Unioni Civili, l’appello di Cacciolari:
“Tre amici per dire no alla Cirinnà”

L'esponente di Fi scrive una lettera aperta per dire no al ddl della senatrice Pd: "Segnaliamo il sito noallacrinnà.org a più persone possibili"

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Barbara Cacciolari

Barbara Cacciolari

 

Barbara Cacciolari scende in campo contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili. In una lettera aperta l’esponente di Forza Italia si rivolge a quanti hanno già scritto ai senatori contro il disegno di legge in discussione, lanciando un appello per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, a partire dai conoscenti, al fine di bloccare la proposta della senatrice Pd. A partire da domani inizierà la votazione degli emendamenti alla proposta di legge con cui si vuole concedere alle coppie non sposate gli stessi diritti-doveri di quelle tradizionali, e si introduce anche la stepchild adoption, vale a dire l’adozione del figlio del partner:

«Ti ringraziamo di vero cuore per aver già scritto ai senatori contro il disegno di legge Cirinnà – scrove Cacciolari – e mentre ti confermiamo che la tua email è stata recapitata, ti chiediamo di voler diffondere il sito www.noallaleggecirinna.org, dove è ancora operativo e funzionante il modulo per inviare il messaggio. La battaglia in difesa del matrimonio, della famiglia e dei nostri bimbi non è ancora finita, perché in Senato è iniziata la scorsa settimana l’illustrazione degli emendamenti, che saranno votati a partire da domani». Cacciolari spiega quindi i motivi del suo impegno per la campagna: «Credo nei valori ed in una politica che tuteli gli stessi in una visione di progresso, senza utilizzare i diritti dei bambini come merce di scambio. La tematica deve essere affrontata ma non con questo testo, a mio avviso, calderone in cui si mescolano diritti, presunzioni, disvalori. Occorre continuare a far scrivere il maggior numero di persone possibili. Forza, andiamo avanti con coraggio e con audacia. Ti preghiamo di segnalare l’iniziativa, per cercare di coinvolgere anche solo 3 amici, segnalando loro il sito. Possiamo triplicare i messaggi già inviati contro questa legge».



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