste parole: “Bene la visita è finita, non devi più temere”. Come per magia Gradozzi si recava a destra del lettino per aprire il suo grande vaso di vetro trasparente e prendere una di quelle caramelle con disegnata una fetta di limone o di arancia. E così il sorriso tornava sul volto di ogni bambino. Ugo Gradozzi lascia la moglie Maria Stortini e i suoi due figli Corrado e Francesco. Tre i nipotini: Giovanni, Gianluca e Giulio. Il funerale è stato celebrato il 31 luglio alle 9 nella chiesa Santa Madre di Dio. Grande è stata la partecipazione sia alla messa sia nella camera ardente dei suoi ex pazienti e clienti che lo hanno ricordato con affetto e commozione.



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