di Laura Boccanera
Sono iniziate le consultazioni a Palazzo Sforza. Il sindaco Tommaso Corvatta ieri pomeriggio ha incontrato Piero Gismondi de La nuova città per cercare di ricucire lo strappo che si è creato con i compagni di lista di Uniti per cambiare (leggi l’articolo). Un lavoro non facile, ma in ballo c’è la tenuta della maggioranza. Un lavoro diplomatico complesso anche perché una soluzione di comodo scontenterebbe una parte o l’altra rischiando quindi di far saltare l’amministrazione. «Sto mediando per cercare di far riavvicinare le parti» commenta il sindaco che non si sbilancia sul come porterà a casa la pace tra i suoi. Se il punto della discordia verte sulla nuova partecipata multiservizi e sul cda sarà difficile arrivare ad un compromesso che non provochi pruriti all’una o all’altra parte. Due conti, anche se lo nega, Corvatta li fa: senza Costamagna la tenuta della maggioranza in consiglio non andrebbe sotto. Perso Pier Paolo Rossi Upc ha solo Costamagna come voto utile e forse Livio De Vivo che sembra interessato a rientrare. Senza La nuova città Corvatta perde tre consiglieri. «Sono calcoli che io non faccio – dice il primo cittadino – sto cercando di mantenere alta la qualità dell’amministrazione perché sono convinto che questa coalizione e questa classe dirigente sia la migliore per questa città». Un discorso che strizza l’occhio al futuro, ma Corvatta non spinge in avanti sulla sua possibile ricandidatura: «Se ne riparlerà più avanti, al momento devo risolvere i problemi all’interno, non mi interessa in questo momento». Nei prossimi giorni è atteso anche un confronto con la lista Uniti per cambiare.
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Per evitare danni collaterali, si prega di non commentare. La magnifica eloquenza del sindaco e la smisurata fiducia nella sua amministrazione non devono essere minimamente contestate.
Un giorno tutto questo sarà un ricordo e i nostri nipoti potranno raccontare ai loro nipotini, sempre se non si sciolgono Polo Nord e Polo Sud che tanto tempo prima, a Civitanova ci fu un’amministrazione che trovatasi senza più niente da discutere in Consiglio comunale, perché le cose erano talmente tante, importante ed urgenti, da non poter essere districate dagli allora reggenti che si misero a fare la guerra tra di loro. L’unica vincitrice fu Civitanova, che riuscita finalmente a liberarsi dai battaglieri vandali, cominciò a vivere in armonia. I pesci ritornarono nel mare,” che te sa li milanesi arrugginì ” ed ancora oggi nessuno si ricorda più dove sta, il sottopasso divenne un cavalcavia, il Crematorio non vide mai posata la prima pietra, i cittadini del centro non furono più costretti a notti insonni e a passeggiate tra vomiti ed escrementi. L’unico neo fu che i civitanovesi pian piano sparirono e il loro posto fu preso da tutti gli stranieri che arrivavano. Però i civitanovesi non sparirono veramente perché mentre l’Africa si spopolava, con canotti, carrette del mare, barconi improvvisati e motopescherecci raggiunsero quel continente che rischiava di sparire e arrivarono alle Canarie dove oggi vivono e prosperano felici e contenti con la speranza che i nuovi europei non rifanno il tragitto inverso.
Machiavelli dovrebbe rivivere per aggiornarsi sull’arte del potere. Quello che sta accadendo a Civitanova Marche fra la compagne di maggioranza dimostra quanto sia grande la distanza fra i problemi della città e la classe politica dirigente.Siamo al paradosso che il Presidente del Consiglio Comunale e il Vice dichiarano che non possono convocare il ConsiglioComunale perchè nella sostanza non ci sono problemi da discutere nella massima assise cittadina.Due movimenti-liste di maggioranza si combattono sugli organigrammi delle aziende Partecipate. Il Sindaco impegnato da mesi in strenue mediazioni, congelamenti di situazioni conlflittuali diventa da prigioniero ad organico attore di una situazione al limite del collasso amministrativo e istituzionale.Il Consiglio Comunale ha così pochi argomenti da trattare fra i quali il Piano Particolareggiato ex ceccotti che la Città dopo tre progetti falliti aspetta dal 1978.Le Partecipate sono il pomo della discordia perchè non si vuole adottare un metodo trasparente per le nomine come un Avviso Pubblico di selezione sulla base di vere e certificate esperienze e curriculum.Purtroppo i sistemi di “potere” si conoscono meglio quando tramontano e dimostrano la loro vera natura.