Giovanna Maria Fabrini
Ha formato due generazioni di archeologi maceratesi, Giovanna Maria Fabrini: oggi si è spenta a 67 anni dopo una lunga malattia. Docente di Unimc, nel corso della sua carriera si è occupata di scavi a Cartagine e Creta. Nata in Umbria e da sempre vissuta a Macerata, Fabrini è stata docente di Archeologia classica dell’università di Macerata fino al 2013. E’ stata allieva del noto archeologo Antonino Di Vita e con lui ha realizzato il suo primo scavo a Cartagine, dal 1973 al 1976. Da allora è iniziata una lunga carriera all’università di Macerata, dove, tra gli altri incarichi, è stata direttrice fino al 2011 del dipartimento di Scienze archeologiche e dell’antichità. Conosciuta per l’impegno e la passione per gli studi archeologici, ha diretto gli scavi nel sito romano di Gortina, a Creta, e nel parco archeologico di Urbs Salvia, lasciando poi il testimone al suo allievo, il professor Roberto Perna. È lui a ricordarla, per «la sua coerenza e senso del dovere – dice Perna, docente di Archeologia classica a Unimc – Una maestra non solo per me ma anche per tanti archeologi di Macerata che si sono formati sulle ricerche che lei ha avviato. Grazie al suo lavoro Macerata è uno dei centri principali per gli studi archeologici. Provo per lei un debito professionale e morale unico. Se riusciamo a fare questo lavoro, con riconoscimenti anche internazionali, è grazie al suo impegno nel raccogliere l’eredità importante di Di Vita e di formare due generazioni di archeologi». Anche il rettore di Unimc Luigi Lacchè esprime «grande cordoglio per la scomparsa della professoressa Fabrini. Ha dato un contributo importante allo sviluppo dell’archeologia e dell’antichistica maceratese». I funerali, che ancora non sono stati fissati, dovrebbero tenersi venerdì mattina a Macerata. Fabrini lascia il marito Luciano, i figli Paolo e Federica e quattro nipoti.
(Fe. Nar.)
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Scompare con Giovanna la classe e lo stile, la raffinatezza e l’educazione. Eravamo “colleghi” negli anni ’70 e sempre ed in ogni occasione, passati gli anni e perse le tracce, se casualmente ci si incontrava non mancavano, insieme alle parole, il sorriso e l’intensità. Sono vicino alla sua famiglia e in particolare al marito Luciano.
La professoressa Fabrini prima ancora che collega (ella all’Università io alle Superiori) è stata una dolcissima compagna di Liceo e di Università. Incontrarla ed averne un sorriso era tutt’uno, sempre gentile, mai dominata dall’umore dettato dalle circostanze. Sempre affabile, cortese e solare.
Le mie più costernate condoglianze al marito Luciano e ai figli.
La ricordo con simpatia, durante una visita a Pompei dove fece da guida al corso per operatori dei beni culturali indirizzo archeologico, e durante gli scavi ad Urbs Salvia, una persona gentile, cortese e preparata. Ricordo un aneddoto: come riuscisse a sorprendere tutti e in particolare le ragazze, quando nello scavo, anche in mezzo alla polvere e al fango, riuscisse a mantenersi pulita e impeccabile.
Le mie più sentite condoglianze.