La Bcc di Civitanova e Montecosaro continua a battersi e a manifestare perplessità verso la costituzione di una holding unica (leggi l’articolo) prevista dalla riforma del Credito Cooperativo italiano. Lo fa attraverso una nota di Marco Bindelli, vice presidente dell’istituto e amministratore delegato ai rapporti col credito cooperativo:
«Il decreto del Consiglio dei ministri appena approvato prevede la riforma delle Banche di credito cooperativo che dovranno andare a formare gruppi che abbiano come minimo 1 miliardo di patrimonio. La riforma delle Bcc prevede «un meccanismo» per il quale chi vorrà uscire dal sistema potrà farlo ma a condizione che abbia almeno 200 milioni di riserve. E dovrà corrispondere all’erario una cifra del 20% di queste riserve. Tempo per decidere 18 mesi. Di fatto si induce il sistema alla creazione di una unica holding».
Bindelli è molto critico nei confronti del provvedimento e aggiunge: «In definitiva, le Bcc che sino ad ora hanno correttamente operato in base al principio della sana e prudente gestione che non possiedono 200 milioni di riserve e che non intendono farsi dirigere da coloro che hanno male amministrato le proprie banche, oltre al ricorso per incostituzionalità, avranno 18 mesi di tempo per aggregarsi e raggiungere i 200 milioni di riserve e corrispondere un’imposta del 20% su queste riserve per poter usufruire della facoltà di non partecipare al gruppo unico. Tradotto: riforma incostituzionale (di diritto e di fatto, in base all’art. 45 della Costituzione che tutela la funzione sociale della cooperazione) per salvare la “poltrona” di coloro che hanno male amministrato le proprie Bcc (vedasi le banche di coloro che sono ai vertici nazionali da oltre 30 anni, già sanzionate da Bankitalia, e degli altri amministratori delle federazioni regionali, organismi per i quali nulla si dice circa la loro sorte a seguito della riforma). Soprattutto significa che le inefficienze e le carenze di governance del credito cooperativo, non solo non saranno eliminate, ma saranno addirittura accentuate».
L’amministratore parla di paradosso: «Per esercitare l’attività bancaria sotto forma di società per azioni è richiesto un capitale minimo di 10 milioni (e non certo di 200 milioni) ed attualmente esistono molte banche S.p.A. con un patrimonio notevolmente inferiore al nostro (che è di circa 68 milioni).
Queste Spa, stando alle parole di Renzi, non sarebbero considerate banchette, a differenza della nostra Bcc di Civitanova e Montecosaro che è stata invece battezzata da Renzi come banchetta che non può uscire dal sistema se non raggiunge i 200 milioni di riserve in 18 mesi e ne devolve il 20% all’erario»
La proposta del vice presidente è provocatoria: «Considerato che viviamo in un paese in cui l’impunità sembra essere costantemente premiata per legge, nei 18 mesi a disposizione, le Bcc virtuose potrebbero depauperare il patrimonio faticosamente accumulato impiegando (ossia prestando) nel territorio soprattutto a coloro che non avrebbero alcun merito creditizio (magari salvando anche qualche azienda già in default) così da trovarsi allineate con le altre Bcc in difficoltà al momento della costituzione della holding. Oppure si potrebbe percorrere la strada della modifica del decreto in Parlamento. Credo che il Governo, così come non si sia reso conto dei problemi provocati con il famoso decreto salva banche, non abbia la percezione della rivolta che si produrrà nei territori nel momento in cui si avrà la percezione che un altra parte del sistema bancario locale rischia di essere perduta, specie in quelle provincie già provate dalle vicende della 4 banche.».
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Non si può non essere d’accordo con il vice presidente Bindelli Marco: la meritocrazia purtroppo è di fatto punita a vantaggio di chi deve essere espulso dal mercato per non continuare a fare danni.
Ieri al Tg, ho sentito dire che in base non ricordo a quale variazione sul tema, ci sarà la possibilità di chiedere al papà del ministro Boschi e riporto le parole testuali: ” Chiedere dove sono andati a finire i soldi”. La tal cosa potrebbe sembrare addirittura scontata, il minimo che si dovrebbe fare in questi casi, ma in Italia sarà che da Napolitano , a Monti, alla Fornero passando per Letta e dulcis in fundo il mirabile Renzi si fa un po’ fatica a capire come vanno le cose. La legge Fornero, il job act e il ripasciamento ( significa “ridare da mangiare”, “nutrire nuovamente” ) di banche truffaldine, sono tre esempi di come non dovrebbero essere gli esempi da portare ad esempio. Poi sempre più spesso si parla di cambiare la Costituzione e nel frattempo si fanno leggi che vengono subito bollate come anticostituzionali e magari lo sono, anzi quasi sempre lo sono. E allora che dobbiamo fare aboliamo la Costituzione o chi la contrasta?
Un altro sistema per incassare danaro dai cittadini, peraltro senza aumentare la pressione fiscale. Ma, soprattutto, si crea un nuovo centro di potere e nuove poltrone dove mettere persone gradite a chi governa in maniera poco democratica.
«Coloro che si oppongono alla verità sono sconfitti dalla forza della percezione della verità.»
(Kulārnava Tantra, La Via dell’Estasi)
Marco Bindelli non mollare,questi son delinquenti,x il loro bene mandano allo sfacelo una nazione, ed un settore di cui non ne possiamo fare a meno in tutto il mondo del lavoro.
Penso che noi cittadini da anni stiamo sopportando di tutto, bisognerà passare alle minaccie dal momento che non capiscono….