Le palazzine della lottizzazione Terzo Millennio. Dovevano essere appartamenti di pregio, oggi è quasi disabitato. Nel porticato alloggiano senza tetto e nomadi
di Laura Boccanera
(Foto di Federico De Marco)
C’è un condominio particolare in via Enrico Fermi, dietro la stazione. Ogni rientranza, pianerottolo coperto, garage diventa un rifugio per sbandati, senza tetto, tossicodipendenti e nomadi. Una cella di illegalità a due passi da corso Umberto I, dietro la stazione. Una situazione che non è nuova, ma che sarebbe peggiorata da quando sono iniziati i lavori per il parcheggio dell’area Ceccotti. La lottizzazione “Terzo millennio” dal nome della società che doveva realizzare l’area residenziale, prometteva negli intenti uno scenario futuribile che doveva essere il non plus ultra a livello architettonico e urbanistico, verde pubblico, abitazioni, commerciale. Oggi al posto delle vetrine ci sono cartelli con su scritto “non c’è più nulla da rubare”, al posto del verde prato inglese ordinato ci sono sterpaglie alte anche un metro e mezzo, rifiuti, erbacce difficili anche da attraversare. E in ogni anfratto bivacchi, coperte, valigie, cartoni usati come giacigli. Dalla baraccopoli con tende nascoste nella vegetazione fitta dell’area Ceccotti i senzatetto si sono quasi insediati all’interno delle case.
Le due palazzine sono disabitate, la società che ha costruito è fallita e tutto è in mano al curatore fallimentare, ma anche prima del crack, chi aveva deciso di prendere in affitto un appartamento qui ha resistito un mese: «non è consigliabile la notte passare da queste parti – spiegano i residenti di via Enrico Fermi – qui non c’è luce, l’oscurità favorisce attività illecite, spaccio, abusivismo».
In ogni pertugio sotto il porticato i senzatetto si sono quasi divisi lo stabile: da una parte “risiede” una famiglia di rom, una decina di persone, sotto un’altra apertura, vista stazione, dorme una coppia di italiani, un ragazzo e una ragazza. Più avanti è il regno di tossicodipendenti e sbandati. «Si trovano siringhe e qualcuno ha anche abbandonato un flacone di metadone, più avanti ci sono cucchiai usati per l’eroina». Una terra di nessuno per cui difficilmente si trovano soluzioni. «Qui non passano neanche gli uomini della nettezza urbana – lamentano i residenti – ci sono ancora i bidoni dell’indifferenziato e del multimateriale, è una zona di illegalità e chiunque arriva e scarica di tutto».
E poi ci sono gli scatoloni, i sacchi neri con dentro la vita dei nomadi, forse anche refurtiva «perchè c’è un furgone che tutte le settimane arriva e carica dei sacchi, bici rubate e se ne va». «Non se ne può più – lamenta una ragazza che vive nella palazzina abitata del complesso – io pago 550 euro di affitto e ogni mattina vedo gente che si spoglia, si veste, urina all’aperto ed espleta qualsiasi funzione corporale sotto il mio terrazzo, è indecente che nessuna faccia nulla, siamo davvero stanchi, fa schifo». Le siepi di pitosforo sono diventate latrine e non essendoci proprietari nei giardini l’erba cresce fino a raggiungere anche un metro e mezzo di altezza. «Qui ogni tanto si vede di tutto, serpenti, grossi roditori, è poco igienico qualcuno deve intervenire».
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#integrazione
Per questa gente non è prevista l’accoglienza, non è previsto l’intervento delle cooperative o quello di coloro che sono contro il muro al Brennero?
Data la situazione descritta, il lassismo legislativo, l’inefficienza degli amministratori e l’impotenza delle forze dell’ordine, è incredibile che finora nessuno abbia forzato o sfondato le porte e occupato appartamenti, negozi e autorimesse.
Data la situazione descritta, il lassismo legislativo, l’inefficienza degli amministratori e l’impotenza delle forze dell’ordine, è incredibile che finora nessuno abbia forzato o sfondato le porte e occupato appartamenti, negozi e autorimesse.
Il fallimento era prevedibile fin dal 2010. Ho avvisato i Comune (all’epoca sindaco il medico Mobili) ma se ne sono infischiati.
Le fideiussioni non sono state riscosse (mistero).
L’operazione immobiliare era iper speculativa e chi ci ha rimesso è stata solo Banca Marche con oltre 14 Milioni di crediti inesigibili.
Oltre al Comune che invece di un parcheggio multipiano pubblico si ritrova con un parcheggio privato a pagamento.
Ho esposto la cosa all’Anac, al Prefetto di Macerata, alla procura di Macerata competente per territorio, Roma (competente per il fallimento della Terzo Millennio) e Ancona (competente per le indagini su Banca Marche che ha concesso un mutuo dopo che il piano fu annullato dal Tar) e la Corte dei Conti regionale e nazionale.
Vicenda squallida di scatole cinesi, partecipazioni farlocche crack bancari, espropri non pagati e aziende fallite (sielpa era proprietaria di una quota importante per citarne una), svuotate e portate a morire a Roma.
Il cittadino si trova oggi senza opere pubbliche realizzate, con palazzoni vuoti, ricettacolo di tossici, ladri e zingari.
Grazie alla lungimiranza politica degli amministratori passati, alle lobby de noantri e al poco interesse che la maggioranza dei cittadini rivolge alla cosa pubblica a parte qualche lodevole eccezione (come gli ambientalisti che invece spendono tempo e denaro per il bene comune).
Evviva l’Italia e la tanto decantata “urbanistica partecipata”.
Per questo si chiamano ” senza tetto “.
Pochi bla bla e tanti fatti… le autorità preposte devono solo inviare una task force delle forze dell’ordine x fare sgomberare tutti questi residenti atipici…poi naturalmente bisogna installare un impianto di illuminazione.
Che schifo cmq queste situazioni! !
Caro Gabriele Frontoni, mi complimento con lei per la sua azione. Purtroppo, come ha osservato, la maggioranza dei cittadini dedica poca attenzione alla cosa pubblica (il noto familismo amorale degli italiani).
Se mi invierà il suo indirizzo di p. e., le trasmetterò copia di un messaggio pec, mediante il quale ho rivolto al presidente della giunta regionale Ceriscioli una quarantina di domande sulla società Quadrilatero, soggetto attuatore unico del progetto infrastrutturale Quadrilatero viario Marche-Umbria, e sui lavori della superstrada Civitanova Marche-Foligno. Il messaggio è stato inviato anche all’ANAC, all’Arma dei carabinieri, alla Corte dei Conti, a molti comuni, a Report, ai giornali (il Carlino del 24 marzo ha pubblicato un ampio articolo), ad amici e conoscenti.
Il mio indirizzo è il seguente: [email protected]
(faccia attenzione al trattino).
Le auguro una buona giornata.
Francesco Vitolo
@ Gabriele Fronbtoni
Potrebbe essere che alla voce “partecipata” questa si riferiva alla possibilità di partecipare alla spartizione della torta, lasciando poi il conto da pagare a qualcun altro??
Il Comune, se non ce la fa (non ha fondi) con la sua assistenza sociale, attivi con urgenza la Prefettura.