L’avvocato Tina Fusari col sindaco di Ussita Marco Rinaldi
di Sara Santacchi
“La questione migranti è diventata per troppi gestori solo un’opportunità di guadagno e la Prefettura volendo risolvere un problema, ne causa a decine a residenti e comunità locali messe davanti al fatto compiuto” è la posizione dell’avvocato Tina Fusari che interviene sulla questione riguardante i migranti da collocare a Ussita, dopo che nei giorni scorsi il sindaco Marco Rinaldi si è opposto a questa decisione giudicandola “inadeguata” (leggi l’articolo). L’avvocato Fusari interviene “a titolo personale” com’è lei stessa a sottolineare “avendo deciso di non assumere incarichi legali né da residenti né dal Comune. Farò comunque tutto ciò che è in mio potere per impedire l’accoglienza nella struttura di Frontignano dei richiedenti asilo politico, perché è inadeguata”. Una non idoneità a 360 gradi: in primis dal punto di vista logistico e sociale, non ultimo perché la struttura non risponde alle condizioni imposte dal vademecum della Regione per gli impianti che possono ospitare migranti. “Io trascorro quasi tutto il mese di agosto a Frontignano, ormai da 40 anni – spiega l’avvocato Fusari – I residenti sono per lo più ultraottantenni e si tratta di una località che amo profondamente, ma si popola un mese l’anno con i proprietari di seconde case: per 10 mesi le abitazioni sono vuote. I miei figli da quando avevano 15 anni non hanno voluto trascorrere più di una settimana a Frontignano perché si annoiavano. Come pensiamo che possa essere giusto alienare delle persone che da lì non possono muoversi? I migranti non si possono parcheggiare, non è questa la soluzione”. La struttura, inoltre, risulterebbe inadeguata per 50 ospiti. Alfredo Bettini, gestore dell’ex Mark hotel che ha vinto il bando indetto dalla Prefettura, per l’individuazione di soggetti interessati alla gestione del servizio di prima accoglienza di cittadini stranieri extracomunitari, ha manifestato, infatti, la volontà di ospitare 50 persone nella struttura predisposta per 25 posti letto, come riportato nel certificato di agibilità della struttura ricettiva, dello scorso luglio, e come ha dichiarato anche la società 2R immobiliare srl nella domanda dello stesso certificato. “Mancanza di idoneità più volte manifestata anche dal Comune – spiega Tina Fusari
L’avvocato Tina Fusari
– perché allora sono mancati provvedimenti dalla Prefettura, in tal senso?”. Una situazione che, ovviamente, non rende tranquilli i residenti del piccolo centro dell’entroterra, specialmente i proprietari di seconde case preoccupati che i migranti possano diventare capri espiatori di atti vandalici commessi da terzi: “Purtroppo è capitato in passato e non possiamo permettere che riaccada, per questo staccheremo tutte le utenze in massa”. Una decisione che porterebbe un grande danno al Comune, come sottolinea il sindaco Marco Rinaldi: “Se dovesse accadere scriverò alla Corte dei Conti per il danno arrecato, specie dopo aver ricevuto una lettera lo scorso maggio, in cui la Prefettura mi imputa mancata collaborazione e poca trasparenza, invitandomi a rilasciare l’agibilità”. Irremovibile, tuttavia, la posizione del primo cittadino di Ussita che continua a sostenere l’inadeguatezza della struttura, anche stando ai parametri imposti dal vademecum per le strutture dell’accoglienza dei migranti: “devono essere in luoghi abitati, disposte di trasporti e prive di barriere architettoniche, mentre l’ex Mark hotel non è fruibile dai diversamente abili” sottolinea Rinaldi. Al momento non è ancora stata firmata la convenzione tra Bettini e la Prefettura “ma non si può rinviare alla piccola comunità locale la gestione di tutte le prevedibili conseguenze problematiche – conclude l’avvocato Tina Fusari – solo per questioni economiche dal momento che lo stesso Bettini, in un’intervista a un giornale di Varese ammette di aver ospitato migranti all’Hotel Stelvio a Sondalo (in provincia di Sondrio) perché i tour operator gli offrono 22 euro e 50 centesimi per la mezza pensione mentre con questa soluzione ne guadagna 43, ad oggi 34”.
