Gli studenti di Esn Erasmus accendono le lanterne in ricordo delle giovani studentesse morte in Spagna
di Claudio Ricci
Sette lanterne da far volare in cielo in ricordo delle studentesse morte in Catalogna. Così la sezione Esn Macerasmus di Macerata ha voluto ricordare stasera durante un raduno sotto alla loggia dei mercanti a Macerata Francesca Bonello, Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Serena Saracino ed Elisa Scarascia Mugnozza, le giovani studentesse italiane che hanno perso la vita in un tragico incidente l’alba del 20 marzo in Catalogna insieme ad altre sei studenti di diverse nazionalità. Un dramma a cui ieri si è aggiunta l’altra grande tragedia che ha squarciato l’Europa. 31 morti negli attacchi terroristici all’aeroporto di Bruxelles. Troppo per non reagire.
Gli studenti di Esn Macerasmus di Macerata in contemporanea con i colleghi di altre 500 università d’Europa di cui 49 italiane – tra cui anche Camerino dove i ragazzi hanno disposto 13 lumini lungo il porticato di Palazzo Ducale – hanno voluto lanciare un messaggio: “la morte e la paura non vincono sulla voglia di viaggiare, conoscersi, condividere esperienze e diventare cittadini d’Europa e del Mondo”.
«La morte delle sette ragazze Erasmus si lega a quella di Matteo Mari e Sara Buccolini – ha detto il sindaco Romano Carancini presente all’incontro – Nel progetto Erasmus c’è la stessa idealità di un ragazzo che sacrifica la sua vita per salvare il suo cane, o quella di una ragazza che cerca la sua speranza condividendo una gara insieme ad altri. Quello che voi fate è un atto di responsabilità pubblica: testimoniare la speranza di cui erano poratori anche Matteo e Sara». Speranza, dunque, contro la paura e la morte: «I fatti di Bruxelles sono una sfida alla nostra intelligenza – ha detto Uoldelul Chelati Dirar, docente Unimc responsabile del progetto Ersamus – una sfida a ricercare soluzioni e alternative acchè fenomeni come quelli Bruxelles, sintomo di un estremo disagio, non si ripetano».
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Fiaccolate per attentati fiaccolate per difendere i profughi, ma se li cacciamo tutti e non gli diamo più il diritto di entrare non è meglio?
E quindi secondo il professor Dirar gli attentati di Bruxelles (e Parigi prima e Bruxelles museo ebraico prima ancora e Charlie Hebdo e all’infinito prima …) sono opera di “disagiati”. Io penso finché uno si racconterà e racconterà agli altri versioni della realtà come questa i terroristi saranno felici e fortunati.
Anche in manifestazioni che rischiano di diventare routinarie chi possiede grande talento riesce a regalare voli pindarici sempre più alti ed onnicomprensivi.