La Torre del borgo in piazza Giacomo Leopardi a Recanati
di Marco Ribechi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Una giornata storica quella del 21 giugno per Recanati. La Torre civica di piazza Leopardi è tornata ad accogliere cittadini e visitatori della splendida città leopardiana. Per l’occasione in città anche il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, arrivato con un leggero ritardo sia per degli impegni a Pesaro sia perché accompagnato dal sindaco Francesco Fiordomo in una visita lampo al colle dell’Infinito. Il recupero idrogeologico del pendio che tanto ha ispirato Giacomo Leopardi è infatti nell’aria. «E’ un vero piacere essere qui» le prima parole del ministro, corteggiato da Fiordomo in previsione di una futura investitura di Recanati come città italiana della cultura 2018. La scena però è tutta per la Torre del Borgo. Un monumento recuperato e restituito alla sua originaria funzione, quella di poter scrutare il territorio circostante, studiando il paesaggio tra le colline, le montagne e il mare. Dalla sua vetta un colpo d’occhio mozzafiato, per troppi anni rimasto celato, reso ancora più affascinate dal luminoso sole di un’estate che tardava ad entrare.
Il monte Conero visto dalla torre
Oggi tutto è stato perfetto e anche la natura leopardiana si è dimostrata clemente, pronta a farsi ammirare in tutta la sua bellezza come ad approvare l’operosità degli uomini. Un momento fortemente voluto da tutto il tessuto sociale del borgo e capace di rinvigorire lo spirito ruggente dei recanatesi. Dal più umile al più facoltoso, al di là dei colori politici, c’è la consapevolezza che la torre chiusa simboleggiava un’identità ferita, privata del più evidente simbolo della sua antica storia. Autore del cambiamento il sindaco Francesco Fiordomo con la sua equipe, appoggiati nel progetto da 21 mecenati appartenenti al territorio. 21 aziende che grazie all’Art Bonus hanno legato il loro nome ad una città, diventandone il vessillo. «E’ una medaglia che i vostri nomi porteranno con gran orgoglio sul petto – ha decretato Franceschini – siete un esempio per l’Italia intera». Ma la riapertura della torre è anche uno dei passi che porterà Recanati a candidarsi a capitale italiana della cultura nel 2018. Un titolo che le spetterebbe di tutto diritto considerati i personaggi illustri che ne hanno calcato le strade, da Giacomo Leopardi a Beniamino Gigli. A salutare la riapertura del monumento infatti proprio la statua del poeta romantico, a cui è dedicata la piazza, e la voce del tenore che risuona dagli amplificatori del palazzo comunale e del teatro cittadino.
Il sindaco Francesco Fiordomo con il ministro Dario Franceschini e il prefetto Roberta Preziotti circondati dai mecenati che hanno reso possibile la riapertura della torre
La firma dell’accordo tra Pesaro e Recanati
«Procediamo lungo un percorso virtuoso che sta portando i recantesi a innamorarsi di nuovo della città – ha detto il primo cittadino – Siamo partiti dal meraviglioso film di Mario Martone “Il giovane favoloso” che ha riacceso la passione per il nostro figlio più illustre portando risultati anche da un punto di vista economico visto il successo al botteghino. Abbiamo sistemato i selciati del centro storico, con l’inserimento di un percorso pedonale. Un nuovo parcheggio permette di salire direttamente in centro. Oggi inauguriamo la Torre e il suo museo interattivo ma non vogliamo fermarci qui. Urge l’intervento su un patrimonio mondiale, il colle dell’Infinito, che ha bisogno di un consolidamento idrogeologico. Ma non dimentichiamo la nostra realtà industriale. Recanati illumina il mondo, da qui partono i giocattoli intelligenti che fanno ridere, cartoni animati che concorrono con le aziende leader. I Beatles suonavano le chitarre fatte a Recanati. Dobbiamo promuovere l’innovazione e l’intraprendenza che ci contraddistinguono».
Il ministro Dario Franceschini “certifica” l’accordo tra Regione, Francesco Pieroni, Recanati, Francesco Fiordomo e Pesaro, Matteo Ricci
Nel percorso il sostegno di Pesaro con cui proprio oggi è stato sancito un accordo di mutuo supporto: la città della riviera appoggerà la candidatura di Recanati che a sua volta la sosterrà per diventare capitale europea della musica. «Basta campanilismi – spiega il sindaco di Pesaro Matteo Ricci – siamo qui per dire che Recanati merita di essere città della cultura. E a dirlo sono anche due illustri testimoni, Giacomo Leopardi e Gioacchino Rossini di cui nel 2018 ricorrono i 150 anni dalla morte. Invito tutti i comuni della Regione ad appoggiare questa grande sfida, tramite la cultura e il turismo recupereremo quello che abbiamo perso nel manifatturiero». Ad ascoltare i buoni propositi per il futuro il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini: «Per molti anni la valorizzazione del territorio non è stata al centro delle politiche nazionali – spiega il ministro – ora stiamo correggendo il tiro in una strategia condivisa trasversalmente dalle forze politiche. L’unione tra turismo e cultura aumentano la competitività italiana. Esistono tante spiagge dove fare il bagno ma solo una ha alle spalle Recanati e Loreto. Questa è la carta vincente dell’Italia. Come ministro sono super partes ma vi dico che siete già una capitale culturale del mondo, è un brivido pensare di osservare le stesse cose che hanno ispirato i versi di Leopardi. In bocca al lupo».