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Raccontatami oggi: una persona che lavora in zona, passando accanto all’albergo fatiscente in cui verranno ammassati gli ospiti, dà un’occhiata alle due persone che lavorano nel piazzale (un bianco e un nero colossale, evidentemente provato da fame e guerre). Il bianco lo apostrofa: che stai guardando, dice con un tono di minaccia, mente il nero smette di spazzare e lo fissa. L’ussitano passa oltre. Quando saranno cinquanta, ricordatevi di non guardare, o la sensibilità degli ospiti della prefettura (a spese nostre) potrebbe essere urtata.
Ma il gestore non è albergatore anche a Varese?
( http://www.varesenews.it/2016/07/i-profughi-tornano-allhotel-plaza/535124/ ).
I primi guasti al paese sono già arrivati, e sono ben visibili. Normalmente, i turisti arrivano a Ussita a partire dai primi di luglio. A metà luglio di solito sono già arrivati nonni e nipotini, il primo agosto arrivano le famiglie al completo.
Quest’anno, siamo alla prima settimana di agosto, e nonostante il bel tempo sia a Frontignano che in tutte le altre località del comune di Ussita non c’è quasi nessuno. A Frontignano c’è il deserto, ad eccezione di due o tre case aperte. Gli hotel di tutto il comune sono vuoti, fatte salve le comitive religiose che vanno e vengono dall’hotel della diocesi. I proprietari di bar, ristoranti e alberghi siedono sconsolati a guardare i tavoli vuoti insieme al personale che avevano convocato, basandosi sui dati degli anni precedenti. Il parcheggio dei camper all’ingresso del paese è vuoto, con l’occasionale camper di passaggio. Uno dei camping ospita un paio di famiglie (forse ne è arrivata un’altra ieri sera). Nel villaggio in cui passo le vacanze di solito in questo periodo devo lamentarmi per la confusione e l’affollamento, e ora ci troviamo con nemmeno una decina di case aperte. Una débacle annunciata.
Il danno economico agli operatori è già enorme. Si è posta un’ipoteca sul futuro di un paese che gente tenace aveva saputo tenere in vita, sacrificato sull’altare degli interessi di qualche imprenditore del profugo. E la situazione, con il procedere dell’accoglienza fornita a gente che scappa da guerre inesistenti (ieri ci hanno detto di profughi di guerra dall’Algeria…) è destinata ad aggravarsi. Spero davvero che almeno il comune e gli operatori riescano a farsi risarcire il danno.
@Aldo Iacobini: Sembra che non sia più lui, e ora è l’Arci che se ne serve. Il Plaza era stato trasformato da Bettini in centro profughi dopo il fallimento come ostello. Molto interessanti le considerazioni economiche, che ricordano molto una telefonata intercettata qualche tempo fa a Roma, in cui si discuteva di quanto fosse un affarone occuparsi di “migranti” (che tanto migranti non sono, visto che restano anni e anni sulla stessa panchina):
http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Homepage/211159_varese_lhotel_dei_profughi_li_ho_accolti_ora_mi_cacciano/?mediaon.trackers.autorefresh.Homepage
Interessante questo articolo della Gazzetta di Parma, in cui si spiega come funziona (o non funziona) la cosa. Sembra il ritratto della situazione vista a Passo di Treia e a Loro Piceno:
http://www.gazzettadiparma.it/news/salsomaggiore/370391/tabiano-terme–580-abitanti-e-117-profughi.html
Nel frattempo, in Liguria finisce indagato il vescovo di Sanremo-Ventimiglia, che secondo l’accusa deviava i soldi destinati ad una cooperativa della Caritas per opere sociali. Mons. Suetta è una delle menti della politica sull’accoglienza dei migranti in Italia.
A me piacerebbe molto sapere perché il bando della prefettura di Macerata parla di 38€/g, e Bettini di 32€. Dove finiscono i 6€ di differenza?
Per Tramannoni. 38 euro dovrebbe essere il costo inclusa IVA, 32 euro il costo esclusa IVA..
È notizia di questi giorni che il sindaco di Abetone, 600 abitanti ed un contesto del tutto simile a quello di Ussita, ha dovuto chiedere bus separati per studenti e profughi nigeriani, a causa di “comportamenti poco consoni” degli ospiti a tempo indeterminato. Ha dovuto chiamare i carabinieri per liberare gli uffici del comune da un gruppo di nigeriani che pretendevano il rilascio della carta d’identità.mai paventa l’ipotesi di dover concedere loro la residenza, con l’obbligo per il sindaco di trovare loro lavoro.
Ecco che cosa attende anche Ussita.