Il taglio del nastro di questo pomeriggio con Rita Soccio, assessore alle culture, il prefetto Preziotti, il sindaco di Recanati Fiordomo e il ministro Franceschini
Concluse le presentazioni di rito è la torre a tornare protagonista del pomeriggio, ora tutti vogliono soddisfare la propria curiosità. La prima visita è quella delle autorità: Fiordomo e Franceschini in testa, accompagnati da assessori e mecenati. All’interno la firma su una delle preziose pergamene dell’antica bottega amanuense Malleus, altro fiore all’occhiello di Recanati, per sancire il momento storico. Salire lo stretto corridoio verso la vetta è un’emozione: lungo i suoi meandri si scoprono sale dal pavimento in vetro, per non rubare luce all’architettura. Visibile anche l’ingranaggio dell’orologio su cui il presidente della provincia Antonio Pettinari e il sindaco di Macerata Romano Carancini hanno posato gli occhi, memori di un’altra inaugurazione in materia di torri (leggi l’articolo).
I merli sulla cima della torre
Ma lo spettacolo vero e proprio è quello che appare una volta salito l’ultimo scalino. Tra le merlature, in qualsiasi direzione si guardi, si vedono le Marche. Mai un paesaggio potrà racchiudere le caratteristiche di un’intera Regione come quello che si offre alla vista da questo luogo privilegiato. Il monte Conero, la riviera, il San Vicino, i Sibillini. La natura prorompente fa da cornice ai vari paesi che appaiono all’orizzonte: Loreto con la santa Casa, Montecassiano, Macerata e tutti gli altri. Chi vorrà conoscere il territorio non potrà esimersi dal salire le scale della torre, datata 1160, e pensare ai versi del grande poeta romantico che con le sue parole ha reso immortale ogni scorcio, ogni pietra, ogni elemento naturale del suo borgo natio. La città saluta la Torre in festa, dopo la partenza del ministro, che si recherà ad Osimo per la valorizzazione di altri beni culturali (leggi l’articolo), inizierà la notte del borgo con la nuova attrazione che resterà aperta fino a mezzanotte per una romantica salita notturna. Ancora una volta la cultura, quella popolare priva di complessi intellettualismi, riesce nel suo intento di destare gli spiriti e unire le masse: la città felice riscopre le sue radici nella speranza che il processo virtuoso non si arresti ma continui verso l’affermazione della bellezza e dell’identità di tutto il territorio.
La fila per entrare nella torre
I primi visitatori
L’ingranaggio dell’orologio
La mostra fotografica all’ultimo piano della torre
La preziosa pergamena dell’antica bottega amanuense Malleus per sancire lo storico avvenimento
Piazza Giacomo Leopardi
Fiordomo accompagna Franceschini nel palazzo comunale
L’applauso per i 21 mecenati , in prima fila anche l’onorevole Irene Manzi
Il ministro Franceschini immortala la Torre del borgo
Panorama
La vista mozzafiato dalla vetta della torre
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Roma si batterà per il secondo posto: Roma vice-caput mundi.
Se hai il sindaco del Pd non puoi non essere la capitale del mondo, e se proprio vuoi gareggiare lo fai per il titolo di capitale dell’impero galattico.
ERA EMOZIONANTE QUANDO NEL GIORNO DEL PATRONO O IN ALTRE OCCASIONI I CAMPANARI DAVANO CORSA AL RINTOCCO DELLE CAMPANE . LA TORRE E’ UNA STRUTTURA TANTO ELASTICA CHE SENTIVI SOTTO I TUOI PIEDI IL DONDOLIO O AL MOVIMENTO DELLA STESSA TORRE . CHI ERA CURIOSO CERCAVA DA RAGAZZO QUELLE SENSAZIONI CHE IMMAGINAVA CI FOSSERO . ORA CI SONO PIU’ LE CAMPANE ED IL CAMPANONE ?
Per Pigliapoco. Sì, ci sono, hanno accolto festosi il ministro al suo arrivo.